Antonio Bamonte, consultore per l’emigrazione della Campania in Australia, nella delegazione della Consulta regionale per l’emigrazione della Campania che raccoglie i delegati a gestire i rapporti tra gli immigrati in ogni parte del mondo e la terra dei padri sarà in vista nella nostra regione da 5 al 9 dicembre del 2019.
I Consultori faranno visita a varie località, oltre al capoluogo di regione, in una sorta di pellegrinaggio in alcuni borghi che hanno ceduto molta della loro “umanità” disseminandola in ogni parte del mondo. Il programma degli incontri, predisposto dal Consiglio regionale della Campania che ha le competenze nella gestione dei rapporti con i Campani all’estero, prevede visite e Caposele, Lioni, Sant’Angelo dei Lombardi, Pietrarsa e Paestum. Il programma si concluderà alla stazione Marittima di Napoli, all’esterno della quale è eretto il monumento al “migrante ignoto” in ricordo di quanti non ce l’hanno fatta.
Nella sala Agave della stazione Marittima si svolgerà l’assemblea generale della Consulta per l’Emigrazione durante la quale i consultori, dopo i saluti istituzionali, potranno dibattere su come procedere per mantenere i collegamenti tra i luoghi da dove sono partiti i progenitori di oggi vive un’altra vita negli angoli più disparati del mondo.
Il nostro conterraneo, Antonio Bamonte di Roccadaspide, ha da tempo avviato un progetto Nonni- Nipoti, Viaggio di ritorno alle origini, che ha preso vita nel 2014. Da quella esperienza è stata prodotta una pubblicazione che raccoglie le esperienze vissute in Australia dove lui è Consultore.
Nell’intervento che Bamonte ha preparato in occasione dell’assemblea di Napoli ha voluto richiamare alcuni concetti decisivi al fine di non recidere definitivamente i flebili legami che ancora alimentano la fiammella dei ricordi: “i nipoti, vivendo in un contesto sociale ed economico lontano mille anni luce da quello dei nonni, difficilmente possono essere interessati a quanto i nonni hanno fatto per assicurare loro un futuro migliore. Ma se sono stimolati e incoraggiati nella maniera giusta, il desiderio di riappropriarsi delle proprie radici diventa prorompente, così come diventa incontenibile la curiosità di conoscere personalmente il proprio paese di origine”.
Bamonte riconosce che “l’orologio biologico è inesorabile” ma diventa pertanto imperativo “creare le condizioni per passare il testimone alle generazioni successive”. Il Consultore non si nasconde le difficoltà in quanto “molti dei nostri figli e nipoti non parlano l’italiano, alcuni parlano solo il dialetto imparato dai nonni, altri solo l’inglese”.
I testi raccolti nel libro sono pubblicati sia in italiano sia in inglese allo scopo di consentire la doppia lettura e dare modo anche di confrontare esperienze che rimangono vive nella mente di tantissimi che custodiscono i ricordi di un tempo andato.
Il volume, scritto, tradotto e curato dalla prof.ssa Concetta Cirigliano Perna che ha selezionato 44 storie di emigrazione.
Bamonte nel suo intervento non si ferma ai ricordi ma pone sul tavolo anche altri argomenti che devono suscitare interesse ad una platea più ampia della società a partire da chi produce e ha l’ambizione di commercializzare i prodotti delle proprie aziende all’estero: “la presenza massiccia di italiani di prima, seconda e terza generazione, che può avere un effetto trainante nel consumo di prodotti italiani! Come potrebbe essere importante accompagnare meglio la volontà dei tanti giovani italo–australiani di venire in Europa e in Italia al fine di favorire il rientro, sia pur per pochi giorni, nei luoghi da dove partirono i loro avi”.
Infine, Bamonte richiama l’attenzione sul nuovo fenomeno migratorio che riguarda le migliaia di giovani che arrivano in Australia con il visto “vacanza-lavoro che consente loro di trascorrere un anno in questo Paese e poi dipende da quello che riescono a fare.Noi, come associazioni campane d’Australia siamo disponibili ad assistere e indirizzare questi giovani, metterli in contatto con i coetanei d’Australia, facilitarne l’inserimento. Per fare questo c’è bisogno della cooperazione della Regione nel promuovere l’iniziativa, magari coordinandosi con l’ambasciata australiana a Roma. Noi, dal canto nostro, possiamo intervenire presso il ministero affari esteri australiano”.