Le vittime sono 3.398, per la maggior parte in Cina. Le persone guarite sono oltre la metà, 55.671. I passeggeri della Grand Princess restano bloccati a San Francisco in attesa dei risultati dei test per potere sbarcare, mentre la nave da crociera Costa Fortuna – che ha 64 italiani a bordo “tutti sani” – sta navigando verso la Malesia dopo essere rimasta bloccata al largo di Phuket. Il premier palestinese ha ordinato la chiusura di Betlemme, dopo i 16 casi di contagio registrati. La Thailandia ha infatti imposto la quarantena allo sbarco di italiani che siano stati nel nostro Paese negli ultimi 14 giorni. Anche il Madagascar ha imposto restrizioni e Costa Mediterranea ha cambiato itinerario dirigendosi alle Seychelles. In Iran sono morti l’ex vice ministro degli Esteri, Hossein Sheikholeslam e la deputata 55enne Fatemeh Rahbar, rieletta a Teheran alle parlamentari del 21 febbraio scorso. La Cina ha riportato 30 nuove vittime, 143 nuove infezioni e 16 cosiddetti “contagi di ritorno”, i casi importati da persone arrivate nel Paese. I 4 segnalati a Pechino arrivano tutti dall’Italia. La Corea del Sud, che ieri per l’Organizzazione mondiale della Sanità forniva dati incoraggianti e una curva in calo dei contagi, ne registrati altri 196 rispetto all’ultimo bollettino del pomeriggio di ieri, per un totale di infezioni salito a 6.284. I decessi sono saliti a 42. Il Paese con il più alto numero di contagi resta la Cina con 80.556 casi, seguito dalla Corea del Sud (6.593) e dall’Iran (4.747). Quarta l’Italia con 3.858 casi confermati, seguita da altri due Paesi europei: la Germania (639) e la Francia (423). Sempre secondo i dati della Johns Hopkins University, con 148 decessi l’Italia è il secondo Paese dopo la Cina (oltre 3000) per numero di vittime, davanti all’Iran (124) e alla Corea del Sud (40).
Usa – Nel Paese, che ha registrato 11 morti e 228 casi in 14 Stati, il National Nurses United (Nnu), il più grande sindacato degli infermieri americano che conta 150mila iscritti, ha denunciato una carenza di preparazione ed equipaggiamento in molti ospedali e cliniche del Paese per fronteggiare l’emergenza del coronavirus. Da un sondaggio cui hanno risposto in 6500, sono emersi risultati “allarmanti”, ha detto la direttrice del Nnu, Bonnie Castillo: solo il 29% ha riferito che c’è un piano per isolare i potenziali pazienti contagiati nei loro posti di lavoro, il 23% ha ammesso di non sapere neppure se c’è un piano, oltre un terzo ha rivelato di non avere accesso alle maschere protettive e la metà non ha ricevuto alcuna informazione sul coronavirus dai datori di lavoro. Sale ad almeno 33 persone contagiate il bilancio del coronavirus a New York. Lo ha reso noto il governatore dello stato Andrew Cuomo, sottolineando come ci siano 10 casi accertati in più rispetto a ieri. Cinque delle persone infettate sono in ospedale e le loro condizioni migliorano, ha detto Cuomo, spiegando come almeno 4mila persone nell’intero stato sono in “quarantena precauzionale”.
Germania – Il numero di persone contagiate è di 639, contro i circa 400 di cui era stato riferito ieri sera. La malattia si è diffusa in 15 dei 16 stati del paese con l’eccezione della Sassonia-Anhalt. A riferirlo è stato il Robert Koch Institute, precisando che il Land più colpito è quello del NordReno Westfalia, con 281 casi confermati, seguito dal Baden-Wuerttemberg (91) e dalla Baviera (79).
“Ci sono molti Paesi – ha detto il ministro della Salute Spahn – che sono ancora nella fase ‘detect and contain’, come noi dieci giorni fa. È un tipo di situazione in cui tutti si ritroveranno, presto o tardi. Ora in Italia, Francia e Germania siamo in una situazione in cui constatiamo dei focolai, che sono fonte di propagazione della malattia a livello nazionale”. “Prendere misure alla frontiera, come negli aeroporti, non permette di contenere la malattia. Per questo in Parlamento ho detto che l’epidemia è ormai arrivata in Germania”, ha concluso il politico della Cdu.
Regno Unito – Continuano a crescere i contagi, saliti a 163 – quasi 50 più di ieri – secondo l’aggiornamento quotidiano del ministero della Sanità britannico. In totale, a stamattina, si contano 147 casi accertati in Inghilterra, 11 in Scozia, 3 in Irlanda del Nord, 2 in Galles. Mentre il numero di test eseguiti ha superato quota 20mila. Al momento una sola persona risulta essere morta nel Regno in relazione all’emergenza Covid-19: una donna ultrasettantenne, in salute precaria, come reso noto ieri. La compagnia aerea British Airways ha confermato che due addetti ai bagagli dell’aeroporto di Heathrow, vicino Londra, sono risultati positivi al test del nuovo coronavirus.
Spagna – 345 casi confermati, 82 in più di ieri, la maggior parte importati. I morti sono almeno 5. L’ultimo aumento dei contagi è “maggiore del solito”, e gran parte si concentra nella Comunità di Madrid, dove si registrano finora 137 casi. Dei casi totali, nove rimangono in terapia intensiva.
Svizzera – Confermati 87 nuovi casi, con il totale dei contagiati che sale a 210. Daniel Koch, capo della Divisione malattie trasmissibili dell’Ufficio federale della sanità pubblica, ha parlato con esattezza di 181 i casi confermati e di 29 sospetti.
Olanda – Prima vittima. Si tratta di un uomo di 86 anni, ricoverato a Rotterdam, le cui modalità di contagio non sono ancora note. L’uomo era in isolamento dal momento della diagnosi, e si stanno cercando tutte le persone con cui era stato a contatto.
Belgio – Sono 59 i nuovi casi confermati in Belgio, la maggior parte dei quali sono tornati da vacanze in Italia, sebbene si constatino ugualmente dei contagi all’interno del Paese. Il numero totale di contagi è salito a 109, di cui uno guarito. I 59 nuovi casi confermati a seguito di 441 test effettuati. In particolare sui 108 casi confermati 65 pazienti si trovano nelle Fiandre, 12 a Bruxelles e 31 in Vallonia.
Slovacchia – Confermato il primo caso di coronavirus nel Paese. Si tratta di un uomo di 52 anni che è ora ricoverato in ospedale. L’uomo nell’ultimo periodo non ha viaggiato all’estero ma il figlio è tornato di recente da Venezia.
Slovenia – Nuovo caso registrato che fa salire a 7 le persone contagiate nel Paese.
Corea del Sud – Conferma che ieri nel Paese si sono registrati 518 nuovi casi di coronavirus per un totale di 6.284 persone infettate e 42 morti. I dati sono stati diffusi dai Korea Centers for Disease Control and Prevention (Kcdc), come riporta l’agenzia Yonhap. La maggior parte dei nuovi casi si registrano nella sola città sudorientale di Daegu (367) e nella vicina provincia del Gyeongsang Settentrionale (123). Le vittime sono per lo più anziani con patologie pregresse.
Iran – Morta la deputata 55enne Fatemeh Rahbar, rieletta a Teheran alle parlamentari del 21 febbraio scorso. Morto anche l’ex vice ministro degli Esteri, Hossein Sheikholeslam. Il diplomatico 67enne, numero due della diplomazia della Repubblica Islamica negli anni Ottanta, è deceduto in un ospedale di Teheran. Gli ultimi dati del ministero della Sanità di Teheran parlano di 124 morti e 4.747 contagi. E’ di sabato scorso la notizia della morte del neo deputato iraniano Mohammad Ali Ramazani Dastak.
Egitto – 12 casi di coronavirus su un battello turistico sul Nilo proveniente da Aswan e diretto a Luxor. Lo riferisce il quotidiano Asharq al-Awsat su Twitter.
Qatar – Il Qatar ha confermato altri tre casi di coronavirus, portando a undici il numero dei contagiati in totale. “I contagiati si trovano ora in quarantena. Due dei nuovi casi sono cittadini qatarini, un terzo è di altra nazionalità rientrato recentemente dall’Iran”, si legge in una nota del ministero della Sanità.
Cina – Chiude il secondo ospedale da campo di quelli realizzati in tempi record a Wuhan. A inizio mese erano già state “sospese le attività” in un ospedale ‘temporaneò del distretto di Qiaokou, da cui i pazienti erano stati dimessi o trasferiti in altre strutture. Ieri a Wuhan si sono registrati 126 nuovi casi di coronavirus e le vittime sono state 23 secondo i dati delle autorità sanitarie locali. II morti in Cina sono 3.042, i casi di infezione 80.552 (23.784 pazienti ancora ricoverati, 53.726 dimessi dagli ospedali e guariti più le vittime). Gli ultimi dati della Commissione nazionale per la salute relativi alla giornata di ieri parlano di 143 nuovi casi confermati e di altre 30 vittime, una nella provincia insulare di Hainan e 29 nella provincia di Hubei, la più colpita dall’epidemia. Ieri 1.681 persone sono state dimesse dagli ospedali della Repubblica Popolare. Al 5 marzo la Cina segnala 36 casi “importati” in totale: 11 nella provincia di Gansu, quattro a Pechino e uno a Shanghai.