A fronteggiare il Covid anche e soprattutto nel periodo natalizio ci pensa un piano d’emergenza previsto al pronto soccorso dell’ospedale “Luigi Curto” di Polla che non abbassa mai la guardia. Ad annunciarlo è il coordinatore Daniele Graziano che parla in primis dello spazio contumaciale adiacente la struttura diviso in due box che ospita quattro posti letto e che è pronto ad accogliere massimo 48 ore i casi sospetti che giungeranno anche in questi giorni e che, tuttavia, sono assistiti sempre da un infermiere e da un operatore socio sanitario per essere poi trasferiti dopo due tamponi di controllo eventualmente nel reparto Covid, appositamente allestito al primo piano del nosocomio pollese. Mentre le tende, montate da qualche mese all’ingresso del presidio ospedaliero, rimangono sempre attive in caso di necessità. Le ambulanze sono poi dotate anche di una barella biocontenitiva che, trasporterà in sicurezza e tramite percorsi esterni il paziente che dovrà essere sottoposto ad esami diagnostici specifici. Durante le festività ci sarà sempre un’unità infermieristica reperibile 24 ore su 24 pronta a prestare servizio in caso di bisogno. Tenacia, perseveranza, umanità nei gesti e nelle azioni e un sorriso che regala coraggio e rinforza la solidarietà anche nei momenti difficili non mancano di certo al personale del pronto soccorso pollese diretto dal dottor Antonio Innac che si è trovato, da subito, ad affrontare senza mezzi termini, in prima linea e a gestire operazioni assai complesse in maniera capillare e certosina anche nel corso delle settimane più frenetiche dettate dall’espandersi esponenziale dell’emergenza sanitaria che ha sconvolto il mondo e, che continua, attivamente a collaborare con il reparto Covid che accoglie i pazienti in caso di positività conclamata. Da quell’avamposto del Vallo di Diano, da quel pronto soccorso di un ospedale nevralgico situato in una posizione geografica strategica, tra le altre, giungono storie di guarigioni, di conforto ricevuto spontaneamente, di ringraziamenti nei loro confronti per quanto si adoperano ogni giorno. Storie che si intrecciano, si vivono, si consumano e di cui nessuno degli operatori sanitari perderà mai memoria. Una mano tesa nel momento più buio infatti fa intravedere più vicina la fine di una sofferenza e infonde speranza nell’ora della paura più umanamente conosciuta. Il reparto Covid che oggi ospita quattro pazienti non intubati è tuttavia assistito anche da altro personale infermieristico che proviene da altri reparti prontamente disponibili a gestire l’ondata di contagi. E dal Vallo di Diano si solleva una profonda riconoscenza e gratitudine nei confronti di questi uomini e di queste donne che muniti di dispositivi di protezione individuale e sotto stressanti tute bianche che li rendono irriconoscibili lottano ogni giorno tra i letti d’ospedale e nei corridoi e tornano a casa, sperando di lasciare fuori la porta il Covid, perché loro, con la paura fanno i conti tutti i giorni, lo sanno, ma hanno imparato a conviverci e a trasformarla in energia pura pronta ad essere utilizzata per salvare e guarire chi ha più bisogno. Loro che il coraggio non lo rubano o lo prendono in prestito, ma lo regalano volentieri accennandolo spesso soltanto con gli occhi, lasciati scoperti da ingombranti ma necessarie protezioni.
Antonella Citro