Per il secondo anno consecutivo, quelle tanto attese tradizioni che da millenni vengono rispettate, ormai anche definite quasi “Consuetudini” non verranno totalmente rispettate non solo a causa delle ormai tanto conosciute norme anti covid che è una follia ripetere anche in quest’occasione, ma anche a causa dell’abbassamento di moralità, entusiasmo, gioia di vivere da parte delle persone.
Credere in una ripartenza? Ricostruire il futuro? Oppure fermarsi e attendere che il tutto prima o poi finisca senza darsi da fare, senza inventare nuovi meccanismi?
Parlando della tradizione Cilentana per le festività Pasquali, possiamo ben ricordare la tradizione culinaria tra pastiere, calzoni, dolci vari…
La religiosità che predilige tale festività però come indicato dalle norme covid-19, non sarà possibile a tutti partecipare in presenza, e chi l’avrebbe mai detto che in un paese come Roccadaspide si trasmetterà sui vari canali social autorizzata, per di più, dallo stesso Don Cosimo? Prima dell’inizio della pandemia non si sarebbe mai immaginato un tale fatto, ma nemmeno se veniva la stampa da Roma a chiedere l’autorizzazione. Cogliamo i lati positivi di questa pandemia.
Pensandoci bene, forse quella normalità che prima avevamo non ci manca tanto, ma di più. Eravamo abituati a fare grandi cose, ma con semplicità e non ce ne rendevamo conto. L’unica cosa che ora abbiamo sono i social, dietro questi nostri grandi schermi costosissimi, si nascondono persone, gioie, tristezze, sorrisi, ormai da un anno di tutto; abbiamo ormai anche diversi modi di guardare la vita, cose che non ci saremo mai immaginati, stati confusionari.
Però una cosa certa per queste festività rimane, e forse è anche quella che non abbiamo mai considerato, prendersi cura di sé e degli altri.
Ci sarà una rinascita e le nostre tradizioni saranno diverse.
Fabiola Scorziello