…Se chiudi gli occhi, provo a farti viaggiare nei luoghi più misteriosi, verso Est. E siccome ti piace la neve, ti faccio partire d’inverno. Da Berlino, città che fu distrutta e poi ricostruita e poi ancora divisa da un muro terribile. Quando gli uomini hanno paura di altri uomini, tirano su muri. Ma quei muri non servono a niente. Il più grande di tutti è la Muraglia Cinese. Settemila chilometri. L’hanno costruita tanti secoli fa per difendere la Cina dai barbari. Ma quei barbari sono passati lo stesso e sono diventati imperatori della Cina…
…Sai, sono così stanco delle urla di quelli che le sparano contro. E’ gente che parla con la pancia… che semina odio additando nemici. Sai, è facilissimo ottenere applausi urlando contro qualcuno! Ma non si può nemmeno tacere come i vigliacchi. Oggi tacciano in troppi, e il loro silenzio mi offende più delle urla. Rispondendo col cuore, col fuoco della passione. Trovare le parole giuste per cantare la magia segreta dell’Europa…
…Guarda, guarda fuori dal finestrino. Siamo in Moravia. Li vedi i campanili a forma di cipolla? Ora scende la notte, il treno fa “tu-tun-tu-tun” in un turbinio bianco. Il centro d’Europa forse è qui, a due passi da un posto tremendo di nome Auschwitz. Anche li arrivavano treni, una volta, ma erano pieni di condannati a morte. I treni hanno fatto l’Europa, ma l’hanno anche distrutta. Hanno portato a morire milioni di soldati e civili. Anche bambini. Anche questo, giurami che non lo dimenticherai mai.
Siamo nel sud della Polonia, in una stazione c’è un tabellone luminoso che già indica il Mar Baltico, a mille chilometri di distanza. La sera entriamo nella pianura ungherese, stanno uscendo le stelle, fuori c’è un’orchestrina di zingari. E’ notte fonda: e quando se non di notte si entra in Transilvania, la terra dei vampiri? Poi inizia una nuova, immensa pianura che ci porta verso il più grande fiume d’Europa. Il Danubio. Non ancora.
C’è la Bulgaria con le ultime montagne. Il treno fatica tra muraglie di neve, boschi da lupi e stazioni sperdute. Poi il treno perde quota verso la Turchia, trema, si avvita su se stesso in piccole valli chiuse. E si arriva al confine turco, e la polizia turca non sorride mai. Specialmente ora. C’è un brutto muro anche lì, costruito per fermare quelli senza documenti. Pezzi di carta che dicono chi sei. Senza quei pezzi di carta non puoi viaggiare. E la polizia ti può mettere in prigione. Tu sei un bambino fortunato. Ma tanti bambini non lo sono. Bambini profughi, che hanno perso tutto. Ma è ormai mezzogiorno. Il treno sferraglia nella neve sotto le moschee di Istanbul. Ora tramonta e ha smesso di nevicare. L’aria è purissima e l’Asia luccica dall’altra parte. Siamo alla fine dell’Europa. Guarda bene, c’è un piccolo faro, laggiù, che lancia segnali intermittenti. Da mille anni è lì, a sorvegliare una processione incessante di navi, gabbiani, uomini e delfini. Oltre, comincia un altro mondo!