di Bartolo Scandizzo
E il parco resta a guardare che la politica, anzi il politichese si accorga che tutto ha un limite oltre il quale l’attesa diventa complice del degrado in cui versano le istituzioni.
Infatti, non c’è tempo per dare retta al Parco Nazionale del Cilento, Diano e Alburni e, di conseguenza, al grande patrimonio che rappresenta ed è delegato a tutelare e valorizzare.
Solo un atteggiamento attendista che sta alla base del modo di interpretare l’azione politica in funzione degli interessi di parte può giustificare lo stallo che da anni, potremmo dire da sempre, caratterizza le nomine delle persone destinate a governare il parco più grande d’Europa.
Quale funzionalità può avere il un ente decapitato dei suoi organi di governo?
Quale programmazione può mettere in atto in accordo con il territorio se l’assemblea della Comunità del parco che vede presenti tutti i sindaci del territorio non reisce da quattro anni ad eleggere un presidente in sostituzione di Angelo Vassallo assassinato?
Quale impulso può dare un ente senz’anima per contrastare e risolvere l’annoso problema dei danni causati della fauna selvatica che così tanto hanno offuscatoagli occhi di tanti cittadini i grandi riconoscimento ottenuti dal nostro parco a livello mondiale?
Ovviamente, non basta avere un presidente per risolvere problematiche enormi come la viabilità disastrata che ha azzoppato ogni tentativo di rilancio economico, né è sufficionte avere un consiglio eletto dai sindaci per invertire la desertificazione demografica di tante comunità delle aree interne.
Certamente, però, le voci autorevoli che rappresentino l’ente parco nel territorio e che si confrontino con quanti esprimono critiche sul ruolo e sulle iniziative di conservazione e tutela, sarebbero un possibile freno al disfattismo dilagante che non fa sconti alla politica e non fa sconti all’idea di area protetta che solo perché esiste viene fatta oggetto della causa di tutti i mali.
Settembre è arrivato, in regione c’è un presidente, Vincenzo De Luca, al governo c’è un ministro dell’ambiente, Galletti, da tempo, i sindaci del territorio hanno il potere di votare i loro 4 rappresentanti, le altre istituzioni possono nominarni altrettanto …
non si aspetti la prima mossa degli altri per poter calibrare la propria. Ci si muova evitando di perdere un’altra buona occasione per essere credibili e di perdere definitivamente la faccia, non tanto con i cittadini quanto con se stessi!