Mercoledì 28 marzo è stato presentato il 1° rapporto sui rifiuti della Provincia di Salerno. Il rapporto evidenzia i ritardi e l’emergenza continua in cui vivono i cittadini della provincia: i dati del rapporto sul ciclo dei rifiuti sono: 15 discariche, un impianto di trivogliatura dei rifiuti urbani di Giffoni Valle Piana, dodici impianti per il recupero degli ingombranti durevoli. Tutti da costruire: l’impianto CDR di Battipaglia, l’impianto di selezione della frazione “secca” di RSU, inesistenti nella provincia di Salerno gli impianti di compostaggio, i rifiuti organici sono stati conferiti fuori provincia, l’unico impianto previsto è quello di Polla ancora da collaudare. La carenza di impianti e la mancata raccolta differenziata devono fare i conti con 379 kg/abitanti di rifiuti prodotti con un costo di 0,14 Euro (270 lire) il chilo per lo smaltimento, e la mancanza di 56 miliardi per la bonifica dei siti di stoccaggio e di vagliatura. Stoccaggio, Vagliatura, Trasferenza, CDR, RSU, parole, parole, parole…, come diceva una vecchia canzone, non risolvono l’emergenza, ma aggravano l’esistenza. ‘A cinque anni dal decreto Ronchi la provincia di Salerno vive ancora in uno stato di emergenza, che si aggraverà dopo il 31 dicembre 2002 quando questa fase sarà chiusa.’ ha dichiarato Giulio Facchi sub-commissario per l’emergenza rifiuti in Campania. Ma non tutto è perduto, in mancanza d’altro, sommersi dai rifiuti, sono stati premiati “I COMUNI RICICLONI”: 1° classificato S. Cipriano Picentino con il 50% di raccolta differenziata, menzione e 10. 329 Euro; 2° classificato Sala Consilina, Bellizzi, Battipaglia, premiati con menzione. ‘La ricetta per uscire dall’emergenza è la raccolta differenziata.’ ha affermato Angelo Palladino, assessore dell’ambiente della Provincia. I rifiuti sono una risorsa; con il 9% di raccolta differenziata la provincia di Salerno è ancora lontana dalle percentuali del 35% del decreto Ronchi. La raccolta differenziata non può essere un accessorio, ma deve diventare punto centrale della gestione dei rifiuti; vi è necessità di una nuova cultura sulle tematiche ambientali. Per Michele Buonomi, presidente di Legambiente, bisogna diminuire i rifiuti, la raccolta differenziata rappresenta l’elemento fondamentale di uno sviluppo diverso, incentrato sulla qualità e non sulla quantità. Il benessere non è legato alla quantità dei prodotti consumati, bisogna innescare un processo culturale per un consumo consapevole, rispettoso della scarsità di risorse, anzi della loro finitudine. Sviluppare il mercato verde dei prodotti, ridurre, riciclare, trasformare i rifiuti, sviluppare una responsabilità condivisa da tutti, l’obiettivo-sfida è la riduzione dei rifiuti e la raccolta differenziata al 100%.
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