E’ passato un anno da quando, il 10 giugno del 2022, Mons. Mario Sibilio, da tutti sempre conosciuto e così indicato come don Mario, quasi ad attestare la sua naturale tendenza a non frapporre diaframmi tra lui e i suoi interlocutori, è tornato alla casa del Padre. E qui piace immaginarlo a tutti quelli a cui è toccata la fortuna di conoscerlo mentre era in vita.
Era nato ad Acquaviva delle Fonti (BA) il 12 gennaio del 1932. Qui, infatti, viveva la famiglia in quell’epoca, in quanto il padre, originario di un paese dell’agro nocerino-sarnese, ma sposato con la signora Ersilia di Gioi Cilento, vi svolgeva la professione di Guardia forestale. Abbastanza presto la famiglia, insieme al piccolo Mario, si trasferì nel paese della mamma, dove frequentò le scuole elementari. Qui, sotto la guida del parroco della parrocchia di S. Eustachio, don Francesco Ferri, maturò la decisione di entrare in seminario per diventare sacerdote. Da qui iniziò il lungo cammino di formazione culturale e spirituale nei seminari di Vallo della Lucania prima, poi in quello di Salerno e poi di Napoli, per arrivare, dopo tredici anni di studio e riflessione, all’ordinazione sacerdotale avvenuta il 26 luglio 1955 per le mani di Mons. Federico Pezzullo, nella chiesa di S. Eustachio. A tal proposito, si racconta che la celebrazione del rito dell’ordinazione era contesa tra i rispettivi parroci delle due parrocchie di Gioi, S. Nicola e S. Eustachio. Siccome la scelta, per ovvi motivi di appartenenza territoriale di don Mario alla seconda, cadde su questa, il parroco della prima, mons. Salati, dispiaciuto rifiutò di prendere parte all’importante evento, preferendo di restarsene sul Sacro Monte di Novi Velia, del quale, a quel tempo, egli era il Rettore del santuario ivi collocato.
Dopo breve tempo, il giovane sacerdote iniziò la sua azione pastorale in diocesi; un impegno che durerà oltre sessant’anni, con l’incarico di assistere comunità tra le più importanti, come quella di S. Maria delle Grazie e S. Pantaleo a Vallo della Lucania, S. Bartolomeo a Pellare ed altre. La sua preparazione culturale e teologica, la serietà della sua azione, la capacità di dialogo con tutti e l’attenzione costante verso i bisogni della gente indussero i vari vescovi con i quali collaborava con entusiasmo e competenza, ad affidargli anche altri incarichi più importanti e delicati, quale quello di Vicario generale, di moderatore della Curia vescovile, canonico arciprete della Cattedrale ed altri. Per molti anni ha percorso le strade dell’intera diocesi come incaricato della pastorale giovani, campo questo che, al di là del plauso e della fiducia dei suoi superiori, gli ha procurato stima, gratitudine e affetto da parte di centinaia di giovani e non più giovani che ricordano con nostalgia e profondo senso di riconoscenza gli insegnamenti ricevuti.
Di tutto questo può esserne considerata una toccante dimostrazione l’evento che la Diocesi di Vallo della Lucania e la “Associazione di Cristo Sacerdote e Famiglia Piccola Chiesa ODV” hanno organizzato, nella mattinata di sabato 7 gennaio, presso la sala consiliare del Comune di Vallo della Lucania. La celebrazione dell’evento era legata al ricordo del primo anniversario della scomparsa di don Mario Sibilio. Il primo elemento che si è evidenziato agli occhi di chi vi ha partecipato è stato il numero degli intervenuti: una sala piena fino all’inverosimile. Particolare che saltava subito agli occhi di chi, come me, nella stessa sala, era stato presente a celebrazioni di eventi culturali, di natura politica ed altro. Ma mai mi era capitato di osservare una partecipazione così numerosa, particolarmente attenta e con una emozione che si respirava nell’aria. Un’atmosfera quasi religiosa, e religiosa forse lo era davvero, visto che si trattava di ricordare una persona che al servizio degli altri e della Chiesa aveva dedicato una vita con abnegazione, disinteresse e spirito di servizio, come si evince dal testamento che si può leggere nelle prime pagine del libro a lui dedicato e che è stato presentato in questa stessa occasione. Si tratta del testo: Luigi Rossi – MARIO SIBILIO – un presbitero della diocesi di Vallo – Francesco D’Ambrosio editore. Il libro è stato scritto e pubblicato a totale carico dell’autore per ricordare il primo anniversario della morte di don Mario e lo stesso autore annota che “Non è la biografia di un sacerdote, ma il riconoscente ricordo di quanti lo hanno conosciuto ed hanno beneficiato del suo fervore pastorale. La lettura di queste pagine può costituire un’occasione per riflettere sulla storia di una diocesi e sui bisogni di un presbiterio”[2].
Il testo si compone di ben 362 pagine, comprendenti, oltre alla breve presentazione, le cinque pagine del testamento autografo di don Mario e una nota biografica, tre capitoli: il primo, “Una galleria di preti cilentani in un secolo di storia della diocesi”, una riflessione, attraverso la storia di tanti preti che, nel secolo XX, con i loro insegnamenti e le loro opere hanno finito per contribuire in modo sostanziale alla crescita umana, culturale e civile di tante popolazioni del Cilento, soprattutto nel secondo dopoguerra. Si pensi, giusto per fare un esempio, alla nascita e alla crescita dell’ospedale di Vallo della Lucania, in testa specialmente a due sacerdoti: don Luca Petraglia e don Pietro Guglielmotti. Non parliamo della preziosa opera nel campo dell’educazione e istruzione delle giovani generazioni.
Il secondo capitolo contiene una serie di scritti desunti dall’archivio privato di don Mario il quale, nel consegnarlo al dott. Osvaldo Santoro, al quale don Mario stesso aveva indicato il Prof. Don Luigi Rossi per una eventuale sistemazione studio. Il terzo capitolo, circa 150 pagine, contiene una nutrita serie di testimonianze rilasciate da altrettante persone che hanno voluto così attestare la loro stima e affetto per questo sacerdote che ha costituito una esperienza unica e indimenticabile nella loro vita. Il Libro si chiude con una ricca raccolta di fotografie che raccontano principalmente i numerosissimi incontri con i giovani, magna pars del suo impegno pastorale. Mi piace segnalare la bellissima foto della prima di copertina del libro; in essa sono ritratti Papa Francesco e Don Mario, seduti l’uno di fronte all’altro, mano nella mano, come due persone che si sono conosciute da sempre, il Papa sorridente e contento, don Mario, sorriso abbozzato, ma felice e commosso.
Ha aperto l’incontro il sindaco di Vallo della Lucania che ha portato i saluti dell’amministrazione comunale. A parlare del libro e naturalmente di don Mario, c’erano la prof.ssa Silvana Sorrentino, consorte del dott. Santoro, la quale ha moderato gli interventi e che insieme al marito erano stati molto vicini al sacerdote nelle ultime fasi della sua vita e che sono anche l’anima dell’associazione promotrice dell’evento. Si è visto don Franco Pecoraro, Vicario Generale, il prof. Manlio Morra che ha pronunciato un ampio e articolato discorso sulla vita e l’opera di don Mario. Il prof. Rossi, autore del libro, ha articolato il suo intervento mettendo in risalto, rispetto alla vicenda umana e sacerdotale di don Mario, la necessità che esempi come quello di don Mario possano essere utili soprattutto a vivificare in qualche modo anche un presbiterio, quello diocesano, ormai ridotto di numero, invecchiato e in qualche modo anche abbastanza privo di spirito di corpo che aiuta i sacerdoti stessi a sentirsi più forti e meno isolati nell’assolvere ad un servizio che richiede comunione di impegno e grande spirito di condivisione. Il lungo applauso che ha suggellato la fine dell’incontro ha confermato che tutto sommato lo spirito di don Mario aleggiava ancora in quella sala.
Michele Santangelo