Dopo due anni di assenza, causa Covid, quest’anno torna a Teggiano la
rievocazione storica “Alla tavola della Principessa Costanza”, diventato nel tempo uno degli eventi più interessanti e caratteristici della Campania.
L’appuntamento è, come da tradizione, per l’11, il 12 e il 13 agosto.
Nella piazza del centro storico teggianese si snoderà il corteo storico, con in testa la principesca coppia composta da Costanza da Montefeltro e Antonello Sanseverino, sposi nel 1480.
E sì, i Sanseverino, una delle famiglie nobili più importanti della storia d’Italia. Di origine normanna, al capostipite e cavaliere normanno Turgisio venne data in dono la contea di Rota (l’attuale Mercato San Severino) per la posizione strategica, visto che fungeva da collegamento con il ducato di Napoli e quello di Benevento. Nel corso dei secoli la famiglia è diventata una delle sette famiglie nobili del Regno di Napoli.
La storia della casata è stata travagliata e caratterizzata da diversi momenti critici.
Uno degli episodi più rilevanti in tal senso è rappresentata dalla Congiura dei Baroni, sviluppatasi tra il 1485 e il 1486 e con capo proprio Antonello Sanseverino, principe di Salerno dal 1474 al 1486.
Alla base di tutto, l’avversione dei Sanseverino nei confronti degli spagnoli (aragonesi).
Antonello, in tale ottica, ordì la congiura contro il re di Napoli Ferrante d’Aragona, riunendo molte famiglie favorevoli ai francesi (angioini).
La cospirazione fu scoperta dal re che punì i suoi avversari. Il principe Sanseverino riuscì a fuggire, rifugiandosi in Francia, dove ordì la vendetta e spinse il re francese Carlo VIII alla conquista del Regno di Napoli, affiancandolo nella battaglia.
Alla fine, dovendo prendere atto della sconfitta dei francesi, si ritirò nel suo castello di Agropoli. Nel frattempo al re Ferdinando succedette al trono il principe Federico, che cercò di attirarsi l’amicizia del principe di Salerno, progettando anche un matrimonio tra la secondogenita di Federico e il primogenito di Antonello. Ben presto, tuttavia, diversi fattori contribuirono a rimettere Sanseverino in contrasto con la monarchia.
E allora Antonello si chiuse nel suo castello di Teggiano, rilevatosi un rifugio quasi inespugnabile.
Federico, a sua volta, riunì un esercito di ventimila uomini e nel 1497 assediò il maniero, dove Sanseverino era asserragliato con forze esigue, ma deciso a resistere a oltranza, anche con il sostegno della popolazione.
L’assalto durò un mese e mezzo e fu contraddistinto da diverse trattative diplomatiche, fino all’onorevole capitolazione.
Tra i principali rappresentanti della famiglia bisogna citare Tommaso II Sanseverino (1252 – 1324), conte di Marsico e barone di Sanseverino,
il quale fondò la Certosa di San Lorenzo, a Padula
Roberto Sanseverino (1418-1474), conte di Marsico, fu insignito del titolo di principe di Salerno e ottenne il privilegio di battere moneta e nominare feudatari, diventando il più importante personaggio del Regno.
Il figlio Antonello (1458-1499), conte di Marsico e principe di Salerno, sposò, come detto, Costanza di Montefeltro, figlia del duca di Urbino.
La coppia abitò a Napoli, nel sontuoso palazzo di piazza del Gesù.
In riferimento alla principessa, sul web non sono molte le informazioni.
Troviamo qualcosa, invece, nel libro “Storie dei Sanseverino nella Storia del Meridione” di Vincenzo Ciorciari.
E nello specifico il seguente carme con il quale veniva salutata da Pietro Jacopo de Gennaro, letterato e nobile italiano:
Se voi veder chi ottenne verde palma
de pudicizia e de prodencia, e clara
per le sue virtute e’ in terra ed in ciel alma,
mira de Montefeltro quella rara
Costanza, Prencepessa de Salerno,
che fo piu’ ch’altra al secol nostra cara.
Abbiamo aperto questo approfondimento, evidenziando il ritorno, dopo due anni, della manifestazione “Alla tavola della Principessa Costanza”, che caratterizza fortemente Teggiano.
Il contributo dei Sanseverino nel centro valdianese è evidente e si può “toccare con mano” anche attraverso strutture ed opere. E tra esse assume un particolare significato il gruppo scultoreo, a grandezza naturale, “Compianto del Cristo morto”presente nella chiesa della S.S. Pietà. Le statue ai lati, di Giuseppe d’Arimatea e di Nicodemo, infatti, hanno, rispettivamente, il volto di Roberto e di Antonello Sanseverino
Chiudiamo con due curiosità legate alla famiglia Sanseverino. Attualmente, in linea maschile esiste solo il ramo dei baroni di Marcellinara. Mentre il motto della casata era: “Nec morsus timedo”, ovvero “Non temerei alcune morte”.