Il sorriso di Carmine Caramante e lo sguardo sereno di Emanuele Sica accolgono gli amici e i curiosi della prima uscita pubblica di chi già al tempo delle elezioni comunali della primavera del 2024 affronta a viso aperto la corazzata allestita da Franco Alfieri per mantenere il potere nella Città dei Templi.
I due “cavalieri” senza paura scorrono con gli occhi sulle facce dei “reduci e combattenti” di quella testimonianza coraggiosa che ha resistito alla straripante vittoria di Alfieri nella primavera del 2024. Sono loro che hanno risposto per primi al richiamo dei due candidati a sindaco contro Alfieri e che, dopo le dimissioni di sindaco e consiglio, hanno riunito nella sala della biblioteca Erika a Capaccio Scalo.
Caramante e Sica sono seduti l’uno di fianco all’altro a dimostrare che alla prossima occasione si muoveranno all’unisono per restituire ai “capaccesi” la sovranità politica amministrativa sul loro comune evitando l’errore fatto nelle precedenti elezioni in cui sono riusciti a concedere ad Alfieri anche i posti in consiglio comunale che la legge riserva all’opposizione.
Consapevole dell’errore fatto, è Caramante a mettere le mani avanti e a preannunciare che saranno le “primarie di coalizione” a decidere chi sarà il candidato a sindaco che rappresenterà i due gruppi di “resistenti” scesi in campo nelle elezioni della primavera passata: modalità e tempi saranno decisi in seguito …
Molti dei presenti sono volti che hanno fatto la storia della vita politica e amministrativa del comune di Capaccio Paestum … A cominciare da Gaetano Fasolino, Enzo Sica, Franco Longo, Nino Pagano … Quasi tutti hanno “giocato” sia nel ruolo di maggioranze sia di in quello delle opposizioni; per cui i loro interventi sono animati dalla voglia di rivalsa abbinata dalla speranza di poter avere, ancora una volta, ruoli di primo piano nel prossimo futuro amministrativo che dovrà risollevare le sorti del comune dal punto di vista economico e “morale”.
La serata è anche il momento delle rivendicazioni di chi non ha mollato un attimo nel rivendicare il diritto di essere amministrati da un sindaco autoctono.
Tra i tanti intervenuti che hanno rivendicato gli anni di “resistenza” è stata Marianna Matrone a suscitare più apprezzamento sia per essere stata in prima linea fin dall’arrivo di Franco Palumbo al potere sia per la costanza con la quale non ha mai smesso di credere che, prima o poi, tutto sarebbe finito.
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Come lei, anche altri relatori sono arrivati con fascicoli di carte scaricate dal sito del comune sulle quali sono scritte, secondo loro, tutte le forzature o le malefatte della passata amministrazione. Come Matrone, anche altri hanno sciorinato delibere, elenchi di spese sostenute, conti in rosso delle partecipate, promesse non mantenute … l’incapacità di andare oltre il 51% delle entrate fiscali, l’inutilità di ogni opera realizzata: lungomare, Next, cineteatro, acqua a Capaccio Capoluogo, acquisizione del palazzo Stabile, la realizzazione dell’asilo nido al Rettifilo, il recupero delle biosfere, i lavori alla bufalara di Gromola, l’approvazione del Piano regolatore, la gestione del verde pubblico, la riapertura della piscina comunale, il fermo dei lavori del sottopasso di Paestum … dell’illuminazione pubblica si è preferito non parlarne!
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La sala Erika alle ore 19.30 era piena e molta gente ha assistito in piedi ai tanti interventi sui quali, ovviamente, spiccano quelli di Emanuele Sica e Carmine Caramante.
Parla prima Caramante che cerca di spostare l’attenzione più sul futuro che sui fatti su cui si è ampiamente dibattuto finora. È lui a lanciare l’idea delle “primarie” per scegliere il candidato sindaco. “È un’idea che dovrà essere strutturata e messa in opera “al più presto possibile” perché i tempi sono stretti!”
Con le primarie Caramante è convinto di poter recuperare la partecipazione alla vita politica di tanti cittadini che si sono rintanati nell’astensione e nella rinuncia alla partecipazione attiva perché “le prossime dovranno essere elezioni libere”! Ha anche auspicato che è ora di passare dalle “carte bollate ad elezioni libere da condizionamenti e far risorgere Capaccio Paestum nella legalità! La popolazione, in questi anni, è stata “ammutolita dalla paura e ha rinunciato a partecipare alla vita politica”.
Emanuele Sica, ribadisce il fatto che “si chiude nel peggiore dei modi l’amministratore Sica che ha lasciato il comune a navigare in 40 milioni di debiti. Inoltre, le aziende partecipate hanno appesantito ulteriormente il bilancio generale con le loro perdite!”
È difficile commentare la serata trasmessa in diretta da Stile TV e condotta da Arturo Calabrese …
A parte l’orgoglio di chi, alla fine di una lunga traversata del “deserto”, ha avuto ragione; il resto somiglia troppo un ritorno al passato per poter suscitare quello scatto di orgoglio invocato dai due protagonisti della serata.
Inoltre, se dopo anni di oscuro, duro e quasi impossibile lavoro di opposizione conclusosi con la soddisfazione di aver avuto ragione sul piano politico, appare assurdo immaginare di organizzare le “primarie” per individuare il candidato sindaco invece di risolvere la questione tra i due!
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Tra i due seduti al tavolo dei relatori, Sica e Caramante, sarebbe il secondo il più indicato in quanto meno coinvolto con le avventure dei due sindaci venuti da “fuori” (Palumbo e Alfieri). E poi, mi è parso anche quello che ha già capito che se si vuole “ricondurre” gli elettori ai seggi, è necessario rasserenare più che alimentare gli stati d’animo. Se poi l’obiettivo allargare la partecipazione ad altri ipotetici candidati, il rischio di lacerazione del fronte che si propone di riconquistare ai “capaccesi paestani” l’amministrazione della città il rischio è quello di ritrovarsi a entrare in una competizione che invece di aggregare altri alla causa, li farebbe disperdere in ogni direzione.
Infatti, dare agli ipotetici avversari la possibilità di potersi riorganizzare, azzererebbe il vantaggio iniziale acquisito in questa fase di sbandamento.