Di Diodato Buonora Una bella domenica di febbraio e, dopo tanto freddo, molta voglia di uscire e di gustare una buona cucina. Dove si va? A volte questo è il dilemma. Vicino, lontano, terra, mare, classico, tradizionale? Dopo aver pensato e ripensato, ecco che mi viene in mente “Il Papavero” di Eboli. Locale che ho già recensito una sola volta, nel lontano 2003, appena aperto. Da allora ne è passata di acqua sotto i ponti e alcune cose sono cambiate. La più importante da sapere è che “Il Papavero”, da alcuni anni, ha conquistato (e conservato nel tempo) l’ambita stella Michelin e se la memoria non m’inganna, è stato il primo ad avere questo riconoscimento a sud della provincia di Salerno. Successivamente questo “premio” è stato ottenuto dalla “Locanda Severino” di Caggiano, “Le Trabe” di Capaccio Paestum e dall’Osteria Arbustico di Valva. Per saperne di più sulle “stelle” conquistate dai locali, la Michelin informa che esse sono assegnate a un ristorante come riconoscimento dell’opera dello chef e della sua equipe. Il giudizio è formulato sulla cucina, provata più volte, indipendentemente dalla fama dello chef o del locale. Gli ispettori Michelin, per le stelle, si avvalgono di 5 criteri: qualità degli ingredienti, gusto e abilità nella preparazione dei piatti e nella combinazione dei sapori, cucina rivelatrice della personalità dello chef, rapporto qualità/prezzo e continuità. Questo per farvi capire che non siamo in un locale qualsiasi, ma in un posto dove la cucina è arte ed è frutto di studio, capacità e passione. Tornando a noi, l’indirizzo del “Papavero” è lo stesso, però il locale non è più situato al pian terreno, ma al primo piano dello stesso palazzo. Non sono più due piccole salette arredate in stile moderno, ma un intero grande appartamento suddiviso in diversi piccoli ambienti ed abbellito con quadri, arredi ed oggetti di epoche diverse. Il tutto crea un’atmosfera calma e piacevole che rilassa e fa sentire bene. Il nostro tavolo era l’unico, vicino alla finestra, di una piccola saletta che ci ha dato l’impressione di essere a casa ed avere una squadra di cuochi e camerieri al nostro servizio, così come si vede in film ambientati a qualche decennio fa. A prendersi cura di noi è stato il maître e sommelier Roberto Gigantino che, sin dall’inizio, ci ha coccolato e guidato in un bel percorso gastronomico. Nel frattempo che guardavamo il menu ci è stato offerto un fresco gin tonic. Il menu, come generalmente è in locali del genere, non è molto ampio ma è composto e studiato sin nei minimi particolari. Al “Papavero” ci sono 6 antipasti, 5 primi e 6 secondi. Inoltre si può comporre il proprio menu degustazione con stuzzichino, un antipasto, un primo piatto, un secondo piatto e piccola pasticceria a 35 euro, oppure con stuzzichino, due antipasti, un primo piatto, un secondo piatto e dolci a 40 euro. Aggiungendo ancora un antipasto (quindi tre) si passa a 45 euro. Vi posso assicurare che per un locale “stellato” sono prezzi da oscar. Infatti, la guida del Gambero Rosso 2017 ha premiato “Il Papavero” proprio per il miglior rapporto qualità prezzo. Noi, senza esitare, abbiamo preso il menu degustazione a 40 euro e ci abbiamo aggiunto i vini proposti dal sommelier in abbinamento a 20 euro. Così in un susseguirsi di golosità e piaceri abbiamo iniziato con “Cefalo scottato con crema di finocchi e asparagi di mare”. Due gli antipasti: “Brioche di farina arsa, stracciatella, girello di bufalo, broccoli rapa e maionese di peperoni cruschi” e “Patate alla carbonara con uovo D’Oro, tartufo ed erbe aromatiche”. Per noi, è stato aggiunto anche un gustoso e buono “Mantecato di baccalà”. A seguire, abbiamo gustato il superlativo primo: “Gnocchi di fagioli di Oliveto Citra con calamaretti spillo” e un piacevole secondo “Millefoglie di pesce bandiera con scarola, olio alle olive nere di Gaeta e granelle di mandorle”. Abbiamo continuato con una piccola selezione di dolci: “bicchierino di panna cotta con miele”, “Banana caramellata allo zenzero, salsa cioccolato bianco, tartelette alle nocciole con panachè di cioccolato bianco” e “Cannolo con ricotta di bufala con crema di cioccolato al rum”. Per concludere piccola pasticceria, caffè e un’ottima acquavite alle albicocche. Tutti i piatti sono stati all’altezza della situazione, piacevoli sia nel gusto che nella presentazione. Veramente, la cura dei dettagli effettivamente c’è. Per quanto riguarda la lista dei vini, è ricca ed ampia. Troviamo etichette nazionali ed estere, ben selezionate. Noi, come detto sopra, ci siamo affidati al bravo Roberto che ai nostri piatti ha abbinato: l’Oro di Baal dosaggio zero, spumante, metodo classico, ottenuto da uve fiano e prodotto dall’azienda Casa di Baal di Montecorvino Rovella; il Kerpen Riesling 2015 Handpicked della Mosella; il Ronco Pitotti 2015, Pinot Grigio Colli Orientali del Friuli Doc dei Vignai da Duline; il Carricante 2011 Sicilia Igt di Calabretta. Per finire vogliamo complimentarci con il patron Maurizio Somma che, assente spesso per lavoro, ha creato un team (tra cucina e sala) ben affiatato che tiene alto il nome del “Papavero”. Naturalmente un grande plauso va anche al giovane chef, Fabio Pisticci, che conduce la brigata cucina con doti e spirito da grande professionista. Torneremo ancora e questa volta non aspettiamo dieci anni per farlo. A presto.
Ristorante “Il Papavero” Corso Garibaldi 112/113 – 84025 Eboli (SA). Tel. 0828.330689. www.ilpapavero.it. Chiuso la domenica sera e il lunedì.