La spiaggia del Cilento seduce e conquista. In un vortice di emozioni, tra poesie, romanzi, saggi e opere teatrali, ci si può anche inabissare nel suo fascinoso mare di letteratura. Poi, l’estate d’ improvviso finisce.
Il respiro del Cilento, la sua voce potente dal sapore aspro e assieme dolce, è forte d’estate, nella ‘stagione’, quando le sue coste sono gremite e i suoi paesi, tutti, anche quelli del Cilento interno, tornano ad essere popolosi e pieni di vita. Le giornate trascorrono oziose in spiaggia, sotto un sole che ci abbraccia caloroso. La sera, sotto le stelle, ci si divide tra mille eventi, alla scoperta di paesi quasi sconosciuti che offrono spettacoli culturali di altissimo livello.
Le città si svuotano e i loro abitanti, vacanzieri spesso emigrati o figli di emigrati, di sera, dopo la spiaggia, popolano piazze, palazzi nobiliari, luoghi d’ incantevole bellezza che brillano come stelle sotto lo sguardo della luna, sulla costa e nell’entroterra. Prestigiose rassegne letterarie, opere teatrali messe in scena in luoghi suggestivi… sono solo alcune delle invidiabili offerte culturali del Cilento. Quasi sempre eventi gratuiti, o tutt’al più con un costo che è appena un rimborso delle spese sostenute. Eventi a cui in città costerebbe molto assistere. Eventi estivi diversi per offerta e tipologia, e che per questo incontrano il gusto di tutti.
A fine agosto, quando i turisti sono in procinto di tornare in città, quando in spiaggia sotto il sole della costa affollata, quando di sera seduti ad assistere a presentazioni di libri e incontri culturali, si parla di settembre, quel settembre alle porte, ben più di un velo di tristezza aleggia nell’aria: una tristezza che, nel caldo afoso che già si inizia a rimpiangere, un ventaglio svolazzante non riesce ad allontanare.
D’estate nel Cilento ci si lamenta dei troppi, sovraffollati, concorrenti eventi serali, ben sapendo che la destagionalizzazione è quasi un miraggio, ben sapendo che l’ autunno economico (giacché il clima, di fatto, nel Cilento resta estivo fino almeno a fine ottobre), beh, l’autunno economico inizia a settembre. Il mare, invece, resta protagonista assoluto fino a fine settembre, fino a metà ottobre e oltre: un mare silenzioso e tranquillo per chi non ha impegni lavorativi, ma anche un mare senza lidi e attività commerciali aperte, un mare che di sera è senza luci, senza voci, senza eventi e manifestazioni: un mare buio.
L’autunno cilentano è caratterizzato da periodi splendidi e luminosi: quelli della vendemmia, della raccolta delle olive e poi delle castagne, che ci trascinano d’incanto nel più suggestivo e sentito momento dell’anno: il Natale. Il Cilento ha tutti i presupposti perché le rassegne culturali estive possano diventare autunnali e invernali, e non dover attendere i primi, timidi segni di primavera per rifiorire. Eppure, col finire dell’estate nel Cilento la cultura latita. Eppure, proprio la cultura sarebbe il segreto per destagionalizzare il turismo!
Gli eventi, assai prestigiosi e che non hanno nulla da invidiare a quelli offerti in autunno e in inverno nelle città, potrebbero riempire tutto l’anno di ospiti le tante strutture ricettive presenti nel Cilento e che invece, terminata l’estate, devono chiudere per mancanza di prenotazioni. Quanto al problema trasporti, a come portare visitatori in bassa stagione, il problema non si pone perché gli amanti del Cilento sono avvezzi, già d’estate, alle modalità degli spostamenti e saprebbero adattarsi…d’altronde, un territorio ancora selvaggio come il Cilento ha un fascino unico che una via interrotta, tortuosa e buia non potranno intaccare. Ma….questi ‘turisti destagionalizzati’, che dormirebbero nelle strutture accoglienti della ‘stagione’, che di giorno avrebbero tanto da visitare ancora in un autunno che è di fatto estate (magari perfino andare a mare), dove assisterebbero agli splendidi eventi che si potrebbero organizzare?
Quando d’autunno , la sera, non è più possibile assistere a spettacoli suggestivi nei fascinosi luoghi d’elezione, sul lungomare, nelle piazzette, nelle aree archeologiche…. quando si è costretti ‘a stare al chiuso’…quanti comuni cilentani possono offrire teatri e sale in cui allestire manifestazioni culturali di prestigio? Pochi comuni, quelli che di fatto continuano a fare cultura anche d’inverno, e ad attratte spettatori anche da fuori provincia. Può essere (anche) per questo motivo, per la mancanza di adeguate strutture al chiuso, che la destagionalizzazione del turismo culturale, nel Cilento, incontra difficoltà, nonostante gli enormi sforzi di chi, nel futuro del Cilento, ancora fortemente crede?