di Bartolo Scandizzo È estate, quando a Capaccio Paestum tutto gira intorno alla “stagione”. Quel risvegliarsi del mondo degli affari che spera, molto spesso consapevolmente, di fare il pieno di risorse per affrontare l’altra “stagione”, quella bassa, che dura ancora troppo: da Ottobre alla primavera. Si diceva, una volta, che se il fatturato del mese agosto era pari a quello dell’intero anno, allora l’annata poteva considerarsi soddisfacente. Ecco perché, pare strano che l’altra attività che coinvolge il popolo capaccese, quella relativa alla politica nostrana, fa capolino nelle discussioni davanti ai bar dell’area archeologica, sotto i portici di Capaccio Scalo, in piazza Tempone al capoluogo, intorno ai tavoli appartati dei ristoranti, dei bar, in bella vista, dell’area archeologica o all’ombra di qualche pianta nelle contrade agricole della città dei templi. Infatti, è facile intravedere il gruppo vicino ad Enzo Sica, sindaco ribaltato nella polvere da parte della sua stessa maggioranza, che da tempo tesse la tela del suo sicuro rientro in gioco in occasione delle amministrative previste per la primavera del 2017. Come è facile prevedere che ci sia la presenza del Movimento 5 stelle alle prossime consultazioni, visto l’attivismo di Ernesto Franco nel mettersi in mostro con iniziative di denuncia e di continue incursioni sul web. Il loro punto di riferimento, oltre all’algoritmo della Casaleggio associati, è Michele Cammarano, consigliere regionale M5S, che non perde occasione per brindare e gioire, su FB e in ogni luogo, per l’indubbio successo che arride al movimento ad ogni latitudine nazionale. C’è poi, l’uomo di tante battaglie, Nicola Ragni, che dopo aver attraversato varie consigliature (candidature) negli ultimi 15 anni, è ancora alla ricerca di un ruolo che lo metta al riparo da invidie e accuse di prevaricazione da parte di compagni di lista e di sindaci che si sono visti minacciati dal suo metodo pragmatico nel gestire la cosa pubblica. Allora, non c’è alternativa per lui: dovrà mettersi a capo di un’aggregazione per diventare lui stesso il sindaco. C’è, inoltre, da considerare il destino dell’attuale sindaco, Italo Voza, che ha rimescolato più volte le carte nel corso della sua sindacatura con lo scopo di scompaginare i piani di amici e avversari che avrebbero voluto defenestrarlo. Ci è riuscito e si avvia a concludere il mandato, cosa sulla quale pochi avrebbero scommesso. In fondo è risultato più perspicace dei suoi predecessori nel “tirare a campare” navigando nel mare procelloso della “politica” capaccese. Infatti, ha attraversato indenne l’azzardo delle sfere geodetiche a Paestum, ha licenziato Enzo Di Lucia, suo amico e alleato della prima ora; ha ripudiato Nicola Ragni e tutta la sua 1^ giunta; ha manovrato in modo spregiudicato le leve degli incarichi fino a renderli quasi inefficaci ai fini programmatori e utili solo a conquistare spazi di manovra; ha saputo valorizzare uno dei pochi uomini che hanno seguito a Capaccio Paestum, Franco Sica, dandogli carta bianca per le deleghe a lui assegnate; ha accolto di buon grado il nuovo direttore del parco archeologico di Paestum, ma ora la presa di distanza tra i due è evidente… Voza, però, non ha attraversato invano i quattro anni del suo mandato: Ha portato a termine lavori e completato opere come la piscina comunale (inaugurata ma non aperta), la metanizzazione, il collegamento pedonale Paestum – Torre di mare, ha trasferito la sede centrale del comune all’ex pretura (sempre nel capoluogo)… Resta il nodo non sciolto del Puc (Piano Urbanistico Comunale), il padre e la madre di tutte le cadute delle amministrazioni precedenti. Tant’è vero che, nonostante i proclami e il fatto che l’arch. Rodolfo Sabelli abbia concluso e consegnato il progetto nelle mani del sindaco da tempo, esso è stato messo sotto chiave ed è ancora ben chiuso nel “cassetto della sua scrivania”! In questa giostra di alleanze e di riallineamenti, quelli che più degli altri avrebbero potuto trarre giovamento dalla confusione sarebbero stati i consiglieri di opposizione Gennaro De Caro e Franco Tarallo. Purtroppo, quando gli alleati diventano avversari, gli amici si traducono in nemici, i compagni di strada invertono la direzione… tutto diventa confuso e perfino i ruoli, che per legge sono codificati nella loro semplicità, sono irriconoscibili da elettori ed eletti. E quelli che restano con un’idea legata ai “partiti” stanno a guardare… A conferma di ciò, ecco profilarsi all’orizzonte un altro medico che da tempo non nasconde di voler salire i gradini del “Palazzo di città” con la fascia tricolore: Antonio De Rosa; Tonino per gli amici. Tra tutti i “cavalli” di razza o meno che vorrebbero candidarsi, ovviamente, si troverà una selezione. Ci saranno delle aggregazioni, delle alleanze, dei confronti, degli scontri… e noi saremo qui a raccontarli al meglio.
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