di Bartolo Scandizzo
Darwin, una città che ci ha accolto con una temperatura tropicale e con l’umidità molto alta. La dimensione della città sono alla nostra portata. Infatti, conta con i sobborghi poco più di 100 mila abitanti. Lo stato di cui è capitale, il Northern Territory, è sotto la tutela dello stato federale perché da solo non sarebbe in grado di sostenere le spese proprie di uno stato federato e contribuire alle spese generali. La pioggia limita molto i nostri spostamenti perché, di solito, ci spostiamo a piedi in queste realtà che sembrano fatte apposta per essere “camminate”. Lina e Pasquale ci raggiungono in hotel, per l’intervista concordata per telefono.
Pasquale Tassone è nato a Perth da genitori calabresi di Pazzano (CZ), arrivarono in Australia agli inizi degli anni ”50 con il programma assistito (lo stato Australiano pagava il viaggio in cambio di un contratto che prevedeva la permanenza di due anni. Chi si pentiva e voleva tornare in Italia doveva rimborsare il costo del biglietto) .
Lina Paselli è di Modena, la mamma siciliana, vive a Darwin da 9 anni. I suoi genitori, emigranti anche loro, tornati in Italia con Lina che aveva 11 anni. Lei, impiegata in una compagnia di traduzioni inglese – Italiano in Italia, viene indotta a tornare a Darwin dal suo datore di lavoro che apre una succursale qui in Australia. È un ottimo contratto con un problema che la induce a lasciarlo dopo 5 anni: l’attività deve essere svolta con l’orario italiano per lavorare in linea con la casa madre: dalle 18:00 ore di Darwin a notte inoltrata! Pasquale, invece, si trova a Darwin perché il luogo è consono a quello che si aspettava dalla vita: tranquillità e un lavoro che gli desse soddisfazione. Infatti, la sua azienda (Patrick Autocare) distribuisce automobili ai concessionari di tutta l’Australia, gli chiese di venire a seguire a Darwin i il suo business. Lina ora ha un compagno australiano con cui ha un figlio e, a breve sì sposeranno. Attualmente è General manager della Malak Marketplace si tratta di un mercato di prodotti biologi coltivati da contadini che li portano e li vendono direttamente in questo spazio. Sono due vite, le loro, che racchiudono il racconto di più generazioni che hanno trovato qui, grazie all’emigrazione, uno spazio adatto al loro modo di essere su questa terra. E lo hanno fatto qui in Australia e a Darwin in particolare, perché qui siamo alla base del concetto di libertà di essere se stessi e, soprattutto, di poterlo fare in un luogo dove l’Intercultura ha ancora un significato antropologicamente pregnante. ”Mi piace stare qui, proprio a Darwin – dice Lina- perché mi sento libera da ogni condizionamento e quando mi ritrovo a fare i conti ancora con qualche retaggio del passato, allora mi sorprendo e lo “sciacquo” in questa infinita bellezza della natura che solo a Darwin si può trovare” . Pasquale, che pure ha vissuto in molte città australiane, dichiara che “non vorrei vivere in nessun altro posto! Qui si riesce ad essere liberi ed anche sentirsi realizzati. Questa città è a dimensione umana. Anche il lavoro non lo si vive come una condanna, ma con il distacco dovuto.” Lina conferma che “nel mio ufficio, quando mi vedono accelerare sui dossier, mi invitano tutti a rallentare. A prendermela con calma …” Per noi è stata una scoperta sorprendente! Infatti, in ogni casa in cui siamo entrati finora, il lavoro, in tutte le sue articolazioni, è stato il faro di ogni famiglia. L’averlo, trovato e molte volte cambiato, è stato il primo tassello su cui poggiare la “scalata” sociale. In fondo, è stato l’unico motivo per cui ognuno di loro ha lasciato il piccolo mondo antico ha attraversato gli Oceani. Oggi siamo di fronte ad altri bisogni oltre il procurarsi da vivere. È la qualità della vita e dell’ambiente in cui un uomo o una donna vuole spenderla la sua vita su questa terra che fa la differenza. In fondo, si tratta dell’evoluzione della “specie” che cerca sempre di elevarsi dalla condizione in cui si trova per scalare un ulteriore rilievo che avvicina, ancora un po’, al paradiso, quello “ terrestre”.
A Darwin esiste l’Italian Club. Anche in questo stato, la comunità italiana ha dovuto darsi una struttura organizzativa che, col tempo, è caduta in disuso. Da 2 anni Claudio Rimondi, Joe De Luca e Max Di Toro hanno rimesso mano direttamente alla struttura che, per 5 anni, è stata affittata ad un’altra organizzazione. Ne faranno un centro di aggregazione per tutte le comunità etniche presenti in Darwin al fine di renderla vivo ed economicamente sostenibile il club.
Claudio si è trasferito in Australia da circa 9 anni con la sua famiglia. Ha potuto farlo grazie al fatto che sua moglie aveva la già la cittadinanza. In poco tempo, dopo un inizio con un lavoro da dipendente, imparata la lingua e superato l’apprendistato, ha dato vita ad una sua impresa che istalla condizionatori che, qui a Darwin, è come vendere acqua nel deserto. Joe, dopo una vita lavorativa compiuta, oggi è responsabile del Multicultural Council of the NT Inc. si tratta di un’organizzazione che accoglie, forma ed aiuta l’inserimento, anche lavorativo, dei migranti. Inoltre, è responsabile di una radio multietnica che trasmette nelle lingue delle comunità immigrate, da quella italiana a quella Siriana …
Max, il più giovane, è nato in Australia e con il fratello ha una compagnia di allestimento di sale multimediali e della loro gestione come le sedute del Parlamento di Darwin.
In questo stato la disoccupazione è praticamente a zero e gli spazi di crescita sono infiniti. L’abbiamo potuto verificare in tutti i nostri incontri: il lavoro non è il 1°problema quando ce n’è tanto. Basta un po’ di buona volontà per provarlo, tenerselo o cambiarlo!
Tutti e tre i nostri interlocutori li abbiamo incontrati di domenica mattina a lavorare da volontari alla sistemazione dei locali del club …
Claudio si è fatto carico, come presidente, succeduto a Joe, di tenere vivi i legami tra gli Italiani che a Darwin cono circa 2000. I più anziani sono quelli richiamati al Nord per ricostruire la città rasa al suolo da un ciclone Tracy nel 1974.
L’altra metà sono i loro figli o i nuovi arrivati come Lina. C’è da aggiungere che Darwin lo stato del Northern Territory sono le realtà in cui è presente il più alto numero di nativi Aborigeni, oltre il 30% degli abitanti. I nativi hanno una loro diversa giurisdizione ed aree in cui sono state creati villaggi dove le comunità possono vivere secondo usi e tradizioni millenarie.