La Regione Campania ha varato pochi giorni fa l’avviso pubblico e i relativi allegati per la presentazione delle domande di individuazione dei distretti in applicazione della Legge regionale n. 20 del 2014 sul “riconoscimento e costituzione dei distretti rurali, dei distretti agroalimentari di qualità e dei distretti di filiera”.
La domanda può essere presentata da un Comitato Promotore, rappresentato da un raggruppamento di soggetti pubblici e privati presenti sul territorio, con l’obiettivo di raccogliere l’interesse di ulteriori soggetti pubblici e privati per il riconoscimento del Distretto e di presentare all’Amministrazione Regionale la proposta di individuazione del Distretto stesso. Quest’ultimo dovrà eleggere un ente capofila, vale a dire un soggetto, esclusivamente di natura privatistica, designato dal Comitato promotore a rappresentare tutti gli aderenti alla proposta di individuazione del Distretto. Si tratta di un’opportunità che potrebbe essere colta anche dal nostro Cilento, tant’è vero che l’Ente Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni si è attivato immediatamente organizzando 3 incontri con sindaci, operatori turistici, associazioni culturali, per discutere sulla possibilità di presentare domanda alla Regione Campania. L’intenzione del Parco è quella di mettere in sinergia soggetti pubblici e privati affinché diano vita, insieme, ad un Comitato Promotore nella speranza che il nostro territorio possa essere riconosciuto come “Distretto Rurale”.
E i presupposti ci sono tutti!
Secondo quanto specificato nel decreto legislativo n. 228 del 2001, infatti, il Distretto Rurale è un nuovo soggetto di governance su cui basare una più specifica programmazione territoriale, in grado di captare e intercettare risorse e opportunità con compiti prevalenti di supporto alla pianificazione, crescita e stabilizzazione di un’economia locale, mediante la valorizzazione multifunzionale del territorio. Si definiscono distretti rurali sistemi produttivi locali caratterizzati da un’identità storica e territoriale omogenea derivate dall’integrazione fra attività agricole ed altre attività locali, nonché dalla produzione di beni o servizi di particolare specificità, coerenti con le tradizioni e le vocazioni naturali e territoriali.
L’art. 3 della L.R. 8 agosto 2014 n.20 specifica che i requisiti per il riconoscimento di un distretto rurale sono:
- La presenza di attività e funzioni differenziate quali l’agricoltura, l’artigianato, il commercio, la ristorazione e le attività turistiche;
- Le produzioni agricole rispettose delle peculiarità ambientali e paesaggistiche dei territori, che caratterizzano l’identità dei luoghi e che risultano significative nell’ambito dell’economia agricola regionale;
- L’esistenza di un sistema di relazioni tra imprese agricole e imprese locali attive in altri settori;
- La valorizzazione delle produzioni locali e del patrimonio naturale e culturale;
- Il perseguimento di obiettivi di qualità;
- L’omogeneità paesaggistico-ambientale del territorio e del patrimonio rurale;
- La sussistenza di rapporti di tipo collaborativo fra istituzioni locali, imprese agricole e imprese di altri settori.
Perché il nostro territorio possa essere riconosciuto come Distretto Rurale è necessario che siano rispettati 5 “indici”:
- Indice di ruralità: l’incidenza della superficie agricola rurale sulla superficie complessiva nell’area distretto deve essere superiore rispetto alla media regionale;
- Indice di protezione ambientale: l’incidenza della superficie interessata da forme di protezione dell’ambiente e degli ecosistemi nell’area distretto deve essere superiore alla media nazionale;
- Densità demografica: meno di 150 abitanti per Km2 (ovvero meno di 180 abitanti per Km2 in presenza di un solo Sistema Territoriale di Sviluppo – STS) misurata come media dell’intera area oggetto della perimetrazione;
- Numero di imprese aderenti al distretto: (imprese agricole, turistiche, di artigianato artistico) pari almeno a 50, di cui almeno il 60% siano imprese agricole;
- Numero di comuni formalmente aderenti: almeno 10.
Bisognerà quindi procedere alla costituzione di un Comitato Promotore che rappresenti il tessuto socio-economico territoriale e di cui la componente maggioritaria sia quelle privata rispetto alla pubblica. Dopodiché dovrà essere individuato un Soggetto Capofila del Comitato che presenterà alla Regione la proposta di individuazione del Distretto Rurale da realizzare in provincia di Salerno.
L’intenzione è, dunque, di “unire” in un unico Distretto Rurale non solo l’area del Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni, ma anche i comuni attigui ad essa.
L’Ente Parco si è messo subito a lavoro per la costituzione del Comitato Promotore riscontrando grande interesse non solo tra i sindaci, ma anche tra imprese e associazioni locali.
La storia e la tradizione del nostro territorio legate al mondo dell’agricoltura, delle produzioni tipiche e gli importanti riconoscimenti conferiti al nostro Parco, fanno del Cilento un potenziale distretto di eccellenza che potrà, tra le altre cose, rilanciare e ampliare l’offerta turistica.