di Bartolo Scandizzo
Il Consiglio direttivo del Parco ha deciso, per la seconda volta, di rinviare la decisione di scegliere la terna da inviare al ministero per la nomina del direttore dell’ente. La proposta di rinvio, evidentemente concordata tra presidente e consiglieri, è stata fatta da Vincenzo Inverso. A lui si sono accodati, con varie motivazioni, tutti gli altri. Pur dichiarandosi d’accordo e riconoscendo la qualità del lavoro svolto da Giovanni Ciao, direttore facente funzione, il solo Natalino Barbato ha ribadito la necessità di dotare l’ente di un direttore nel pieno delle sue funzioni.
Come avevamo già scritto su Unico, le motivazioni addotte da tutti sono strumentali esclusivamente alla volontà di voler rinviare sine die la decisione in quanto è difficile prendere per buona la necessità (già spesa per motivare il primo rinvio) di studiare bene i curricoli dei 13 candidati tra cui sei ex direttori di parco, due dei quali, Angelo De Vita e Domenico Nicoletti, direttori proprio nel parco del Cilento. Nicoletti, poi, addirittura in carica al Gran Sasso di Abbruzzo!
Gli altri direttori ed ex direttori di parco sono: Boscagli Giorgio – Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, Monte Falternona e Campigna; Esposito Gennaro – Parco Nazionale del Vesuvio; Congiatu Pietro Paolo – Parco Nazionale dell’Asinara e dell’Area Marina Protetta Isola Asinara; Pignatelli Ciro – Parco Nazionale dell’Arcipelago della Maddalena.
La richiesta fatta al ministero di riaprire il bando per acquisire altre professionalità (salvaguardando le posizioni di chi ha già partecipato al bando, poi, denota la chiara volontà di voler ricercare altri pretendenti alla carica tra chi, per vari motivi, non ha voluto candidarsi in prima battuta.
Ci sono stati anche dei consiglieri che hanno ipotizzato delle audizioni di tutti i candidati in lista per conoscerli e capire come vorrebbero, qualora scelti, accompagnare il consiglio e il presidente nella realizzazione del programma già definito e approvato.
È necessario, però, ricordare che la scelta della terna non può prescindere dai titoli e dalle esperienze accademiche e sul campo dei candidati. Per cui, anche ammesso che si potesse far riaprire i termini del bando esponendo ogni scelta futura a ricorsi in sede amministrativa, rimarrebbe da capire come far prevalere su tutti il nome di quello che soddisferebbe le aspettative di Pellegrino e compagni.
L’impressione che se ne ricava è quella che ci si sia infilati in un vicolo molto stretto che, col tempo potrebbe addirittura chiudersi provocando una precipitosa ritirata.
In fondo, il motivo che ha indotto il consiglio a tergiversare fino a chiedere al ministero di assumere una decisione che creerebbe un pericoloso precedente è la volontà espressa da più di un consigliere, avallata da Pellegrino, di non volere in quel posto nessuno dei due direttori che si sono succeduti nella carica dalla fondazione ad oggi: Domenico Nicoletti ed Angelo De Vita. Si tratta di due professionisti che a livello di titoli ed esperienza difficilmente potrebbero essere esclusi dalla terna da inviare al ministero a cui spetta la scelta finale. Quindi, la ricerca si ridurrebbe a qualcuno che possa competere con i due “campioni” e dia a chi ha la facoltà di decidere in ultima analisi di poterlo fare senza dover perdere la “faccia” su un nome non all’altezza.
Intanto, Tommaso Pellegrino avrà tempo per continuare la sua ricognizione dall’interno su uomini e mezzi a disposizione per una ripartenza dell’idea di sviluppo sostenibile della area parco che dal primo momento ha affermato con convinzione e sulla quale ha saputo portare l’intero consiglio.