di Oreste Mottola
Dalle nostre parti ne parlava Vito Gerardo Roberto, informatico con tanti altri interessi, da Roscigno. Vito, con mamma spagnola nata nella zona del “Camino” per Santiago di Compostela, agli amici racconta sempre di questa “Trazzera degli Stranieri” che, secondo lui, passa dalle nostre parti e si va a innestare sull’antica viabilità medioevale. Tesi ritenuta ardita dai più e presa sul serio solo da noi amici di Vito che ne conosciamo il rigore e la serietà da studioso calvinista che il compianto Umberto Eco avrebbe collocato in uno dei suoi romanzi best seller. Grazie a Internet ecco arrivare sotto i nostri occhi del quotidiano pugliese “La Gazzetta del Mezzogiorno” che ci racconta che è stata individuata la «Strada degli stranieri» che collegava Metaponto a Paestum (Ionio al Tirreno). “È stata tracciata grazie al lavoro appassionato e meticoloso del lucano Mimmo Saracino, restauratore con la passione della ricerca sull’antica viabilità. La ricerca è stata pubblicata sull’ultimo numero della rivista «Leukanikà» del circolo culturale «Silvio Spaventa Filippi» (fondazione premio letterario Basilicata).” Questo è l’incipit della Gazzetta che non conosce le tesi di Vito, ma noi sì. E ci impadroniamo della tesi centrale del lavoro di Mimmo Saracino.
La «Strada degli stranieri», ha origine sul litorale Jonico, all’altezza dell’antica Metapontum (oggi Metaponto, frazione di Bernalda, nel materano) nota città della Magna Grecia e taglia completamente la Basilicata da Est ad Ovest per raggiungere l’altra antica città Paestum (provincia di Salerno), entrambe fondate intorno al VII sec. a.C.da coloni Achei provenienti dalla Grecia. All’occhio attento non sfugge che il percorso, ricostruito da Mimmo Saracino (nelle foto), è quasi completamente in Basilicata. Per essere più meticolosi la «Strada degli stranieri» è un’arteria che interessa l’intera Lucania antica. Si tratta di un tratturo utilizzato per la transumanza ed è grazie agli studi sugli spostamenti dei pastori in antichità che questa «strada» è stata tracciata.
L’arteria prende il nome dai «greci» che percorrevano l’itinerario da una costa all’altra. I «greci» erano denominati «stranieri». Detto toponimo è ancora riscontrabile sulle mappe di impianto catastali di vari comuni attraversati. È sufficiente pensare all’origine e alla fine di questa strada per capire quanta importanza ha avuto quest’arteria nei secoli. Le antiche città greche di Metaponto e Paestum erano collegate tra di loro grazie a questo «tratturo». Tuttavia la strada attraversa anche aree romane ed insediamenti molto noti diversi secoli prima di Cristo ed in particolare siti fortificati dell’antica Lucania. L’area della Torre di Satriano, per esempio, è completamente tagliata da questa strada ma ne sono interessati anche altri siti molto importanti, come Serra di Vaglio, Civita di Tricarico, Serra del Cedro, Atena Lucana e Roscigno (Monte Pruno) nel Cilento. Lungo il percorso, dunque, i luoghi trasudano storia antica grazie al percorso che si snoda da un «crinale» all’altro attraversando vetusti insediamenti, dandoci il senso di come, prima gli indigeni e poi i lucani, si siano insediati e fortificati a ridosso di questa arteria in funzione dei traffici che da lì transitavano.
Il percorso, di circa 200 chilometri, per tutto il tratto lucano ha rappresentato una importante arteria di transumanza che dalle montagne della Sellata, Rifreddo, monte Li Foi conduceva alla cosiddetta «Marina» sulla costa ionica tra Metaponto, Ginosa e Laterza.
Da oriente ad occidente, dunque, se volete anche viceversa per ripercorrere una delle più importanti vie della cosiddetta «transumanza orizzontale» (si oppone a quella «verticale» che vede le greggi spostarsi dalla pianura alle alture circostanti a breve e medio raggio). Oggi l’arteria è composta alternativamente da strade sterrate e asfaltate, attraversa suggestivi paesaggi, costeggiando la valle del Basento… ma con una visuale anche su quella Bradanica nel territorio di Tricarico, con panorami mozzafiato. Attraversa i boschi di Fonti toccando l’antico centro fortificato lucano di Civita, si dirige verso Ovest e nei pressi dell’altro insediamento fortificato lucano di Serra di Vaglio scende verso il capoluogo Potenza, costeggiando l’antico ponte di S.Vito (di probabile origine romana).
L’itinerario costeggia la superstrada fino a Tito scalo lungo la vecchia statale per dirigersi verso l’importante sito archeologico di Torre di Satriano. Da qui verso la Campania attraverso Atena Lucana, Vallo di Diano, Roscigno (anche qui sito fortificato Lucano) e attraverso i monti cilentani arriva all’antica Paestum sulla costa tirrenica.