Sono stati approvati i piani di dimensionamento scolastico 2025/26. Il 14 gennaio il Consiglio dei ministri ha approvato un decreto-legge che prevede misure agevolative per le Regioni ‘virtuose’. Le amministrazioni regionali e le istituzioni scolastiche assumono, dunque, nuove misure nell’attivazione del dimensionamento scolastico. “Con le misure odierne, volle precisare il Ministro Valditara, offriamo alle regioni che dimensionano condizioni di maggior favore nella realizzazione del servizio. Nessun plesso verrà chiuso, ma vi sarà una scuola meglio organizzata e più vicina agli studenti”. Il processo di dimensionamento della rete scolastica è previsto, comunque, dalla riforma R. 1.3, “Riorganizzazione del sistema scolastico della Missione 4 del Piano nazionale di ripresa e resilenza”. Le regioni inadempienti che finora non hanno assunto i piani di dimensionamento, entro i primi dieci giorni dall’entrata in vigore del decreto legge, dovranno adottarli. Il MIM precisa: “Tutte le Regioni che risulteranno aver effettuato il dimensionamento nei termini previsti, così come modificati dal dl, potranno usufruire di una serie di misure agevolative, tra le quali la possibilità di istituire classi anche senza il requisito del numero minimo di studenti, la salvaguardia del contingente Ata per l’anno scolastico 2025/26 e la nomina di un docente con funzioni vicarie del dirigente scolastico sulle scuole oggetto di dimensionamento. Si escludono dal dimensionamento le due scuole slovene del Friuli”. Nei fatti, dunque, le diverse Regioni e gli Uffici scolastici regionali stanno pubblicando i piani di dimensionamento per l’anno scolastico 2025/26. Si prevede che a partire dal prossimo anno scolastico l’aumento delle dirigenze dovrebbe essere riassorbito, prevedendo il numero di organici di dirigenti e DSGA in base al decreto 127 del 30 giugno 2023. il decreto, comunque, per l’anno scolastico 2025/26, ha previsto 60 DS e DSGA in meno. E’ questo, intanto, l’esito del piano di dimensionamento della rete scolastica; uno strumento necessario per gli Enti Locali che propongono, ogni anno, l’istituzione, l’aggregazione, la fusione e la soppressione di scuole col proposito di ottimizzare quantitativamente la popolazione ottimale secondo il legislatore. Le regioni adempienti potranno costituire classi senza il vincolo del numero minimo di studenti. Ma non basta. Potranno garantire il contingente del personale ATA per l’anno scolastico 2025/26 e nominare un docente vicario del dirigente scolastico per le scuole coinvolte nel dimensionamento. Si procede, in effetti, a ulteriori tagli a causa del calo demografico e della conseguente riduzione di iscrizioni nelle scuole. Meno alunni e meno Dirigenti, meno Dsga e relative segreterie. In buona sostanza, alzando lo sguardo, con una visuale più ampia, il dimensionamento dispone la previsione della spartizione di ben 627 unità di personale tra il 2023 e il 2027. Fra le regioni che non hanno adottato il piano di dimensionamento vi è la Campania. Le atre sono: Emilia-Romagna, Toscana, Sardegna, Piemonte e Umbria. Entro il 25 gennaio dovranno adempiere alla mancanza, si dovrà procedere entro la prima decade. Soltanto per l’anno scolastico 2025/26 potranno avvalersi della opportunità di attivare un ulteriore numero di autonomie scolastiche in misura non superiore al 2,99 per cento del contingente dei posti di dirigente scolastico e di direttore dei servizi generali e amministrativi, definito, per ciascuna regione per il medesimo anno scolastico 2025/2026, dal decreto n. 127 del 2023. Non potranno, comunque, superare il contingente autorizzato per l’anno scolastico 2024/25. Fra le contestazioni, sin dallo scorso anno, la voce dell’ANIEF. Il Presidente, Marcello Pacifico, tanto ebbe a dichiarare: “Sulla scuola continua ad essere usata la scure del dimensionamento: non si tratta di tagli di scuole, certamente, ma di accorpamenti che comportano comunque la sparizione di dirigenze, direzione dei servizi amministrativi e di intere segreterie amministrative e didattiche. In tutta Italia sono previsti centinaia di accorpamenti. Solo in Puglia, entro il 2026, saranno 18 gli istituti autonomi che perderanno l’autonomia: Quattro come previsto dal piano ministeriale e 14 invece sono gli istituti salvaguardati l’anno scorso ma che dovranno ugualmente perdere l’autonomia entro il 2026. Previste dieci scuole secondarie di secondo grado e otto delle scuole dell’infanzia, primaria e media. Accorpare una scuola non è una buona notizia perché si va creare un istituto maxi che dovrà essere gestito da un unico dirigente scolastico, da un solo Dsga e da una segreteria. Questo significa che il compito per loro sarà improbo. Per non parlare dei tanti progetti che confluiranno sempre e solo su di loro. Se davvero vogliamo la scuola meno burocratizzata e più vivono all’utenza, agli studenti e alle loro famiglie, non è questa la strada. Pensavamo che l’esperienza negativa prodotta dalla riforma Gelmini-Tremonti avesse insegnato qualcosa, evidentemente ancora una volta i problemi di budget pubblico dominano su tutto”. È diffuso, comunque, il lamento delle organizzazioni sindacali; è diffusa la contrarietà circa la riduzione selvaggia delle autonomie scolastiche. Emerge considerevole il bisogno di attivare la politica di dimensionamento, ma senza un vero rispetto nei confronti delle realtà territoriali e dei reali bisogni del mondo scolastico. elgr
Dimensionamento scolastico, nuove misure per regioni e scuole
“Tutte le Regioni che risulteranno aver effettuato il dimensionamento nei termini previsti, così come modificati dal dl, potranno usufruire di una serie di misure agevolative, tra le quali la possibilità di istituire classi anche senza il requisito del numero minimo di studenti, la salvaguardia del contingente Ata per l’anno scolastico 2025/26 e la nomina di un docente con funzioni vicarie del dirigente scolastico sulle scuole oggetto di dimensionamento. Si escludono dal dimensionamento le due scuole slovene del Friuli”. E’ diffuso il lamento delle organizzazioni sindacali; è diffusa la contrarietà circa la riduzione selvaggia delle autonomie scolastiche. Emerge considerevole il bisogno di attivare la politica di dimensionamento, ma senza un vero rispetto nei confronti delle realtà territoriali e dei reali bisogni del mondo scolastico.
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