È decisamente un bel percorso e alla portata di tutti, quello che si snoda ai piedi del monte Cervati. Abbraccia le “due strade bianche” tracciate lungo il crinale esposto a Nord, verso il monte Motola. È in questo luogo che si incontrano i due corsi d’acqua, Fiume Freddo a sinistra e il Calore a destra appena nati e già in grado di farsi sentire grazie alla forza di gravità che li trascina a valle. Siamo a 8 km circa da Piaggine e sul il punto di incrocio quando Fiume Freddo, che arriva daIl’area dove è situato il Piano degli Zingari, si getta nel Calore andando a rinforzare il ruscello in cui è stato ridotto dalle captazioni fate per spegnere la sete degli “umani”. La bella giornata primaverile, con il sole che ti illumina gli occhi e il vento che ti accarezza le guance, rende piacevole l’andare. Il passo è spedito perché le salite e le discese si alternano a breve distanza e non ci danno il tempo di stancarci né di adagiarci. È bello andare con lo sguardo oltre e arrivare lì dove le montagne si stagliano e segnano i confini col monte Motola a sinistra e il Cervati di fronte. Mentre alle spalle sale timida la brezza del mare occultato dalla foschia all’orizzonte. È bello andare e non sentire la stanchezza ma solo il piacere di essere immersi nella natura con i prati verdi che si offrono ai cavalli, alle mucche e ai vitellini nati da poco. C’è varietà di piccoli fiori tra l’erba con il loro profumo delicato. I loro colori al sole sembrano danzare nel vento: le primule, i ranuncoli, le margherite ed anche le famose orchidee selvatiche che a quanto pare non sono un’esclusività di Sassano. È bello andare col piacere di andare e di ascoltare solo il canto di uccelli e l’orchestra dei campanacci delle mucche. E poi, qua e là, s’incrocia qualche vecchia auto, sono i pastori che, preoccupati dei loro greggi e armenti, vanno a verificare che tutto è a posto. Le casette spuntano di tanto in tanto e sembrano offrire rifugio non solo ai loro proprietari pastori ma anche ai viandanti come noi che camminano in montagna per diletto. Fa ancora un po’ freddo, infatti dai camini si alza il fumo rivelando che i fuochi sono accesi. Quando capita, poi, di incrociare le mucche che attraversano la strada, nei loro sguardi sembra di leggere curiosità per questi esseri umani che osano andare lì dove si sentono padrone esclusive: è il loro habitat. Il tempo passa e dopo solo due ore ci ritroviamo al punto di partenza, abbiamo percorso poco più di 10 km e con un po’ di rammarico ci appropinquiamo a riprendere l’auto! Scendiamo in paese, la piazza è animata da gente che cammina o è seduta davanti ai bar per l’aperitivo che predispone al pranzo. Poche chiacchiere con gli amici di un tempo e via a casa per un gustoso piatto di ravioli al sugo …