Se guardiamo alla storia del nostro mondo, osservandone i progressi con metodo teorico e scientifico, ci accorgeremo che l’homo sapiens per adattarsi alla vita, seppure affrontando le sue idee di trasformazione ed evoluzione nel naturale interesse o per esigenze personali, è stato in grado, di secolo in secolo, di millennio in millennio, di costruire intorno a se un mondo totalmente tecnologico.
Attraversando l’era moderna e post-moderna, cambiando anche il suo significato rispetto al XX secolo da studio della tecnica a tecnologia, attualmente la scienza tecnologica viene applicata ad ogni cosa interessi l’andamento, lo sviluppo o la gestione della vita lavorativa e non degli esseri umani. Il sociologo Read Bain, del Dipartimento di Sociologia dell’Università di Miami in un suo studio scientifico del 1937 scrisse: “la tecnologia implica tutti gli strumenti, macchine, utensili, armi, abitazioni, abiti, dispositivi, vari, di comunicazione e trasporti, e include anche l’abilità attraverso la quale produciamo e utilizziamo queste cose”. La tecnologia ha interessato molto gli studi sociologici, tra l’altro l’affermazione di Bain ancora oggi è accettata da gran parte dei sociologi. Ma ha incuriosito ed è stata attenzionata profondamente anche dalla filosofia ed è qui, con questa lettura equilibrata tra scienza e saggezza, che ci accorgiamo quanto la tecnologia stia cambiano il mondo, il nostro modo di vivere la quotidianità, che siamo consumatori di beni o usufruitori di servizi, edificatori o produttori, tutti viviamo tempi interessanti sotto l’aspetto dei cambiamenti. Modifiche complesse alle quali l’uomo deve rispondere con immediata risolutezza, nel tentativo di unificare l’universo della temporalità con quello del futuro e dell’ evoluzione.
Con queste premesse la tecnologia oggi sta avanzando nella nostra società con livelli di crescita senza limiti, travolgendo persone, strutture, ambienti e non da ultimo le aziende. Qui la trasformazione digitale, ovvero quel processo di integrazione di varie tecnologie, suggerisce un apicale cambiamento strutturale ma ancor più culturale, unitamente all’innovazione, alla semplificazione e agli obiettivi da raggiungere.
In aiuto alle aziende su queste prospettive può arrivare dal Designer Thinking – pensiero progettuale – un approccio che guarda al valore e al cambiamento aziendale dal punto di vista delle persone, quindi dalla prospettiva di ciò che realmente è significativo per la gente. Questa metodologia armonizza tra loro tre fattori: le tecnologie, le persone, gli affari e/o gli utili aziendali.
Creare valore attraverso le persone quindi, che siano clienti o fornitori, produttori o manager, una strategia che si sta diffondendo sempre più nel mondo imprenditoriale al fine di trarre un vantaggio per le organizzazioni aziendali. Il pensiero progettuale è diventato una centralità in molte aziende, ma applicabile anche nelle amministrazioni pubbliche (vedesi il progetto Designers Italia), dove la leadership nel processo di innovazione aziendale ne è una coniugazione che ben si pone nel punto focale organizzativo. A seconda dell’azienda, della tipologia aziendale e imprenditoriale, il Design Thinking assume accezioni e aspetti diversi, parafrasando quanto teorizzato dagli osservatori dell’innovazione digitale attraverso le loro ricerche, alcune di queste sono: il creative problem solving, lo sprint excution, il creative confidence e l’innovation of meaning, ma in realtà sono tante le sue applicazioni, dall’organizzazione alle strategie, dallo sviluppo alla risoluzione di problemi complessi. Oggi le aziende, tutte, dovranno mettersi in discussione e avanzare spedite nel panorama dell’innovazione; prestare fede ancora a schemi e progetti operativi che appartengono ormai alla storia è come azzerare l’efficacia degli affari aziendali. Adottare il metodo Design Thinking accresce la capacità delle aziende, coinvolgendo tutti i tipi di stakeholder, nel prendere decisioni redditizie, ancor più che efficaci. Attraverso dei passaggi, i quali risultano oggi di notevole estrazione concettuale nella gestione aziendale, come la comprensione, l’esplorazione, la concretizzazione, si andranno a comporre altri steps come l’empatia, la definizione, le idee, i prototipi, i test, gli strumenti. Questi saranno il crocevia della creatività aziendale per strutturare una metodologia atta ad accrescere l’esperienza gestionale e produttiva delle imprese.
Glicerio Taurisano