di Bartolo Scandizzo
Il Sindaco di Ottati, Eduardo Doddato, ha deliberato che nel suo comune, con la massima urgenza, i cacciatori prendano armi e bagagli e partano per la battuta di caccia difensiva contro l’invasione dei “porci” che hanno posto assedio al suo comune e non ne vogliono sapere di toglierlo. Non si hanno ancora notizie certe a quanti uomini ammonta la mobilitazione in armi e chi sarà posto al capo dell’esercito di doppiette che si stanno reclutando, né sono facilmente individuabili i confini territoriali del comune entro i quali sarà possibile sparare, senza preavviso, ad ogni cinghiale, piccolo e grande, che si affaccerà nel perimetro.
Non si è nemmeno capito se si tratta di un atto semplicemente difensivo o la strategia è quella di ripulire prima l’interno del perimetro per poi effettuare incursioni all’esterno. Purtroppo, come fa notare l’ordinanza del prefetto che ha dato l’alt a Doddato, i cinghiali non rispettano i confini (nemmeno quelli visibili), per cui sarebbe necessario fortificare Ottati per rendere il paese dei murales impenetrabile alla fauna selvatica.
Sarà il caso di individuare un comandante che organizzi in modo efficiente gli uomini in armi per evitare che anche chi ha armi in disuso da anni possano essere presi dal raptus di farsi giustizia da sé nei confronti delle scrofe selvatiche. Ma il vero pericolo sarà quello che qualcuno scambi ogni movimento dietro un arbusto o in una vigna, o in un campo di grano, per un pericoloso cinghiale …
La motivazione di Doddato è che bisogna agire prima che ci scappi il “morto”! sarebbe il caso che Doddato e chi lo esalta che di morti, per incidenti di caccia, nel nostro territorio ce ne sono stati molti più di uno: ad esempio sul monte Soprano traRoccadaspide e Capaccio (probabilmente dentro il perimetro del parco) …
Per cui attenzione a non andare oltre le buone intenzioni …
Dopo i sindaci “briganti” ecco che Doddato, ha rincarato al dose: armiamoci e facciamoli fuori prima che ci scappi il “morto” come è successo a Cefalù! Secondo la teoria del sindaco – brigante – cacciatore, siccome alcuni cani azzannano padroni e, a volte, padroncini, decidiamo di sterminarli tutti così si evita il problema.
Affrontare in modo razionale il problema della proliferazione indiscriminata della fauna selvatica esiste ed è ben presente a tutte le persone di buon senso. i rimedi ci sono e devono essere approntati. e questo ha tentato di fare l’ente parco con il bando per selezionare i cacciatori – selettori che avrebbero dovuto, sotto il controllo della guardia forestale e in piena sicurezza, avviare gli abbattimenti. Purtroppo, sembra che sia siano candidati cacciatori con il porto d’armi non in regola o addirittura pregiudicati a cui è stato inibita la possibilità di detenere armi, ma non ritirato il porto d’armi. Tutto ciò è stato scoperto grazie a ricorso presentati da altri cacciatori esclusi dalla selezione.
Questo deve far riflettere a soffiare nella direzione del problema risolto per le vie spicce: si conquista qualche simpatia ma si perde di vista il bene comune che è al sicurezza.
Dopo tutto, come mi svelò una persona ben informata tempo fa, nella Valle del Calore e degli Alburni è aumentato l’acquisto di congelatori negli ultimi 10 anni! sembra proprio a causa della caccia di frodo che, sistematicamente, viene esercitata in queste e in altre zone.
Per cui, si dia man forte all’istituzione parco nominando i consiglieri rappresentanti dei sindaci (4). si solleciti il presidente della Regione ad individuare il presidente e il ministero a nominare i suoi rappresentanti. insomma sia dia un governo all’ente. a questo e solo a questo si demandi la soluzione del problema che non è cosa da principianti o da apprendisti stregoni.
Doddato ritiri le sue “truppe”, prima che un esercito di cani e cacciatori si mettano nei guai e mettano nei guai anche tanti cittadini esasperati perché non si riesce a dare risposte serie al problema che è molto sentito.