l Porto d’Arte Contemporanea ad Acciaroli è il primo di questo genere in Europa. È un
progetto innovativo che nasce nel 2015 da un’idea di Valerio Falcone e si basa sul
rapporto fra l’identità storica del luogo, Acciaroli – Pollica
Sabato 6 luglio 2024 alle ore 19.00, sarà inaugurata la decima Edizione del PAC Porto
D’Arte Contemporanea – ad Acciaroli – Pollica – con la mostra del Maestro Antonio Biasiucci – a cura di Massimo Sgroi. Il progetto, con la Direzione Artistica di Valerio Falcone e sostenuto dal Sindaco di Pollica Stefano Pisani – gode del Matronato del
Museo Madre – Fondazione Donnaregina per le arti contemporanee di Napoli e il Patrocinio della Regione Campania, della Provincia di Salerno e del Comune di Pollica.
Il Porto d’Arte Contemporanea ad Acciaroli è il primo di questo genere in Europa. È un
progetto innovativo che nasce nel 2015 da un’idea di Valerio Falcone e si basa sul apporto fra l’identità storica del luogo, Acciaroli – Pollica, e, più in generale, l’area del
Mediterraneo, e la relazione che essa ha con le altre culture e le filosofie artistiche
contemporanee, riscoprendo la centralità della cultura mediterranea all’interno del
mondo occidentale. Questa forma abbastanza anomala di Museo di Arte Contemporanea, un Museo “diffuso” a cielo aperto, ha come finalità quella di promuovere le forze creative dell’area campana e di quella mediterranea che la
accoglie. Proprio per la particolarità di questo progetto, infatti, il Porto d’Arte Contemporanea ambisce ad essere il punto di riferimento artistico-culturale dell’Area
del Mediterraneo facendo da rete di collegamento creativa in questa zona geografica.
Intorno al Porto d’Arte Contemporanea si sono alternati e ruoteranno molti dei più
grandi artisti, critici, galleristi ed intellettuali di fama mondiale che conferiranno a
questo progetto uno status ed una dimensione di elevato spessore internazionale.
Dal 2015 ad oggi hanno preso parte al progetto gli artisti Lello Lopez, Riccardo Dalisi,
Angelomichele Risi, Sergio Fermariello, Vincenzo Rusciano, Bianco-Valente, Eugenio
Giliberti, Miltos Manetas, Matteo Fraterno, Franco Silvestro, Sasà Giusto, Federica
Limongelli, Gino Quinto, Gabriele Di Matteo, Ilaria Abbiento,Stefania Sabatino, Pietro
Maietta,Clara Garesio e Giuseppe Pirozzi.
Dal testo di Massimo Sgroi:
L’opera di Antonio Biasucci finisce per essere funzione sociale nel momento stesso in cui obbliga l’osservatore a porsi di fronte alla visione del dolore stesso del mondo in cui è nato ed è vissuto. Se per Mc Luhan questo mondo, per lo meno così come lo avevamo sempre concepito, è già morto sepolto sotto una implosione concentrata. Antonio Biasiucci ha il coraggio di mostrare, attraverso le sue fotografie, le contraddizioni psicotiche che questa destrutturazione dell’umano e delle sue vite comporta poiché niente dopo è più lo stesso. Lo stesso Rouaf è
l’estensione del progetto essendo egli stesso medium della rappresentazione della costruzione dei nuovi equilibri della nostra società, una visione che, anche attraverso il film, realizzato con la partecipazione straordinaria di Valerio Magrelli, e Mimmo Paladino, diventa attestazione di realtà.
Video “Molti” prodotto da il Filodipartenope edizioni.
Biografia
Antonio Biasiucci nasce a Dragoni (Caserta) nel 1961. Nel 1980 si trasferisce a Napoli, dove
comincia un lavoro sugli spazi delle periferie urbane e contemporaneamente una ricerca sulla
memoria personale, fotografando riti, ambienti e persone del paese nativo. Nel 1984 inizia una
collaborazione con l’Osservatorio vesuviano, svolgendo un ampio lavoro sui vulcani attivi in
Italia. Nel 1987 conosce Antonio Neiwiller, attore e regista di teatro: con lui nasce un rapporto di
collaborazione che durerà fino al 1993, anno della sua scomparsa. Fin dagli inizi la sua ricerca si
sviluppa come un viaggio dentro gli elementi primari dell’esistenza. Numerosissime le mostre
personali e le partecipazioni a mostre collettive, a festival e rassegne nazionali e internazionali.
Ha collaborato inoltre a diversi progetti editoriali, e ha partecipato a importanti iniziative
culturali di carattere sociale. Nel 2012 fonda il Lab per un laboratorio irregolare, un percorso per
giovani fotografi, a cui trasmettere un metodo di costante approfondimento e critica del proprio
lavoro. Attualmente insegna “Fotografia come linguaggio artistico” all’Accademia di Belle Arti
di Foggia, Accademia di Belle Arti di Napoli e all’Università Iulm di Milano.
Ha ottenuto importanti riconoscimenti, tra cui, nel 1992, ad Arles, il premio “European Kodak
Panorama”; nel 2005 a Londra il “Kraszna/Krausz Photography Book Awards”, per la
pubblicazione del volume Res. Lo stato delle cose (2004) e, nello stesso anno, il “Premio
Bastianelli”; nel 2016 Premio Cultura Sorrento, nel 2020 la menzione d’onore per il libro “Molti”
in occasione del “Premio Bastianelli”; nel 2021 riceve il “Premio Amato Lamberti” e il “Premio
Gli Asini di Goffredo Fofi”.
Biasiucci è stato invitato fra gli artisti del Padiglione Italia alla Biennale di Venezia del 2015.
Molte sue opere fanno parte della collezione permanente di musei e istituzioni, in Italia e
all’estero, tra cui: Istituto nazionale per la grafica, Roma; MAXXI, Roma; PAN Palazzo delle
Arti, Napoli; MADRE-Museo d’Arte Contemporanea Donna Regina, Napoli; Metropolitana di
Napoli; Galleria Civica di Modena; Museo di fotografia contemporanea Villa Ghirlanda,
Cinisello Balsamo (Milano); Fondazione Sandretto Re Rebaudengo per l’Arte Contemporanea,
Guarene (Cuneo); Fondazione Banco di Napoli; Collezione Banca Unicredit, Bologna;
Bibliothèque nationale de France, Parigi; Maison Européenne de la Photographie, Parigi;
Château d’Eau, Tolosa; Musée de l’Elysée, Losanna; Centre de la Photographie, Ginevra;
Fondazione Banca del Gottardo, Lugano; Centre Méditerranéen de la Photographie, Bastia;
Galerie Freihausgasse, Villach (Austria); Departamento de investigación y documentación de la
Cultura Audiovisual, Puebla (Messico), Mart, Rovereto; Pio Monte Della Misericordia, Napoli;
Fondazione Modena per la fotografia, Modena; Farnesina, Ministero degli esteri, Roma; Palazzo
Reale, Caserta; Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione (ICCD) Roma; Muciv,
Museo delle Civiltà, Roma.