Tutti siamo chiamati ad essere buoni cittadini. Nonostante viviamo calati nella società dei diritti, la Costituzione garantisce i diritti inviolabili dell’uomo, non dobbiamo però dimenticare che ci è richiesto anche l’adempimento di doveri. Dobbiamo rispettare le leggi, pagare le tasse e soprattutto considerare che c’è qualcuno cui dobbiamo il rispetto che chiediamo per noi. Diritti e doveri definiscono il nostro vivere insieme nella società.
Il brano del Vangelo all’oggetto della nostra riflessione odierna è un appello alla nostra responsabilità civile ma soprattutto morale. Non dobbiamo separare la vita di cittadini da quella di credenti. Non dobbiamo dimenticare i nostri doveri verso Dio.
Oggi purtroppo mettiamo al primo posto sempre noi stessi, le cose che ci interessano veramente, il potere, gli affari. Sempre più spesso ci dimentichiamo che tutto è dono di Dio: la vita, la salute, i beni materiali che possediamo, il lavoro. Dio ci chiede solo una fede contrassegnata dalla collaborazione con Lui nell’operare in giustizia ricercando il bene comune. Ci esorta a farci suoi compagni di viaggio per realizzare una società giusta e solidale. Dobbiamo dare a Dio il posto che gli compete, un posto che certamente non è in contrasto con il potere politico.
Ancora una domanda tranello a Gesù è ciò che oggi leggiamo nel passo di Matteo. Prendendo spunto da un problema del tempo, farisei ed erodiani chiedono infatti se bisogna pagare il tributo ai romani. Si rivolgono a Lui con espressioni di lode ma a nessuno interessa realmente il suo parere, vogliono solo trovare un pretesto per incastrarlo e condannarlo.
Significativo il gesto di Gesù prima di rispondere. Si fa dare una moneta romana con l’effige di Cesare, colui che deteneva il potere umano e a cui bisognava relazionarsi e, poi, chiamando i suoi interlocutori ipocriti, portatori di maschere, dice: “Rendete a Cesare quello che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio”.
Queste parole di Gesù sono diventate un’espressione proverbiale, un modo di dire molto diffuso. La sua risposta inattesa e disarmante indica che Cesare ha autorità sulla moneta perché sulla moneta è impressa la sua immagine, ma Dio ha autorità sull’uomo perché l’uomo è immagine di Dio. Gesù richiama ognuno di noi a riscoprire in noi la sua immagine.
Non dobbiamo permettere a nessuno di pretendere autorità sulla nostra coscienza, sulla nostra dignità, sulla nostra libertà. Non dimentichiamo mai di appartenere a Dio, tutto appartiene a Lui e a Lui dobbiamo offrire la nostra vita Impegniamoci a dare a Dio la possibilità di dare a noi.
Santa Domenica in famiglia.