Con il direttore della unità di Ostetricia e Ginecologia dell’ospedale di Polla Francesco De Laurentis parliamo della trasmissione del Covid da madre a feto, un argomento tanto dibattuto negli ultimi giorni. “Da un punto di vista scientifico, di ufficialità, vista la esiguità dei casi anche i dati ultimi aggiornati del Royal College inglese e gli studi anche americani che si basano, per fortuna, su piccoli numeri, ancora una certezza sulla trasmissione verticale madre e feto non c’è, non c’è concretezza sull’argomento perché sembrerebbe che alcuni neonati che, successivamente alla nascita, hanno manifestato l’infezione sia stata trasmessa dopo l’evento nascita, l’evento parto e non per una certezza di trasmissione verticale. Come pure vista l’affinità virologica del Covid con il virus Sars e Mers che hanno numeri più consistenti, in questi casi, non c’è stata una trasmissione verticale madre e feto ma soprattutto non c’è stato un grosso effetto negativo da parte di questa infezione virale. Attualmente, i dati in nostro possesso ci dicono questo: cioè la gravida, per un motivo fisiologico, in gravidanza, riduce quelle che sono le capacità immunologiche a tutela del feto stesso perché si sta confrontando, appunto, con un sistema immunitario diverso che è quello del figlio. Pertanto, questa fisiologica riduzione delle immunità nella gravida poteva esporre la gravida stessa a infezioni maggiori, in quanto immunodepressa e, in corso, di gravidanza. E quindi poteva ipotizzarsi un maggiore effetto dannoso del virus sul soggetto immunodepresso ma per fortuna questo dato non è stato validato e confermato dagli effetti e, diciamo l’effetto Covid sulla gravida, è sovrapponibile a quello di un individuo non gravido di pari età, di pari struttura fisica con tutti i requisiti che coinvolge e contagia l’altro individuo stesso. Questo è già un dato positivo però i dati ci dicono che la gravida, come rischio di contagio e come effetto di malattia, è sovrapponibile ad un individuo di pari età e di pari sesso. L’unica accortezza che mi sentirei di dare alle gravide è per il passaggio successivo cioè per l’allattamento perché il contagio è maggiormente esposto alla via aero diffusiva e quindi, quando ci troviamo di fronte a una gravida che ha partorito, Covid positiva, o sospetta Covid deve usare precauzioni in più quando avvicina il feto all’allattamento così oltre la detersione solita delle mani prima e dopo l’allattamento stesso, deve tenere la debita distanza dal viso del bambino e usare la mascherina. Questa è la precauzione sicura che deve essere attuata”. Sull’impiego delle cellule staminali per contrastare il Covid 19, il dottor De Laurentis, riflette: “Sicuramente sull’utilizzo delle staminali, in quanto medico, come tutti i miei colleghi, siamo sempre spinti e motivati ad offrire qualcosa di sicuro o innovativo alla nostra utenza. Di certo una validazione di attuazione e di utilizzo delle staminali ancora non c’è. Lo studio delle staminali che noi abbiamo esperito nelle malattie ematopoietiche ha dimostrato, attraverso vari trial di studio, la loro efficacia e senza dubbio si potranno utilizzare, ma una certezza scientifica della validità di questa terapia non c’è ancora fermo restando che si possono utilizzare in esperimenti vari che permetterebbero di debellare al più presto questo evento negativo”.
Antonella Citro