di Bartolo Scandizzo La storia e le cronache sono pieni di ambiziosi ed esibizionisti che per un po’ di visibilità e tornaconto venderebbero l’anima al diavolo. Gli esempi sono innumerevoli anche solo a fermarci in casa nostra, in Italia. L’autarchia proclamata dall’Italia fascista in sfregio alla sanzioni proclamate dalla Società delle Nazioni contro l’invasione dell’Etiopia; L’Sud Tirolo che, nonostante fosse stato loro concesso uno status che l’Austria non ha mai voluto dare al Nord Tirolo, per decenni ha continuato ad ammorbare gli Italiani con rivendicazioni d’indipendenza; La Sicilia e la Sardegna con le loro ambizioni autonomiste foraggiate con relative ingenti risorse risarcitorie … Poi ci sono state le tentazioni secessioniste della Lega Lombarda e Liga Veneta, poi diventata Lega Nord: “solo noi possiamo competere in Europa. IL Sud è la nostra palla al piede!” . Oggi siamo in attesa della Lega Italia che vuole l’uscita dall’UE perché così potremo bombardare i barconi, far tacere il Papa, esaltare le genti del Sud, e portarci tutti in vacanza in Tanzania, in Africa, dove Bossi e company hanno nascosto il tesoretto in diamanti. Infine, abbiamo i secessionisti in salsa nostrana. Il decine di sindaci del Vallo di Diano e non solo che hanno fatto deliberare alle giunte ed ai consigli comunali dei loro comuni la volontà di lasciare la Campania per abbracciare la Basilicata in nome della Grande Lucania: “lì c’è il petrolio e il gas e sanno spendere i fondi europei.” Molti sindaci, in nome della liberazione dagli ungulati (i cinghiali provenienti dall’Est Europa lanciati dalle associazioni venatorie per rimpiazzare quelli autoctoni cacciati a colpi di doppiette), hanno innalzato i forconi contro il Parco Nazionale del Cilento, Diano e Alburni per riappropriarsi della libertà di caccia e chissà di cos’altro … Gli esempi, come si può costatare, non mancano. Quello che è venuta meno è la capacità di far di conto: ci conviene? È utile alle future generazioni ripartire dagli egoismi nazionalisti, grandi e piccoli, o valorizzare e implementare le esperienze di convivenza civile che hanno fatto del nostro continente un’area di dove le “controversie internazionali si risolvono in modo pacifico senza ricorrere alle armi?” Dobbiamo ringraziare la Gran Bretagna che on il referendum sull’uscita i meno dall’UE ha fatto aprire gli occhi a tanti. Soprattutto consola il fatto che la stragrande maggioranza dei giovani di quella nazione (oltre il 70%) ha votato per rimanere legati all’idea di un Europa di progresso e di pace. Questo ci fa ben sperare per loro, che sono i nostri figli, e per quelli che li seguono a stretto giro, che sono e saranno la nostra progenie!
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