Dal Governo fondi strutturali a piccole biblioteche da estendere anche a quelle scolastiche
Approvata in tempo di pandemia una norma che ha finanziato con 60 milioni di euro l’acquisto di libri per le piccole biblioteche. Questo fondo è reso permanente dalla legge di Stabilità. Franceschini e Bianchi, d’intesa, dovrebbero estendere il progetto anche alle librerie scolastiche. Lo Stato affiancherà le famiglie per incrementare sempre di più il patrimonio librario del Paese.
3 milioni di bambini e ragazzi coinvolti con 2.700 librerie in tutta Italia. E’ un successo. Si tratta di una iniziativa fuori l’ordinario. I numeri documentano e sostengono #Ioleggoperché. #ioleggoperchè è giunta alla VI Edizione. Hanno partecipato alla manifestazione il Ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi, il Sottosegretario all’Editoria Giuseppe Moles, Renata Gorgani, Vicepresidente del Gruppo di varia dell’Associazione Italiana Editori, nonché il presidente del Centro per il Libro e la Lettura, Marino Sinibaldi. L’iniziativa promuove la pratica della lettura. Più libri devono entrare nelle case. In tante case leggere non è cosa spontanea. Ove la lettura è assente e si rappresenta improbabile dovrà, ancor più, essere sostenuta. La famiglia che legge poco deve trovare sostegno. “Nel corso della pandemia, ha dichiarato Franceschini, Ministro della Cultura, abbiamo approvato una norma che ha finanziato con 60 milioni di euro l’acquisto di libri per le piccole biblioteche, purché ciò avvenga da librerie dello stesso territorio. Questo fondo è stato reso permanente dalla legge di Stabilità di quest’anno e d’intesa con il Ministro dell’Istruzione dovremmo estendere il progetto anche alle librerie scolastiche. Affiancando, in questo modo, al contributo straordinario e volontario di centinaia di famiglie anche quello dello Stato per incrementare sempre di più il patrimonio di libri del Paese. Leggere permette di andare in altri luoghi, di essere altre persone, un modo straordinario di viaggiare. Abbiamo finalmente dati confortanti sull’acquisto di libri dopo anni in cui le curve erano sempre negative. Aumentare la diffusione di libri è sempre una bella notizia per il Paese”. La lettura generalmente è influenzata dall’ambiente familiare. E’ una abitudine che facilmente si trasmette. Se i genitori leggono abitualmente, in genere, condizionano favorevolmente anche i bambini e i ragazzi. Tra i ragazzi sotto i 18 anni, riporta l’indagine de ilLibraio legge il 77,4% di chi ha madre e padre lettori, e solo il 35,4% tra coloro che hanno entrambi i genitori non lettori. In particolare i lettori più piccoli (6-10 anni) risentono maggiormente della presenza della sola madre lettrice (58,9% legge), mentre dopo i 15 anni, nonostante nessuno dei due genitori legga, ben il 40,6% di questi ragazzi lo fa. Favorisce la lettura il livello d’ istruzione, si conferma elemento determinante. Al Nord si legge di più. Durante la prima fase dell’emergenza indotta dalla pandemia di Covid-19, la lettura ha accompagnato le giornate di più di 6 persone su 10 (62,6%). ILibraio è un punto di riferimento per i lettori e il mondo del libro. Ogni giorno ospita notizie, interviste, storie, approfondimenti, interventi d’autore. Spazio anche per classifiche, liste di libri e quiz letterari. Gli Editori manifestarono preoccupazione per l’impatto della pandemia: gli scenari più negativi in termini di fatturato furono prospettati dagli operatori della piccola e microeditoria. Il Covid obbligò la cancellazione o la sospensione degli eventi e delle manifestazioni per la presentazione al pubblico delle nuove proposte editoriali (83,4%), la mancata partecipazione a saloni/festival letterari (74,1%), il ricorso alla cassa integrazione per il proprio personale (30,3%) e la sospensione o la cessazione di contratti con clienti o fornitori (29%). Si legge poco in Italia, malgrado l’entusiasmo recente del Ministro Franceschini sugli ultimi dati di ripresa. Si leggeva già poco prima della pandemia. La mancanza della pratica assidua della lettura è dovuta all’assenza dell’educazione alla lettura. I dati Istat sul mercato del libro e sulle vendite da sempre mostrano una situazione molto preoccupante per il nostro Paese. Altra incontestabile verità risiede in questo: vero è che in Italia diffusamente si legge poco, ma vero è pure che i pochi lettori leggono tanto. Chi, fra pochi legge, legge più libri, più e-book, ascolta più audiolibri. Leggere è fondamentale per sopravvivere nella società odierna ed essere individui indipendenti, apre e amplia la mente, aiuta a sviluppare le abilità del linguaggio e il proprio vocabolario, aumenta la capacità di concentrazione, è un’ottima forma di intrattenimento, aumenta l’empatia. Leggere è una buona medicina per vivere meglio. Dovremmo tutti ricorrere alla lettura, ai suoi straordinari benefici. Bella questa frase di François Ruy-Vidal: Non c’è la letteratura per bambini, c’è la letteratura; non ci sono colori per bambini, ci sono i colori; non c’è una grafica per bambini, c’è la grafica che è il linguaggio internazionale delle immagini. Introduce al bisogno delle prime letture. Sovvengono le letture della nostra infanzia e adolescenza passate. Tornano gli anni Settanta del secolo scorso quando una nuova generazione di editori, autori e illustratori ebbe l’ardire di svincolarsi dai passati canoni espressivi del libro illustrato per l’infanzia. Era il tempo di progetti nuovi. Il libro di allora si rappresentò creazione innovativa per un bambino nuovo. “Una linea del tempo che corre lungo un decennio e diviene patrimonio vivo, stimolo, occasione di scoperta per apprendisti lettori”. Fino a una decina di anni or sono si parlava anche di questi processi innovativi. Il racconto fu fatto, nello specifico, da una mostra, raccogliendo le suggestioni di Anni ’70. “Arte a Roma, fu un’occasione preziosa per approfondire i favolosi Settanta dell’editoria per ragazzi in Italia. Anni in cui, grazie al clima effervescente e all’apertura delle frontiere ad opera delle signore dell’editoria per ragazzi italiana, avvenne una rivoluzione grafica e di contenuto nei libri per i nostri giovani lettori. In un’epoca di provocazioni estetiche, si consolidò anche in Italia il picture book espressione più felice del nostro albo illustrato e il bambino apprendista lettore perse lo statuto di minore per acquisire pari dignità del lettore adulto. Le storie poi erano le stesse che mamma e papà leggevano nei loro libri e sulle pagine dei quotidiani: storie ecologiche, storie di guerra e pasta, di diversità e solidarietà, di amicizia alla ricerca dell’identità, storie di vita insomma. Un percorso lungo un decennio, ricordavano Silvana Sola e Paola Vassalli, che mise al centro l’opera originale dei grandi artisti italiani nei sentieri della creatività: per conoscere le regole del gioco messe in campo da Bruno Munari nel creare i suoi preziosi libri progetto, per entrare nel mondo delle fiabe e salire sulla scena teatrale guidati dalle figure di Emanuele Luzzati, per sperimentare la portata liberatrice del segno e della parola nelle poesie di Toti Scialoja, con sempreverdi compagni di strada quali Valentina Mela Verde creata da Grazia Nidasio e la simpatica Pimpa uscita dalla penna di un grande Altan..” Resta amore e rimpianto per i nostri libri del passato. Storia, miti, mode, musica, cinema, la vita intera abitava nei libri. Ogni libro era scoperta, respiro d’esistenza. Anche negli anni Ottanta i libri sono serviti. Importanti opere cinematografiche e musicali sono derivate dalla scrittura di quel decennio. Altra faccia della lettura, invece, ha dispiegato momenti di tensione storico-sociale e delle innovazioni e meraviglie veloci del nostro mondo. Gli anni Ottanta hanno tracciato un cambiamento radicale. Era il decennio dell’addio degli anni di piombo, il momento ideale dell’illusione di un secondo Boom economico, il tempo dell’euforia prodotta dall’avvento di nuove tecnologie comunicative e del protagonismo quasi assoluto dello schermo televisivo. Oggi le proposte di lettura sono tantissime e molto più funzionali, viene dato ampio spazio ai romanzi (di tutti i generi, dal giallo alle narrazioni letterarie, dal fantasy all’avventura, senza dimenticare i thriller), ai saggi, ai racconti, alle poesie, fumetti, al graphic novel e ai manuali. Il libro ci aspetta in libreria o vola fino a casa nostra, ci raggiunge sul divano. Dobbiamo soltanto trovarci disposti a un incontro che, sotto ogni profilo, senza meno ci migliora. La scuola poi che oggi riparte ripensa anche alle sue Biblioteche. La Biblioteca scolastica potrebbe rappresentarsi, in prospettiva di un mondo nuovo, post pandemico, alternativa fra gruppi classi rigidi, sede di fluidità fra gruppi distinti, vera integrazione scolastica che accoglie gruppi di lavoro e interesse. In quest’ottica i libri non dimorerebbero statici, col meglio concentrato del sapere, nel solitario cimitero delle scaffalature, ma assumerebbero il ruolo centrale culturale e propositivo. Da qui la scaturigine di un lavoro didattico fatto tutto di interesse vero, con l’ausilio informativo tradizionale e digitale, oltre la stessa ristretta didattica disciplinare. Ricopriamo libri, riscopriamo le nostre Biblioteche per respirare la possibilità dell’ampiezza del sapere senza steccati. “Non soltanto mi piace avere dei libri, afferma Patrizio Bianchi, mi piace toccarli fisicamente. Quando tu apri il libro, hai un senso del possesso. Poi hai il piacere di rileggerlo. La cosa più bella è leggere e poi rileggere nuovamente un libro. Sei capace anche di appassionarti un’altra volta”.In quest’epoca in cui tutto sembra essere volatile, ha dichiarato il Ministro dell’Istruzione, c’è spazio per i libri. Chi legge conquista la parola, la capacità di costruire la nostra storia e la storia degli altri. I nostri ragazzi devono leggere i libri e non messaggi di quindici parole. È bene che vengano al Salone del Libro, ricostruiamo le nostre biblioteche scolastiche, quel luogo importante in cui tutti sanno che è bene ritrovarsi”.
Emilio La Greca Romano