L’interminabile discussione che dura da moltissimi mesi sul vaccino, sulla sua efficacia e sui possibili effetti collaterali, comincia già ad incrociare la strada di nuove e di antiche polemiche, perché da pochi giorni è stata inoculata la terza dose del vaccino ad alcune categorie di persone ( i sanitari, le persone fragili e gli utra ottantenni), che avevano fatto la seconda dose da oltre sei mesi. Al di là dei pensieri scientifici, sui quali non metto lingua, perché non sono il mio campo di gioco, vorrei solo che si registrasse finalmente un chiaro indirizzo da parte della scienza, finalizzato a rendere l’argomento accessibile alla facile comprensione della gente, lasciando poi la libertà di decisione alle singole persone. Se è vero, però, che ognuno è libero di decidere in base al suo personale giudizio, bisogna anche tenere presente che c’è un interesse generale che va oltre l’interesse individuale di ogni singola persona che, per quanto possa essere rispettabile, non deve mai entrare in contrasto con l’interesse della comunità in cui si vive. Questo è un sacrosanto principio della democrazia associativa, che non può essere disconosciuto o ignorato da nessun cittadino, perché la libertà personale viene dopo gli interessi generali, fondamentali e costituzionali di uno Stato, per cui lo Stato può e deve mettere in campo tutte le misure necessarie per proteggere prima sé stesso e poi la salute di tutte le persone che lo compongono. Chi non riesce a capire questo elementare concetto e mi riferisco a tutti i “No Green Pass”, è fuori dalla vita di un Paese democratico e, dal punto di vista mentale, fa parte di uno Stato che esiste solo nella sua immaginazione.
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