Non tutti sanno che a Sud della provincia di Salerno tra i comuni di Auletta e Pertosa esiste una meravigliosa realtà denominata Fondazione MIdA, nata con Atto Costitutivo il 26 gennaio 2004. I suoi soci fondatori sono la Regione Campania, la Provincia di Salerno ed i Comuni di Auletta e Pertosa. La Fondazione è iscritta nell’Albo degli Istituti di Alta Cultura, ai sensi dell’art. 7 della L.R. 7/2003. I musei MIdA (Musei Integrati dell’Ambiente) sono stati riconosciuti d’interesse regionale con delibera n° 34/2010 della Giunta Regionale.
La Fondazione non persegue fini di lucro ed ha lo scopo di operare per la creazione nei comuni di Auletta e Pertosa nonché dei territori circostanti colpiti dal sisma del 23 novembre 1980, di un sistema attrattivo sinergico che fa perno sulla valorizzazione delle risorse ambientali locali e dei beni culturali, sul sostegno alla ricerca scientifica e tecnologica nonché sulla diffusione, divulgazione e spettacolarizzazione dei risultati di quest’ultima.
Nel perseguimento di tali finalità generali, la Fondazione gestisce, in conformità ai principi di efficacia, efficienza e trasparenza, i compendi di beni e gli edifici facenti parte del proprio patrimonio ovvero ad essa affidati o conferiti in uso:
- Grotte di Pertosa-Auletta, sito ipogeo in gestione trentennale;
- MIdA 01: in gestione trentennale, con l’allestimento museale sulla Speleo-archeologia e l’Auditorium;
- MIdA 02: in diritto di uso, con l’allestimento del Museo del Suolo;
- Jesus: in diritto di uso, destinato a sede operativa ed uffici direzionali.
Promuove costantemente attività di ricerca scientifica e sociale, in sinergia con gli attori locali. Il suo modello, fondato sulla gestione sostenibile del patrimonio ambientale e culturale, è stato riconosciuto come un’eccellenza a livello nazionale, trovando ampio riscontro nei libri di famosi giornalisti: Pino Aprile (Mai più terroni), Gian Antonio Stella e Sergio Rizzo (Se muore il sud), Carlo Puca (Il sud deve morire), Gianni Molinari (#Italia2018. 60 storie per capire la Terza Repubblica).
Dal 2017 la Fondazione è tra gli aderenti al Protocollo di Intesa, insieme a Regione Campania, Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Mezzogiorno, ASL Salerno e Università degli Studi di Napoli “Federico “II”, per la creazione del CeRVEnE-Centro Regionale di Riferimento per la prevenzione e gestione delle emergenze. Il Centro ha sede presso il Palazzo dello Jesus e le attività che svolge hanno la finalità di fornire assistenza tecnico-scientifica alla Regione nella redazione di piani di emergenza e relativi manuali operativi.
È anche editore di una serie di pubblicazioni sulle grotte e sugli aspetti naturalistici e culturali del territorio, nonché di volumi divulgativi, risultati di importanti attività di ricerca scientifica.
Ha negli anni attivato numerose partnership e fa parte dell’Associazione delle Grotte Turistiche Italiane-AGTI.
In seno alla Fondazione opera l’Osservatorio sul Doposisma, un gruppo di lavoro che nel corso degli anni ha preso in considerazione nelle sue indagini quello che avviene dopo un sisma, attivando un “sismografo sociale” per descrivere le trasformazioni e le persistenze che interessano una comunità colpita da un terremoto. Il piccolo gruppo di lavoro ha come obiettivo produrre documenti e analisi utili alla discussione e al dibattito, riannodando il filo della memoria degli eventi passati con le urgenze dettate dal presente e le suggestioni poste dal futuro. L’inatteso arrivo di un sisma sospinge un territorio in una sorta di tabula rasa, sulla quale bisogna essere capaci di disegnare il futuro di una comunità, reagendo ai lutti e alle distruzioni e investendo tutte le energie a disposizione. Spesso, però, questa ripartenza ha messo all’opera speculatori, approfittatori e interessi. Indagare il doposisma può quindi aiutare a evitare gli errori del passato
All’interno del Palazzo Monumentale “Jesus” ad Auletta, sede di rappresentanza della Fondazione MIdA, è allestita la Mostra permanente “Cronache dal Doposisma”.
Il lavoro di indagine dell’Osservatorio sul Doposisma si è concretizzato attraverso vari dossier di ricerca: “Le macerie invisibili” (2010), La fabbrica del terremoto. Come i soldi affamano il Sud (2011), Lucantropi (2012), Energie dalla terra (2016) e i documentari Irpinia anno 30 d. T. (2010) e “La Basilicata nel cellulare. Memorie dal terremoto e sogni di petrolio” (2012).
Oltre a poter sfogliare i vari dossier e vedere i documentari, ci si può soffermare sugli scatti di Francesco Fantini, realizzati nel 2002, il quale ha immortalato cosa è restato e come si viveva nei paesi terremotati campani e lucani. Altri scatti che fanno riflettere sono quelli di Daniele Lanci sul doposisma a L’Aquila dopo il 2009 (“Una notte in Italia”), così come si può amaramente sorridere con il materiale ricevuto per il concorso per vignettisti che chiedeva di disegnare un bozzetto della moneta da 1 euro che avesse come tema le ricostruzioni italiane (“La satira investe nella ricostruzione”, 2010).
Si può anche intraprendere un viaggio negli effetti e nelle caratteristiche dei terremoti italiani nel corso dei secoli grazie ai Terragiornali, realizzati dal gruppo di studio guidato dal professor Graziano Ferrari sulla base dei Cataloghi dei forti terremoti italiani dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV), che illustrano in forma di brevi cronache, in forma di breaking news, i vari eventi sismici avvenuti in Italia dall’antichità fino ad oggi.
Le cronache dal doposisma sono quindi un percorso nella storia e nei luoghi che hanno conosciuto il terremoto e i suoi effetti, e nel caso italiano questo vuol dire quasi tutto il territorio nazionale, per riflettere sul fatto che la natura continuerà a seguire il suo corso, ma l’uomo può e deve conoscere e adeguarsi a quelle regole, rispettandole e ponendosi in simbiosi con esse.
A Colliano si è tenuto il convegno commemorativo organizzato dalla Fondazione MIdA, dall’Osservatorio sul Doposisma in collaborazione con il CeRVEnE dal titolo “23 novembre 1980, 42 anni dopo. Ripresa e resilienza verso l’Agenda 2030”. L’evento ha visto i protagonisti riflettere e ragionare sui temi cardine del PNRR, ripresa e resilienza, focalizzandosi su ciò che è accaduto in 42 anni di ricostruzione, per fare tesoro delle esperienze e degli errori.