“Come un borgo sconosciuto può diventare un luogo di interesse” è il tema sfidante che è stato affrontato ieri nell’Auditorium “Michele Albanese” a Roscigno.
La Banca Monte Pruno e la Fondazione Monte Pruno hanno iniziato un percorso teso alla riscoperta dei territori del nostro comprensorio, ricchi di bellezze, di tracce di memoria, ma lasciati al loro destino. Emblematico è l’esempio di Roscigno Vecchia, paese fantasma che, nonostante l’assenza di vita, riesce ad attirare alcuni turisti, ma troppo pochi per quanto può esprimere il suo potenziale. Gli interrogativi a cui hanno tentato di rispondere i relatori sono: “Come riattivare questi luoghi? Quale strategia applicare?”.
Fondazione e Banca Monte Pruno per contribuire alla visibilità di Roscigno, di Sacco, di Piaggine e in generale delle aree interne hanno realizzato, assieme a dLiveMedia, il docufilm “Cilento segreto” che sarà presentato nella Sala Stampa della Camera dei Deputati il 3 luglio. Ieri sera ne è stato proiettato un frammento.
Ospite d’eccezione della serata è stato Federico Quaranta che ha fornito diverse imbeccate per portare la vita nel paese fantasma. Attraverso esempi concreti e suggestioni, il giornalista Rai ha tracciato le direttrici su cui muoversi per uno sviluppo integrato dei territori. In primis c’è bisogno della partecipazione attiva della popolazione.
Quaranta è conosciuto come “Il Provinciale”, cioè con il nome del programma che conduce su Rai 1 e che si caratterizza proprio per il viaggio alla riscoperta di bellezze autentiche, anche se spesso depauperate.
“Forse non tutti sanno che ‘Il Provinciale’ nasce a Roscigno Vecchio – racconta – Il mio autore, Francesco Lucibello, originario di Vallo della Lucania, mi suggerì di visitare questo borgo. Arrivai e ne rimasi incantato. Decidemmo di iniziare il nostro racconto da qui”.
Quaranta nel suo coinvolgente intervento ha rimarcato il concetto di identità, di rispetto dei valori, di legame con le radici da cui siamo nati. “L’identità è un patto che si stipula tra generazioni – afferma – Se interrompo un radicamento, avviene un tradimento, quindi un depauperamento fatale di ogni valore. Lo diceva Pasolini. Voi avete un tesoro”.
Diritto di emigrare e dovere di restare sono i due termini del discorso introdotto dal Direttore Generale Michele Albanese e sviluppati dal giornalista Rai: “Chi patisce la fame, la guerra nel proprio paese ha diritto di emigrare, ma allo stesso modo è un dovere restare nei paesi di provincia”. Su questo aspetto “Il Provinciale” fornisce una riflessione sullo stile e sulla qualità di vita tra la provincia e la periferia della città. Ai margini della città la periferia è un “non luogo” dove è altrettanto difficile e dispendioso vivere, soprattutto non c’è identità. Nei paesi l’identità è forte ed è questo che affascina le persone che vengono dall’estero.
“Perché l’Italia è il Belpaese? – chiede il giornalista – L’ho capito entrando in un paese come Roscigno. Abbiamo la piazza, il campanile, le botteghe. Ogni scalfitura della pietra è un tratto della nostra esistenza. È come la ruga sul volto di mia mamma. Siamo tasselli unici e irripetibili che compongono un enorme puzzle. E il mondo vuole proprio questo: la nostra unicità. Come immagino Roscigno? Pulito, con strade percorribili, edifici messi in sicurezza, pecore e capre al pascolo, arte, artigianato, cucina. Ci vuole partecipazione. Non possiamo delegare tutto alla politica, alla banca, alle istituzioni, diamo spazio alla popolazione partecipativa”.
Il Direttore Generale Michele Albanese ha condiviso pienamente l’intervento del conduttore televisivo, la cui professionalità e il cui intuito faranno da sprone a progetti di valorizzazione e promozione del territorio.
“Abbiamo girato il mondo, attraverso i Consolati, per far conoscere questi posti sconosciuti che ospitano bellezze uniche – afferma Albanese – Credo nei territori, nelle origini e nelle persone perciò partiamo da dove siamo nati, dalle bellezze che tutti noi riconosciamo. Questo è un territorio che continua a porsi domande senza mai darsi delle risposte. Perché siamo interessati alle sorti del nostro territorio finora sconosciuto? Noi siamo una Cassa Rurale legata alla gente, ai bisogni delle persone che vogliono essere ascoltate e capite. Non vogliamo rassegnarci. Abbiamo voluto con forza la presenza di Quaranta perché crede nei nostri stessi valori e ci può indirizzare per concretizzarli ancora meglio. Abbiamo in mente una collaborazione pubblico-privata per offrire servizi a Roscigno Vecchio. Abbiamo bisogno di fare strategia per creare turismo esperienziale e necessitiamo di professionisti. È un’ambizione grande ma ci dobbiamo credere. Invece come territorio siamo abituati allo scoraggiamento, a focalizzarci sulle cose che vanno male. Bisogna cambiare visione!“.