Da un caotico e profondo magma viene catturato l’artista Eduardo Giannattasio che come un Dio Vulcano, re degli abissi forgia il fuoco, elemento primario che non coincide solo il suo impeto creativo ma anche conla sostanza che usa per realizzare le sue opere. Approda e sconfina in un vero e proprio oceano artistico.Figure filiformi, stilizzate che nella loro flessuosità sembrano danzare sono le immagini realizzate con le fiamme che lambiscono le sue tele. Il suo laboratorio visivo sempre pieno di altre personalità artistiche è sito da molti anni a Giffoni Valle piana mentre la sua creatività segue una dinamica rapidità disegnativa che si ripercuote nel movimento sinuoso dei suoi quadri. Ma anche la ricerca di linguaggi sempre nuovi rappresenta il suo costante programma operativo: ha sperimentato oltre alla tela ed alla tavola anche le materie plastiche ed il ferro. Quest’ultimo in occasione di un progetto denominato ”Sulle tracce di Calder” svoltosi a Waterbury, la capitale americana del metallo dove ha lavorato fianco a fianco con altri cinque artisti producendo sculture simili ai “mobiles” del famoso Alexander . Per questa esposizione Giannattasio torna al fuoco che da sempre lo ha affascinato al punto da fargli inventare una tecnica tutta sua che riesce a catturare i colori sulla tavola oppure sulla tela attraverso il calore che non brucia. Solo una eccezionale destrezza e velocità può permettere di dipingere questo informale-figurativo che lo caratterizza. Sembra seguire la gestualità di Pollock che lasciava colare le sue cromie sull’area da dipingere ma lui va oltre. Fa emergere dal buio del suo inconscio il calore del suo impulso creativo che si materializza nelle fiamme vere e proprie. Negli anni novanta ai primordi del suo cammino, l’artista lavorava invece sulla carta da giornali in Francia che all’epoca era la sua residenza ed al posto dell’olio usava la pittura ad acqua realizzando dei collages sui generis. Ma anche la manipolazione dell’argilla che spesso cattura la sua passionalità lo riporta al fuoco, l’elemento che ha catalizzato la sua volontà artistica e che ritorna anche attraverso la tecnica raku che spesso pratica trascinandolo ancora una volta nel mare sconfinato degli abissi.
GABRIELLA TADDEO
BIOGRAFIA DI EDUARDO GIANNATTASIO
Eduardo Giannattasio nasce a Sieti, Giffoni Sei Casali (SA).
Diplomatosi presso l’ Istituto d’arte di Salerno nel 1971 ha percorso gli studi accademici presso l’Accademia delle Belle Arti in Napoli nel 1975 ottenendone il diploma.
PERCORSO ARTISTICO
Nel periodo dal 1976 al 1993 ha lavorato come scenografo in vari teatri, tra cui la RAI nazionale e il Teatro San Carlo di Napoli.
MOSTRE COLLETTIVE
Collettiva All’istituto d’arte – Salerno 1971
Collettiva al Centro Sociale di Olevano Sul Tusciano (SA) 1972
Collettiva di Montenboeuf, Montenbouef (Francia)1993
Collettiva al Salon de Vendanges Cognac (Francia) 1993
Collettiva al Circolo Unione Pagani (SA) 1993
Collettiva al Centro Arte Via Margutta 62 Roma 1994
Collettiva Montalivet (Francia) 1995
MOSTRE PERSONALI
Personale al Castello Mediovale di Agropoli (SA) 1988
Personale al Centre de Promotion Sociale Marthon (Francia) 1993
Personale alla Galleria d’arte TEMPIO 2000 Salerno 1993
Personale al Castello di Nontron (Francia) 1993
Personale alla Galleria la Halle Aux Grains Rochefoucauld (Francia) 1993
Personale Galleria Lubin Angoulene (Francia) 1994
Personale Libreria AR – Salerno 1995
Personale Galleria Utopia – ROMA 1995
Personale Lo Zen – Salerno 1995
Personale Museo della ceramica Salerno 2000
Personale “Danza Tribale” pittura, ceramica e scultura Varese 2004
Personale “White Space Gallery” New York (U.S.A.) 2006
Personale “Oasis Studios Gallery” Miami (U.S.A.) 2006
Personale “I Colori del fuoco” – Milano 29/11/2006
RASSEGNE
Artexpo – New York 1994
Rassegna internazionale Arte new 2000 – Roma 1994
Biennale Internazionale D’arte moderna – Malta 1995
Rassegna Salerno porte aperte – Salerno 2000
Premio Antonio De Curtis per le arte figurative 2006
L’opera di Giannattasio, nella sua continua ricerca, esplora oggi un nuovo spazio, quello della ceramica. Hanno scritto di lui: Gaetano Mirabella, Giuseppe Siano, Gabriella Taddeo e Antonio Tolve.
Vive e lavora tra Salerno e New York.