Con poche parole nel passo odierno del Vangelo Marco riassume gli avvenimenti dopo l’arresto di Giovanni Battista. Descrive l’inizio del ministero pubblico di Gesù riportando la sua prima predica, brevissima, che offre una sintesi dei temi fondamentali di tutta la sua predicazione.
Ci colpiscono due affermazioni: non è più il tempo dell’attesa e il regno di Dio è vicino, e due esortazioni: convertitevi e credete nel Vangelo.
Gesù annuncia che con la sua presenza Dio è all’opera tra gli uomini per offrire loro salvezza. Tocca a ciascun uomo scegliere se accogliere nella propria vita tale innovazione o rinnegarla.
Seguendo gli insegnamenti del Vangelo, accogliendo la Parola, è possibile incrociare lo sguardo di Gesù, ascoltare la sua voce, seguire i suoi passi, scoprire di non essere soli e che Lui è sempre pronto ad avvicinarsi a noi, prendendo per primo l’iniziativa.
E’ necessaria però la conversione, cambiare cioè la nostra mentalità, cambiare qualcosa di ciò che facciamo o pensiamo, cambiare soprattutto il modo di giudicare le cose del mondo.
Con il suo racconto Marco ci fa partecipi di una scena riprodotta anche in tanti film sulla vita di Gesù. Ci conduce sulle rive del Lago di Tiberiade dove Gesù fa i primi incontri e chiama i primi discepoli.
Sono questi dei semplici pescatori, intenti alla loro attività ma che rispondono senza indugio alla sua chiamata. Abbandonano infatti subito tutto e lo seguono. Gesù, a differenza degli altri maestri del tempo ricercati dai discepoli, chiama direttamente chi può aiutarlo nella missione. E’ l’inizio di una esperienza con i suoi seguaci che proseguirà fino alla croce e alla risurrezione.
La chiamata dei primi 4 discepoli diventa un esempio per ognuno di noi. “Seguitemi” dice Gesù. Questa parola esige sì un distacco, un lasciare le abitudini, le false sicurezze ma significa accogliere l’invito all’amore, al servizio, alla carità, significa lasciarsi conquistare da Colui che, come per i discepoli sulle rive del lago di Tiberiade, ci incontra nel corso della nostra vita, per chiamarci ad essere pescatori di uomini. Questa chiamata non è privilegio per pochi ma un’opportunità per tutti coloro che accettano come progetto di vita la sua Parola.
Incontrare il Signore è esperienza fondamentale che trasforma la nostra vita; che ci rinnova e ci rende consapevoli di essere votati a svolgere un ruolo preciso; a renderci disposti “subito”, come l’avverbio usato da Marco, a diventare pescatori di umanità, capaci di pescare gli uomini, tirarli fuori dal male, per ridare speranza e prospettiva di futuro a chi li ha perdute.
E’ un cammino entusiasmante, impegnativo, non esente da difficoltà ma sempre sostenuto dalla certezza della presenza del Signore tra noi.
Nel rispondere alla chiamata, lasciamoci allora illuminare dalla Parola. Questa domenica, terza del tempo ordinario, la Chiesa celebra proprio la Giornata della Parola, istituita da papa Francesco nel 2019.
Il Santo Padre vuole promuovere la conoscenza, la lettura, l’accoglienza gioiosa della Parola di Dio, la Parola che risponde alle necessità più profonde di tutti noi, che offre risposte ai bisogni più profondi e mette a disposizione un tesoro di vita e di forza che non inganna e che non delude, che ci dona libertà e salvezza.
Santa domenica in famiglia.