Il Vallo di Diano è anche terra di conventi, monasteri e abbazie, grazie alla presenza ed all’attività di diversi ordini religiosi.
Teggiano è il centro che ne presentava di più. Oltre all’imponente castello ed al gran numero di chiese, infatti, nella città Museo sono sorte diverse strutture legate ad ordini religiosi. Il tutto frutto anche della presenza e dell’attività nell’antica Diano di famiglie nobiliari.
Risale al ‘300 il convento della Santissima Pietà. Nato come luogo benedettino maschile, fu poi trasformato dal Signore di Diano Antonello Sanseverino in convento dei frati Minori Osservanti di San Francesco. E fu arricchito di opere d’arte.
All’interno del convento c’è il grande chiostro con colonne in pietra lavorata e affreschi sulle vele e le lunette del XIV e XV secolo. Nel refettorio si conserva l’ “Andata al Calvario”, grande affresco del 1476.
Oggi il complesso ospita, tra le altre cose, le sedute del Consiglio comunale, eventi, mostre e presentazioni.
Sempre a Teggiano, la chiesa di San Francesco, con l’attiguo ex convento, fu uno dei primi complessia sorgere sul territorio. Il portale della chiesa, infatti, reca la data 1037.
Il convento dei Minori Conventuali Francescani fu soppresso nel 1808 e la chiesa fu dedicata a San Gioacchino (in onore di Murat).
Attualmente nell’edificio sono ospitate alcune opere d’arte di grande importanza, tra cui il coro ligneo del 1645, il soffitto ligneo “a guazzo” e alcune tele di pregio.
Nel chiostro dell’ex convento si organizzano diversi eventi.
Restando in ottica francescana, ci spostiamo a Padula per scrivere del convento di San Francesco. Fu voluto, a fine ‘300, da Giovanni Tommaso Sanseverino, discendente del più celebre Tommaso fondatore della Certosa di San Lorenzo. Nei primi decenni del ‘400 fu affidato ai Frati Minori Osservanti da Papa Martino V.
Il complesso è formato da più corpi connessi tra loro, ovvero la chiesa, il chiostro e la zona delle celle. Al chiostro si può accedere direttamente da un ingresso posto accanto all’atrio. Da esso si accede alla biblioteca, alla cantina, al refettorio e all’auditorium.
Una scala conduce al piano di abitazione dei frati. L’impianto del giardino e dell’orto del convento si estende per circa un ettaro e vi sono state rinvenuti reperti archeologici conservati presso il Museo provinciale nella Certosa.
Recandoci più a nord, arriviamo al convento dei Frati Minori di Sant’Antonio di Polla. Il complesso religioso vide posare la prima pietra nel 1541 grazie alle offerte della popolazione ed acquisì il massimo splendore nel secolo successivo, sotto la guida di Padre Ambrogio Pantoliano.
Il convento presenta una grande ricchezza decorativa, con diverse opere d’arte. Di particolare bellezza è il crocifisso in legno d’ulivo dalle 3 diverse espressioni del volto.
Nella struttura è custodita la statua di Sant’Antonio dal volto della quale, nel 2010, sono scese delle lacrime.
Il convento è ancora abitato dai frati.
Facciamo di nuovo tappa a Teggiano per concentrarci sul convento di Sant’Agostino. La chiesa annessa è relativa al 1370. Del convento è ben conservato il chiostro, decorato da un ciclo di affreschi dipinti nel ‘600 e che raffigurano la vita di Sant’Agostino. La struttura, fino a qualche anno fa, ospitava una casa di riposo.
A Sala Consilina, poi, prese vita il Monastero di S.Angelo in Fonti dell’Ordine di San Bernardo. Della struttura oggi restano solo le mura di cinta e quelle dell’edificio principale.
Chiudiamo questa veloce panoramica con l’abbazia di Santa Maria di Cadossa, nel territorio di Montesano sulla Marcellana. I primi documenti che fanno riferimento al monastero risalgono al ‘200. Nel periodo più antico, secondo la tradizione, vi trascorse la sua breve esistenza San Cono, patrono di Teggiano e della Diocesi.
Vi si recò di nascosto dai genitori, per dedicare la sua vita a Dio. Vita che si spense proprio nella struttura, all’età di 18 anni.
Cadossa, specialmente nel periodo angioino, fu una delle Badie più rinomate dell’ordine benedettino. Con la bolla di Papa Leone X del 17 novembre 1514 Cadossa fu incorporata alla Certosa di Padula.
Acquistata nel 1869 dai Baroni Gerbasio di Montesano, venne adibita ad abitazione dei coloni, a depositi di derrate ed a stalle.
Oggi è di proprietà privata ed è meta del pellegrinaggio, ogni prima domenica di agosto, in particolare dei teggianesi, per via della secolare devozione verso S. Cono.
Quasi tutte le esperienze e le attività a cui abbiamo fatto cenno sono venute meno, agli inizi dell’800, con la soppressione degli ordini religiosi da parte di Napoleone.
Da questo elenco abbiamo volutamente escluso la Certosa di Padula, il più grande complesso monastico del sud Italia ed uno dei maggiori di Europa. E lo abbiamo fatto sia perché ne abbiamo già parlato in diverse occasioni, sia perché rappresenta un unicum, una struttura a sé stante che non può essere messa a confronto con altre.