Non vogliamo darci delle arie mettendo in evidenza le “città” del nostro territorio anche se non tutte portano sul gonfalone la denominazione che le “eleva” al di sopra di altre località che pure hanno storia da mettere in mostra e storie da raccontare.
L’obiettivo è quello di evidenziare che nella regione verde, “prigioniera di una provincia” (la definizione è di Ermanno Corsi) esistono dei centri che hanno ambizione di porsi alla guida di aree vaste per territorio e per servizi per ricevere linfa vitale dai comuni che orbitano intorno ad esse e per offrire servizi che altrimenti sarebbero impossibili da avere in un raggio di pochi chilometri.
Scuole, ospedali, porti, siti archeologici e attrazioni turistiche … ospitalità alberghiera e diffusa, ospedali e scuole superiori, aziende di medie e grandi dimensioni, diocesi e santuari, spiagge e montagne, pianure e colline …
Un tempo si ipotizzò addirittura la “Città del parco del Cilento, Vallo di Diano e Alburni” che aveva l’ambizione di mettere in rete ed efficientare tutto il patrimonio culturale, economico e sociale dislocato in modo diffuso sul territorio.
Per la verità, chi è andato molto vicino al successo è stato il progetto della “Città del Vallo di Diano”.
E, per dirla tutta, ci sono stati anche momenti in cui molti centri si sono proposti per la 6^ provincia della Campana oppure la 3^ provincia della Basilicata.
Perfino i due centri più popolosi, come Agropoli e Capaccio Paestum, non hanno disdegnato di avviare confronti per ipotetiche fusioni con lo scopo di aumentare il peso specifico politico ed economico nel confronto con la regione Campania.
Tutte idee che hanno sprigionato passioni, mobilitato cittadini, caratterizzato proposte … insomma, che hanno alimentato aspettative tese ad ottenere uffici previsti dallo stato centrale che da soli portano nelle città elevate di “rango” un indotto importante in termini di ricadute economiche e sociali.
Con il ridimensionamento del ruolo delle province è successo che i centri che si sono conquistati nel tempo ruoli di guida nei territori in cui sono ubicate si sono ulteriormente “elevati” a portatori di interessi diffusi fino ad accentuare il ruolo di aggregatori di interessi e farsi portavoce di aree più vaste con interessi comuni.
L’area PNCVDA ha addirittura un suo “Parlamentino” previsto nello statuto fin dall’istituzione dell’ente parco: tutti i sindaci e presidenti di Comunità montane costituiscono la Comunità del Parco.
Attualmente il presidente è Salvatore Iannuzzi, sindaco di Valle dell’Angelo, il comune più piccolo del territorio (248 abitanti). Potrebbe essere la Comunità del Parco il luogo istituzionale dove ricominciare a ipotizzare una forma avanzata di coordinamento tra i centri più grandi per dare un’anima ad un territorio con un grande passato, un incerto presente e un futuro che ancora non si riesce ad avvistare all’orizzonte.