Anche a Sala Consilina saracinesche alzate da lunedì 18 maggio. Tra voglia di ricominciare e qualche perplessità, i commercianti, hanno riflettuto sul momento critico nato a seguito del lockdown forzato a causa della circolazione prepotente del coronavirus. “È stata un’emozione grandissima perché soltanto in questo momento privato delle cose che giornalmente fai, riesci a capire quanto hai voglia di tornare alla normalità – dice Nicola D’Elia titolare di una gioielleria in centro – dobbiamo prendere tutte le precauzioni del caso però, dobbiamo essere rispettosi e rispettarci, dobbiamo seguire le normative del Governo e in questo modo dobbiamo cercare di portare il commercio ad un punto ottimale di crescita per il nostro paese. Siamo coscienti che si ripartirà gradualmente ma ci impegneremo a fare cose belle per il bene di tutti”. “Anche per me è stata un’emozione grandissima aprire il mio negozio di abbigliamento – continua Dina Vignola – aprire senza sapere come andrà è dura ma pian piano dobbiamo sperare che tutto ritorni alla normalità. Le spese dobbiamo affrontarle e speriamo in un segnale positivo, speriamo per tutte quelle imprese come la ristorazione che sono ancora più in ginocchio di noi”. Proseguono anche altri commercianti: “Ho provato una sensazione di vuoto nel momento in cui sono entrata nel mio esercizio commerciale dopo due mesi di chiusura – afferma Erminia Russo che possiede una gioielleria storica – è come ad entrare in un luogo vuoto fosse stata un’estranea. È stato difficile stare a casa, da una parte però è stato bello stare con i miei figli ma è stato difficile non poter uscire”. “Un ritorno bellissimo tra la gente che aveva bisogno che riaprissimo, soprattutto il nostro settore che aveva subito una battuta d’arresto pesantissima perché i nostri produttori hanno buttato tutto al macero – ribadisce Maria Copersito che ha un negozio di fiori lungo la via principale di Sala – la riapertura non è stata difficile perché la popolazione ci ha voluto fortemente. Ho riaperto prima delle festa della mamma e la gente ha reagito donando appunto un fiore che accompagna come simbolo di speranza e di rinascita”. Tra queste voci ci sta anche chi non ha mai chiuso i battenti essendo considerato un sevizio essenziale, Marco Ciccone, responsabile delle sede Generali di Via Mezzacapo dice: “Noi svolgiamo un’attività essenziale come ha stabilito il decreto ministeriale per cui non abbiamo mai chiuso definitivamente l’attività. Abbiamo sempre garantito il nostro servizio. A marzo però abbiamo lavorato a distanza in modalità smart working, siamo attrezzati per fare quasi tutto a distanza. In seguito la nostra attività ha riaperto solo la mattina e solo per appuntamento, ma adesso riapriamo come da orario consueto. Si avverte che c’è più movimento in giro”. “Un’emozione grandissima riaprire il mio negozio perché i clienti ci aspettavano con ansia – asserisce Antonio Ciullo, parrucchiere salese moto noto nelle comunità del luogo e non solo – tutto come se fosse la prima volta. Adesso la parola d’ordine è buon senso e piano piano ne usciremo da questa emergenza, abbiamo iniziato su appuntamento e metteremo in atto le attività nei vari orari cercando di organizzarci per evitare assembramenti e non far attendere i clienti”. “Riaprire è stata una liberazione – riferisce invece Gabriele Bovenzi titolare di un esercizio di abbigliamento – sarebbe stato impossibile continuare in questa situazione. Un miglioramento non lo abbiamo visto e speriamo che le gente ritorni nei negozi come un tempo e non si chiuda nei centri commerciali”. “Non è facile ripartire dopo due mesi di stop – afferma il giovane Rocco Tinchitella, gestore insieme al fratello Antonio e a mamma Maria di un bar in piazza Umberto I, ancora più popolari per aver prodotto divertenti sketch casalinghi che hanno distratto per un po’ dalle lunghe giornate di quarantena – ho sistemato in tutta fretta le ultime cose per poter garantire la migliore apertura ai clienti. Dopo due mesi ho avvertito un brivido lungo la schiena perché finalmente abbiamo potuto riaprire i battenti nonostante le tante paure e le tante restrizioni che pure ci sono, però man mano ritorneremo alla normalità. Siamo contenti di aver regalato un sorriso alla gente attraverso i nostri video simpatici, chissà magari ne usciranno altri proprio nel bar dove lavoriamo ogni giorno”. “Una bellissima sensazione rialzare le mie serrande – dice Gherardo Giordano che ha un negozio di articoli per la casa sempre in centro – adesso dobbiamo rimboccarci le maniche e andare avanti in tutta sicurezza. L’associazione dei commercianti Io C’entro è stata attiva per tutti noi con richieste accordate anche dall’amministrazione comunale e adesso c’è bisogno di nuovi stimoli per poter iniziare una nuova vita che condurremo da oggi in poi”. A parlare della crisi del settore inerente i matrimoni e l’alta cerimonia è Anna Luisi, proprietaria di un atelier in via Mezzacapo, “Questa apertura è stata un po’ triste – dice – perché entrare nei nostri negozi e vederli vuoti ti piange il cuore. Vederti sola quando prima ricevevi i clienti su appuntamento, è molto triste. Però voglio pensare in maniera positiva e lentamente dobbiamo andare avanti e darci una mano l’un l’altro in modo tale che possiamo riprenderci tutti al più presto. Anche nel Vallo di Diano, l’80% degli sposini e delle sposine hanno posticipato il loro matrimonio al 2021, anche perché vivono nell’incertezza di poter organizzare al meglio il loro giorno più bello. Al momento infatti non c’è un protocollo unico per poter gestire questo evento e così quasi tutti hanno deciso di rinviare al prossimo anno perché sognano di poter vivere giustamente un matrimonio da favola e in questo modo non è proprio possibile, mentre un’altra percentuale sta mantenendo le date di agosto e settembre, ottobre, novembre e dicembre e cercheremo di capire cosa si può fare per loro”.
Antonella Citro