Mi sono commosso, ve lo dico subito, e già il primo giorno. Perché essere padre di un Giffoners è un’esperienza davvero unica. Ma è meglio procedere con ordine. Un Giffoners, innanzitutto, cos’è? Non è altro che un piccolo, o grande, giurato del Giffoni Film Festival giunto alla sua quarantanovesima edizione. Il Festival salernitano mi ha stupito, devo ammetterlo. Quando mia moglie, qualche mese fa, ha iscritto nostro figlio alla sezione dei giurati +3 non immaginavo che l’esperienza fosse così incredibile. Stare qui per più di una settimana vuol dire vivere a contatto con il mondo. Che poi credo sia proprio il primo grande scopo del festival.
Durante la serata di presentazione, infatti, l’argomento è stato più volte toccato. “Tra di voi, in Piazza, – ha detto il direttore Claudio Gubitosi – ci sono ragazzi e ragazze di paesi in guerra tra di loro. Però oggi sono qui, insieme, spalla a spalla a godersi questi momenti. È la prova che la cultura unisce i mondi”. Un messaggio forse retorico ma non c’è nulla di più vero. Essere qui significa interagire con il mondo. Magari per i più piccoli ancora no perché in sostanza sono tutti italiani, o meglio quasi tutti della zona. Ma già dalla sezione +13 l’immersione con il mondo e con le sue infinite culture è totale. Un altro simbolo l’ho visto sempre il primo giorno, durante la marcia inaugurale, quando i vari gruppi sfilavano con la bandiera della propria nazione. Un piccolo antipasto di quanto sia globale tutto l’evento.
Ma il Giffoni Expirience non è, paradossalmente, solo cinema. Insomma, chiariamoci, le pellicole e gli ospiti internazionali sono pur sempre la parte principale delle giornate ma l’esperienza è assolutamente totale. L’interazione è forse il vero grande intrattenimento, quella che si respira nelle strade e soprattutto in piazza “Fratelli Lumiere” dove la sera si accende il palco che fino a oggi ha già ospitato Anastasio, Arisa e Jack La Furia. Non mancheranno gli altri come Emis Killa, Daniele Silvestri e Mamhood che arriveranno nel fine settimana. La musica, in pratica, altra forma di intrattenimento primordiale. La musica che sa unire i popoli nonostante le lingue differenti. Artisti, come detto, davvero importanti che probabilmente portano anche un pubblico estraneo al festival in viaggio verso Giffoni solo per i concerti. Ma va bene anche così perché a goderne, in fondo, è sempre la città che si vede aspetta con ansia i dieci giorni del festival.
La logistica è un altro punto forte. A partire dal cuore del Giffoni dove quest’anno è stato inaugurato anche il nuovissimo Media Center. Bellissimo dall’esterno e senza dubbio molto funzionale per tutta la macchina organizzativa. Piccola curiosità: ogni sera sulle pareti della nuova struttura vengono proiettate, con uno spettacolare gioco di luci, delle immagini a tema. Molto emozionanti quelle dello sbarco sulla luna in omaggio al cinquantenne dell’impresa degli astronauti americani. Non si finisce mai di imparare in pratica e me accorgo dalle facce di mio figlio che sono un continuo sbalordirsi. Logisticamente anche il resto è quasi perfetto. Come la passerella dalla quale entrano i grandi ospiti del cinema internazionale. Anche qui la parola d’ordine è la calma. Certo un po’ di ressa c’è, ovvio che sia così, ma non troverete nessun prepotente ad ostacolarvi. Forse è proprio vero che questi ragazzi, il nostro futuro, sono la nostra unica salvezza in un mondo di oggi pieno di razzismo e discriminazione verso il prossimo.
Ovviamente il festival deve calarsi anche nella città, poco più di diecimila anime, ma in fondo le due cose si mischiano bene. Usciti dalla cittadella del cinema, soprattutto la sera, lo sciame umano si sposta per le vie di Giffoni. La città risponde e accoglie bene. Pronta, chiaramente, anche a ricavarne un utile dal festival. Le attività però mantengono prezzi popolari, davvero. Non c’è speculazione e tutto rimane alla portata della tasca di un quindicenne. Credo sia una politica molto corretta, fondamentale per la simbiosi tra la città e l’evento.
Difetti? Davvero pochi. Forse qualche sala allestita solo per il festival è un po’ scomoda. Soprattutto le sedute. Ma non si può chiedere tutto. Giffoni rimane la miglior esperienza che un bambino, ragazzo, adulto possa fare…