I piani sulla carta ci sono! I soldi stanziati si spendono. Le piante organiche pullulano di figure dai titoli altisonanti …
Intanto, gli anziani sono entrati nell’occhio del ciclone sanitario spogliati di ogni tipo di protezione, a parte l’isolamento auto imposto, dalla paura di essere in prima linea con il timore di entrare nel vortice di una malattia che non lascia loro scampo.
L’auto isolamento, per la verità, era già un dato di fatto per la stragrande maggioranza degli anziani che ancora popolano i piccoli comuni delle aree interne del Parco del Cilento, Vallo di Diano e Alburni.
Chiese senza preti, ambulatori senza medici, negozi e mercati senza merci, scuole senza alunni, vie senza vita, strade senza traffico … perfino i cimiteri, in molti casi, sono incustoditi e in qualche modo autogestiti.
Solo la TV, perennemente accesa, sa fare compagnia più che ad informare, e il telefono per restare in contatto con figli e nipoti espatriati nel resto del mondo messi in quarantena e impossibilitati ad accorrere per dare sostegno.
Sono le badanti di altro conio disseminate nei piccoli centri a rendere attivi i rapporti umani e sociali nel mondo dei fili recisi e a fare la spola tra farmacia, studio del medico di base e negozio per gli approvvigionamenti.
Le piazze sono vuote e non possono più essere casse di risonanza per chi è fermo sull’uscio di casa o nell’orto a piantare speranze di raccolti in primavera che, da sempre, si concretizzano in estate.
Intanto, i servizi sociali sventolano, nel migliore dei casi, piani di zona con parole altisonanti così lontani dalla realtà che vien da piangere visto che c’è poco da ridere!
L’emergenza è tenuta fuori dalla porta degli uffici. I problemi di migliaia di anziani, che combattono ad armi nude contro un virus mortale che li ha presi di mira senza pietà, sono sepolti sotto strati di luoghi comuni.
I medici di base li curano da remoto attenendosi alla “prescrizione” di inviare ricette non si sa ad indirizzi di posta elettronica inesistenti; le farmacie sono affollate di badanti che scorrazzano da un anziano all’altro per garantire le medicine; gli alimenti sono recapitati a singhiozzo; le pulizie e l’igiene lasciano a desiderare … la TV snocciola il bollettino dal “fronte interno” con numeri di morti, contagiati e guariti con la puntualizzazione che i deceduti sono in stragrande maggioranza anziani già con problemi di salute soprattutto relativi agli apparati cardiopolmonari.
Certo non è facile organizzare l’assistenza in decine di piccoli borghi. Ma è ancora più difficile farlo con una struttura operativa che conta più personale dietro le scrivanie che sul campo ad operare.
Forse è il caso di cominciare ad attrezzarsi per il prosieguo della crisi sanitaria in quanto la situazione diventerà sempre più grave con l’andare del tempo che trascinerà con sé decine di vite che, per quanto antiche, garantivano con la loro presenza di spostare più avanti la resa dei conti della desertificazione demografica.
Bartolo Scandizzo