Oreste Mottola lo ricordava così…
Giuseppe Chiacchiaro ci ha lasciati. Per noi tutti era “il nonno”. Parenti e collaboratori di “Unico” accomunati in una sola famiglia. E uniti a ricordare Giuseppe Chiacchiaro che dal pomeriggio del 5 giugno 2013 non è più tra noi. A spronarci a occuparci di questo o quell’argomento. Dell’Ospedale della sua Roccadaspide, innanzitutto. Contento se registravamo l’attivismo amministrativo di suo cugino Girolamo (“siamo figli di due sorelle”, precisava) ma onorato di trovare anche le interviste e le prese di posizione degli avversari locali del sindaco. Che tutti stessero sulle pagine del giornale fondato da suo genero Bartolo era la sua soddisfazione. Poi rimbrottava Lucio e Luciano poichè non avevano la sua abilità nel consegnare velocemente le copie per le strade di una Roccadaspide che solo lui conosceva a menadito tra palazzi, villette e poi per i vicoli del centro storico. Luciano, diceva, era troppo timido nel far presente che la sottoscrizione degli abbonamenti era scaduta. Francesca non vantava come si doveva le grandi capacità del “suo” ospedale. Sì, quell’ospedale dove è stato curato con grande amore e perizia fino all’ultimo giorno. “Qui mi conoscono tutti, dal medico importante all’ultimo infermiere”, come mi disse l’ultima volta che l’ho visto già – purtroppo – debilitato dalla malattia che lo ha sottratto alla vita. Aveva voluto abbonare i reparti e medici e così – ma noi lo ignoravamo – nasceva la nostra forte “audience” all’interno delle corsie. Addio, zio Peppe Chiacchiaro, una vita da fioraio e autista, e da giovane valente meccanico nella Ford d’Australia, quella terra che la tua amata moglie volle abbandonare poichè voleva far crescere in Italia le figlie Gina e Antonella. Quello che ti promettiamo è di perseverare nell’impegno per difendere il tuo ospedale. Luciano esplora anche a tempo perso le vie di Rocca per meglio servire i tuoi abbonati. Oreste aspetta d’incontrarti per riscrivere quella ultima lettera che tu gli dettasti. Lucio non parcheggerà più davanti al tuo garage. Addio, nonno Peppe!
I TUOI RAGAZZI DI “UNICO”