Tratto dalle “Baccanti” di Euripide, “Dionysos” è il risultato finale del progetto culturale cresciuto all’interno del laboratorio teatrale condotto da Giancarlo Guercio e promosso dall’associazione Skenai di Buonabitacolo. Più di una trentina di persone tra attori amatoriali e professionisti, tecnici, collaboratori e assistenti hanno deciso di unire diverse passioni per dar vita ad uno spettacolo tanto affascinante quanto complesso.
Il parco della Certosa e il suo splendido scalone monumentale trovano spazio tra miti e dei, innestandosi in modo sorprendentemente naturale all’interno della scenografia, amalgamandosi alle vicende delle donne Tebane e fungendo da elementi architettonici spettacolari, a tratti fondamentali a caratterizzare la scena di una atemporalità sorprendente.
La regia è di Giancarlo Guercio affiancato da Ornella Bonomo, mentre la direzione di scena e musicale è affidata a Giuseppe Di Stefano. Giovanni Mariella e Ilenia Vertullo sono invece i realizzatori della scenografia.
Una menzione particolare per gli splendidi costumi va a Carmela Risi e Antonia Capobianco, così come a Sara Cammarosano e Gaetano Ferrara per i meravigliosi gioielli e oggetti di scena. Il connubio e il contrasto tra la classicità e il contemporaneo emerge in maniera evidente, quasi a caratterizzare la complementarità di ciò che si crede bene e quello che appare essere il male.
Così “Dionysos” riesce a far breccia nel cuore del Cilento, presentando temi molto attuali seppur pensati e scritti in tempi a noi molto lontani. La capacità di un ascolto puro e privo di giudizio e pregiudizio. L’ascolto, che diviene il collante di una relazione sana e duratura, è l’ingrediente che permette di aggiustare il sapore di qualsiasi legame, pubblico o privato. “Dionysos” ci insegna che solo con l’ascolto disinteressato possiamo evitare che gli equilibri che ci tengono in vita, che regolano la nostra società, ma anche le nostre famiglie e le nostre amicizie, si spezzino definitivamente senza soluzione di ripristino.
Ascolto e fiducia.
Così veniva sottolineato allora.
Così fondamentale è ricordalo oggi.
Sara Cinnadaio