Al momento, l’esito dell’adunanza plenaria del Consiglio di Stato appare decisamente incerto. L’impressione è che a due settimane dalla sentenza, il Miur sia giunto ad un bivio: da una parte c’è la possibilità di applicare il verdetto in modo “secco”, come auspicano i colleghi maestri precari laureati in Scienze della Formazione Primaria, oltre che una parte di quelli inseriti nelle GaE dopo aver vinto il concorso a cattedra; dall’altra, ci sono i diretti interessati, difesi dai sindacati, che chiedono di non perdere la possibilità di accedere all’immissione in ruolo (in primis quei 5mila che lo avevano ottenuto con riserva e tra non molto se lo vedranno sfilare).
Intanto, il Miur prende tempo e ribadisce che la decisione del Consiglio di Stato “non ha effetti immediati su tutte le situazioni giuridiche soggettive dei diplomati magistrali o dei controinteressati” e che la sentenza “riguarda i diplomati magistrali che hanno conseguito il titolo entro il 2001/2002, che non risultavano inseriti nelle Graduatorie permanenti all’atto della loro trasformazione in Graduatorie ad esaurimento nel 2007 e che recentemente hanno proposto ricorsi per ottenere comunque l’inserimento nelle citate Gae”.
Per il Miur, infatti, “la sentenza non ha alcun impatto, né immediato né futuro sui diplomati magistrali, già di ruolo o ancora oggi iscritti nelle Gae, che risultavano già iscritti nelle Graduatorie permanenti nel momento in cui la legge 296 del 2006 le ha trasformate in Graduatorie ad esaurimento. Per essere inclusi nelle Gae avevano dovuto infatti conseguire o l’idoneità in un concorso pubblico per titoli e esami, o frequentare e superare un corso straordinario organizzato dal Miur finalizzato al conseguimento dell’idoneità per la scuola elementare o dell’abilitazione per la scuola materna, corso destinato esclusivamente a coloro che erano in possesso del diploma magistrale o di scuola magistrale e di determinati requisiti di servizio”.
Per sensibilizzare il Miur nell’optare per una soluzione politica al problema – in ballo c’è il destino professionale di oltre 40mila maestri – i sindacati hanno organizzato anche una serie di sit-in: il principale si svolge a Roma, davanti al ministero dell’Istruzione a Roma.
Fonte: LENTEPUBBLICA.IT