Il miracolo d’autunno a Piaggine si materializza nella chiesa di San Nicola stracolma di gente (oltre 200 persone) accorsa per partecipare alla santa messa celebrata da Don Franco, parroco di Villa Littorio sulle spalle del quale il vescovo della diocesi di Vallo della Lucania, Ciro Minieri, ha caricato la “croce” di portare un po’ di pace nel paese dell’Alta Valle del Calore.
La presenza dei fedeli alla Messa delle 11:00 non era scontata in quanto durante l’assemblea dei parrocchiani autoconvocatisi alla presenza dal Sindaco, Guglielmo Vairo, sabato 12 ottobre sono emerse due posizioni contrapposte: da una parte c’era chi voleva rientrare in chiesa e partecipare alle funzioni religiose e dall’altro chi proponeva di mantenere un atteggiamento di rifiuto nei confronti delle decisioni del vescovo nell’illusoria speranza di poter riavere don John.
Il buon senza ha prevalso e la domenica “chiainara” ha ripreso il suo corso naturale con tanta gente in piazza davanti ai bar a godersi la splendida ottombrata di sole, il mercato lungo Corso Umberto abbastanza affollato e, ecco la novità, la chiesa piena di fedeli seduti ad occupare tutti i posti delle panche, cosa che non accadeva da molto tempo!
A celebrare la messa è stato incaricato Don Franco Angione, un arzillo prete ultraottantenne che cura le anime di Villa Littorio e che a Piaggine è molto apprezzato.
È stato proprio don Franco a comunicare ai fedeli che a seguito delle dimissioni di don Loreto dalla carica di Parroco, il vescovo lo ha nominato in via provvisoria a reggere le sorti della parrocchia.
La funzione e scivolata via liscia come l’olio con i fedeli compitamente attenti alla liturgia domenicale riconquistata, il coro che alzava alto i canti all’alto dei cieli, i chierichetti a servire messa, il sindaco in prima fila, la navata illuminata e molte “pecorelle” ritornate a sedersi nelle file di panche che da troppo tempo erano desolatamente vuote, anzi c’erano anche una ventina di persone in fondo alla chiesa a seguire la funzione in piedi.
Di don John non si parla più perché ci si è resi conto dell’impossibilità di riaverlo come parroco. Tutti sanno che è destinato a sostituire don Cosimo Cerullo nella parrocchia di Roccadaspide perché il parroco si sottoporrà ad un intervento chirurgico.
Anche per lui è arrivato il momento di uscire da sotto i riflettori ed esercitare il suo ruolo in pace!
Orgoglio e pregiudizi, ragione e sentimenti … ecco gli ingredienti di una vicenda che ha fatto scalpore e messo a dura prova una comunità che, una volta tanto, si è ritrovata unita nell’affrontare un problema che ha toccato nel profondo l’animo della gente.
Orgoglio
Sono stati in tanti a fare “peccato” nella vicenda che ha visto protagonisti don John parroco supplente, il vescovo Ciro Miniero, don Loreto parroco designato, e i fedeli che frequentano la chiesa del paese.
Pregiudizio
Sono stati in tanti a gettare nel braciere delle polemiche parole in libertà che hanno reso incandescenti le relazioni tra persone, istituzioni, curia e preti coinvolti. Il minimo comune denominatore è stato sempre di far valere più i demeriti degli altri che proposte tese a risolvere il problema.
Ragione
Il ragionare è stato il grande assente per trovare soluzioni per assicurare la continuità dell’espletamento del magistero religioso in una comunità costituita soprattutto da persone anziane che dividono l’esistenza tra badanti, telefono per chiamare il medico o figli e nipoti che vivono lontano e l’andata a messa o il visitare il cimitero.
Sentimento
Infine, c’è voluto qualche passo indietro e uno avanti per riportare il paese in una dimensione umana che ha fatto prevalere il buon senso.
Il vescovo ha accettato di buon grado le dimissioni di don Loreto che si è reso conto in poco tempo di non potere reggere uno scontro portato oltre i livelli di guardia.
L’assemblea permanente, in cui i cittadini si confrontavano per non mollare la presa e dove le parole in libertà si sono sprecate, ha saputo cogliere l’attimo per deliberare il ritorno nella Chiesa nonostante gli irriducibili volessero stiracchiare la situazione
puntando alla vittoria su tutti i fronti. Infine, le poche e chiare parole pronunciate con sentimento da don Franco nel corso dell’omelia hanno messo le cose a posto promettendo la celebrazione della messa la domenica mattina, garantendo l’apertura della chiesa per la recita del santo Rosario quotidiano. Infatti, ha consegnato le chiavi a chi si è assunto la responsabilità di garantire continuità nel servizio e sicurezza della chiesa. Don Franco, pur mettendo le mani avanti asserendo che il suo incarico è del tutto provvisorio, ha garantito la sua presenza a funerali, matrimoni e battesimi.