Con Raffaele Accetta, presidente della Comunità Montana Vallo di Diano abbiamo fatto il punto della situazione sulla questione aree interne in periodo di Covid, anche a seguito dell’ultimo dpcm a firma del premier Conte. “C’è una grande preoccupazione da parte di tutti per quello che sta succedendo in Italia ma, come sta accadendo nel resto del mondo ed, è ovvio, la situazione che si sta prospettando è quella di una nuova chiusura, di una nuova restrizione che si sta verificando in determinate attività, per quanto riguarda le nostre aree, ci dovrebbe tranquillizzare di più. Nel senso che non ci sono quelle situazioni che avvengono nei grossi centri come assembramenti vari, persone che viaggiano anche con i mezzi pubblici. Ecco questo ci dovrebbe rendere un po’ più tranquilli però sappiamo che il virus circola ed è arrivato anche nelle nostre aree e quindi dobbiamo fare di tutto per arginarlo con la individuazione immediata di una rete di contatti che il positivo ha potuto avere per poter bloccare subito questo contagio. È chiaro che per altri motivi, essendo area interna, benché siamo penalizzati perché distanti dai grossi centri e servizi, possiamo essere tranquilli da un lato ma preoccupati dall’altro per i servizi sanitari, c’è una situazione di apprensione generale che un po’ ci riguarda”. Sull’arrivo di un nuovo macchinario utile alla lotta contro il Covid 19, Accetta, così si è espresso: “L’auspicio è che riusciamo ad avere quei servizi che ci possono rendere più sereni anche sulle criticità che abbiamo nel settore della sanità. Però abbiamo dall’altra parte personale medico e paramedico molto attento che ci può venire incontro e che ci può risolvere tanti problemi. Il macchinario e i servizi sono utilissimi e, noi speriamo anche con il nostro progetto di strategia che, abbiamo già evidenziato nella nostra progettazione e, di cui abbiamo avuto già il finanziamento di poter avere risultati sul progetto dell’ospedale di comunità a Sant’Arsenio. E anche a seguito di quanto successo, anche perché il progetto è stato fatto prima del Covid, speriamo di rimodulare quelle che sono state le previsioni progettuali per alcuni servizi che probabilmente non sono più necessari e non sono indispensabili, ma abbiamo la opportunità di poter proporre quella medicina di territorio che mai come in questo momento stiamo toccando con mano quanto sia importante attivarla perché non è possibile che oggi andiamo a riempire gli ospedali magari con un semplice sintomo febbrile, un semplice raffreddore temendo che possa essere da Covid e non avere una medicina sul territorio, una rete che possa garantire anche l’assistenza domiciliare o a distanza. Abbiamo anche questa opportunità con il progetto di strategia, quello di andare a potenziare i sevizi sanitari sul territorio”. Poi termina: “L’auspicio è che intanto noi, anche con questa nuova chiusura, dimostriamo come abbiamo fatto a marzo di essere attenti anche al rispetto delle semplici norme basilari che oggi bisogna rispettare sperando che ogni cosa riesca a rientrare subito nella normalità e, dobbiamo sperare che, anche in Italia e nel mondo, si riesca a trovare la soluzione per questo maledetto virus”.
Antonella Citro