Da marzo 2020 facciamo i conti con l’alternanza, a seconda dei mesi e delle stagioni, di chiusure e aperture, lockdown, zone colorate e contagi. Oltre ad essere stati costretti a rimanere a casa, abbiamo anche dovuto limitare i contatti con altre persone.
Da marzo 2020, come noi salernitani, campani e italiani, anche altre persone di tutte le parti del mondo (chi prima e chi poi) sono state costrette a cambiare in maniera repentina le proprie abitudini, lavorando o studiando a casa, limitando e giustificando uscite ed incontri.
In alcuni paesi, tra i quali l’Italia, l’epidemia di Covid-19 è l’evento più grave che si sia verificato dal dopoguerra a oggi e con il più profondo impatto sulle vite di tutti. Negli ultimi mesi, per fortuna grazie alle vaccinazioni, la situazione è migliorata e ci stiamo avvicinando gradualmente al ritorno alla normalità.
Ora che i vaccini stanno coprendo tutta la popolazione, si presenta sempre più incalzante la domanda sul futuro. Come cambieranno la società e le nostre vite dopo che l’epidemia sarà finita? Come sarà il famigerato “ritorno alla normalità”?
Prevedibilmente la pandemia avrà molte conseguenze. Sicuramente si aggraverà la crisi economica, aumenteranno la povertà, le diseguaglianze sociali, le situazioni di disagio, di emarginazione e di solitudine. Molto probabilmente cambierà il modo di istruirci e di lavorare.
Fino a quando durerà il cosiddetto distanziamento sociale? Che conseguenze avrà?
I più pessimisti ritengono che alcune delle nostre abitudini subiranno cambiamenti irreversibili. Non ci avvicineremo più agli altri, indosseremo sempre la mascherina, entreremo negli spazi pubblici in pochi alla volta, ci laveremo sempre le mani. Secondo queste persone, potrebbero non tenersi più le riunioni, le cene, i concerti, le manifestazioni e le feste come le abbiamo conosciute. Tra queste persone è anche tanta la paura che venga estenso il controllo statale e poliziesco sulle nostre vite.
Se ci abitueremo a comunicare spostamenti, incontri e molti altri dati personali a un’applicazione – più di quanto già facciamo – cosa ne sarà della nostra privacy e della nostra libertà?
Anche gli spostamenti e i viaggi hanno vissuto una profonda crisi come conseguenza della pandemia. I viaggi per turismo hanno subito un drastico calo anche se ora assistiamo a progressive riaperture dei paesi. Negli ultimi decenni, il turismo mondiale è aumentato in modo vertiginoso. Con i voli low cost milioni di persone hanno iniziato a viaggiare e molte città hanno parzialmente cambiato le proprie economie in funzione di questo inedito afflusso di persone. Ora, c’è chi dice che per molto tempo non torneremo a viaggiare come prima, sia per ragioni di sicurezza sanitaria, sia perché la maggior parte di noi non potrà permetterselo. Anche a causa dell’aumento dei costi (soprattutto dei voli), è possibile che il turismo torni ad essere l’attività di lusso che è stato in passato. È un bene o è un male? Per l’ambiente potrebbe essere una buona notizia, così come per alcune città, che recentemente hanno piegato – forse eccessivamente – le proprie economie e i propri spazi al turismo.
Come sarà la “normalità” alla quale torneremo dal 1° maggio?
Sono state approvate dal Governo nuove regole che serviranno a gestire i prossimi mesi, regole necessarie ad intervenire in modo diverso su una situazione che, nonostante tutto, è cambiata rispetto a 18 mesi fa.
Dal 1° maggio 2022 ci sarà un cambiamento, un ritorno verso la normalità, ma sarà per tutti una quotidianità diversa dalla vita pre pandemia. Le mascherine saranno obbligatorie ancora per un mese e mezzo, fino al 15 giugno, in molti luoghi al chiuso. Il green pass dal 1° maggio non sarà più richiesto.
L’obbligo di mascherine al chiuso sarà prorogato fino al 15 giugno solo per mezzi di trasporto, cinema, teatri, ospedali e scuole. In tutti gli altri luoghi chiusi pubblici o aperti al pubblico resta solo la raccomandazione di indossare i dispositivi di protezione individuale. Sono queste le principali novità che sono entrate in vigore a partire dal 1° maggio. Ma vediamo più nel dettaglio, attraverso 10 domande e risposte, come cambierà la vita di chi risiede in Italia.
Il green pass dal 1° maggio non sarà più richiesto sia per il lavoro che per il tempo libero?
Il certificato verde non cessa di esistere, ma non sarà più richiesto in Italia. Dal primo maggio scatta l’accesso libero per accedere a tutti quei luoghi dove fino al 30 aprile il certificato verde è stato obbligatorio nella sua versione “base” o “rafforzata”: bar e ristoranti al chiuso, aerei, treni, traghetti e pullman intra-regionali, palestre e piscine al chiuso, feste e cerimonie, convegni e congressi, discoteche e sale da gioco, cinema, teatri, concerti.
Ci sono eccezioni all’abolizione del green pass?
L’unica eccezione sono le visite in ospedale e Rsa, dove sarà necessario esibire il super green pass (vaccinazione o guarigione) fino al 31 dicembre.
Per viaggiare all’estero servirà ancora il green pass?
Sì. Le regole cambiano a seconda dei Paesi di destinazione ma il green pass nella sua forma “base” (vaccinazione, guarigione o tampone negativo) continuerà a essere necessario per l’ingresso nei Paesi dell’Ue. Inoltre, un’ordinanza del ministro della Salute ha prorogato al 31 maggio le misure per chi arriva in Italia o rientra dall’estero: continuerà a bastare anche un tampone oltre che il pass da vaccinazione o guarigione (green pass base).
Sui mezzi di trasporto servirà ancora la mascherina? Ed eventualmente quale?
Il Governo ha deciso di prorogare fino al 15 giugno l’obbligo di indossare la mascherina Ffp2 su tutti i mezzi di trasporto locali e a lunga percorrenza – dai bus alle metropolitane, dai treni regionali a quelli ad alta velocità fino ai traghetti e agli aerei.
Quali saranno le regole sui luoghi di lavoro?
Nei luoghi di lavoro, pubblici e privati – tranne ospedali e Rsa – non è stato prorogato l’obbligo di utilizzo delle mascherine, dispositivi che sono solo raccomandati. Tuttavia i datori di lavoro, nel settore privato, se ritenuto opportuno, potranno decidere di mantenere i protocolli vigenti che prevedono l’obbligatorietà di questi dispositivi di protezione. L’uso delle mascherine FFP2 negli uffici pubblici è raccomandato, in particolare, per il personale a contatto con il pubblico sprovvisto di idonee barriere protettive, per chi è in fila a mensa o in altri spazi comuni, per chi condivide la stanza con personale “fragile”, negli ascensori e nei casi in cui gli spazi non possano escludere affollamenti.
A scuola resterà l’obbligo di mascherina?
Sì. L’obbligo fino alla fine dell’anno scolastico era già previsto dall’ultimo decreto anti-Covid di marzo. E il governo ha deciso di non fare passi indietro nonostante il pressing per toglierle sia continuato negli ultimi giorni. Nelle aule scolastiche basta la chirurgica.
Per andare a fare shopping o per andare al supermercato devo portare con me la mascherina?
Non più. In negozi, centri commerciali, supermercati, bar e ristoranti al chiuso la mascherina dal 1° maggio non sarà più obbligatoria. Così come in uffici pubblici, banche, poste, musei, discoteche, nonché dal barbiere, dal parrucchiere, dall’estetista. Ma trattandosi di luoghi al chiuso «pubblici» o «aperti al pubblico» l’utilizzo è raccomandato.
Si potrà fare a meno della mascherina in cinema e teatri?
No. Le mascherine Ffp2 andranno indossate fino a fine maggio nei cinema, nei teatri e per tutti gli spettacoli al chiuso come i concerti, nonché nei palazzetti dello sport. Così come in ospedali e Rsa.
Si potrà togliere la mascherina allo Stadio?
Dopo un lungo braccio di ferro è stato deciso che la mascherina non sarà più obbligatoria allo Stadio.
Restano luoghi all’aperto dove la mascherina è obbligatoria?
No, oltre che allo Stadio, l’obbligo di mascherina all’aperto è stato eliminato anche per gli spettacoli e i concerti. All’aperto (a differenza che al chiuso) non c’è neppure la raccomandazione ad indossare la mascherina.