Il distretto turistico termale di Contursi, di buono ha solo le Terme che sono private, il resto del territorio non è fatto per le persone ma per chi si sposta con ogni mezzo ma non a piedi. Ma anche le automobili “soffrono” per la poca attenzione al convivere civile.
Si tratta di un paradosso che andrebbe al più presto sfatato in quanto un distretto termale che si rispetta fa leva sulla voglia della gente di entrare in una dimensione di “benessere” quando immagina di andare a trascorrere un week end in una località termale.
Pensa di trovare una realtà costruita intorno a sé.
Crede che chi ha la responsabilità di amministrare un luogo baciato dalla fortuna di avere acque e fanghi dichiarati benefici per la salute delle persone nel proprio comune, debba fare tutto il possibile, ed anche di più, per rendere il proprio comune perfettamente consono al ruolo che deve svolgere.
Immagina che le risorse pubbliche (statali, regionali ed europee) vengano spese per ampliare la qualità della vita degli “indigeni” e, automaticamente, degli altri che vi sono attirati per turismo.
Invece, ecco che quando un turista tenta di mettere il naso fuori dai centri termali, si ritrova a dover combattere con una quotidianità molto simile a quella che si è lasciato dietro nella sua città, anzi peggio!
Una volta tanto, dobbiamo riconoscere che i privati sono molti passi avanti al pubblico. Le strutture termali come Capasso, Rosapepe, Tufaro, Cappetta … hanno investito e ristrutturato gli impianti mettendoli anche qualche passo avanti ad altre realtà più rinomate. Hanno creduto sul potenziale che ha una realtà “baciata” dal fiume Sele e incastonata sul una falda d’acqua benefica che fa bene al corpo e all’anima di chi vi si reca per goderne i vantaggi.
Al contrario, se si esce dalle strutture termali, ci si ritrova a dover camminare lungo una strada poco illuminata, con un misero marciapiedi da percorrere in fila indiana perché in due non ci si sta e che, il più delle volte, termina in faccia ad un muro e ad una siepe!
Inoltre, è norma camminare su marciapiedi invasi dai rovi e che si alterna dal lato destro a quello sinistro senza un minimo di strisce pedonali. Se poi ci si decide di andare in paese, Contursi Terme, ecco che diventa impossibile spostarsi a piedi se non facendo lo slalom tra auto parcheggiate in doppia fila, marciapiedi inesistenti, indicazioni scarse e parcheggi a pagamento semi vuoti.
Non è molto che Contursi ha chiesto e ottenuto di aggiungere “terme” al nome del paese. Ma questo non è sufficiente per potersi affermare nel panorama del settore turistico del benessere se non decide di investire e, soprattutto, manutenere i pochi spazi realizzati per la vita all’aria aperta dentro e fuori dai centri abitati. Magari si potrebbe creare un sentiero pedonale che consenta agli ospiti degli hotel di camminare in sicurezza lungo il Sele. Oppure organizzare un servizio di trasporto gratuito per portare i turisti nella bella piazza la sera dopo cena, se si riuscirà a tenerla libera dalle decine di automobili parcheggiate in doppia fila che possono trovare posto nel bel parcheggio panoramico situato a 50 m dalla piazza stessa.
Questo consentirebbe anche ai locali ed ai negozi di abbigliamento i cui nomi risuonano ancora nei ricordi di persona di una certa età che li frequentavano quando, da ogni paese del Cilento, arrivavano a Contursi per le “cure termali” a spese del Sistema Sanitario Nazionale.
Oggi, sono in tanti i comuni che organizzano i soggiorni per anziani nei centri termali fuori regione trascurando quasi del tutto Contursi Terme proprio perché gli utenti, oltre a frequentare terme all’altezza dei tempi, hanno anche voglia di potersi muovere in spazi e piazze ben organizzate e fatte a misura d’uomo e non resi luoghi dove solo le automobili hanno diritto di “cittadinanza”.
Tutto ciò farebbe bene anche ai residenti che, se pur abituati a questo stile di vita, potrebbero saggiarne uno migliore: al qualità della vita non si può definire in modo assoluto, ma quando la si incontra la si riconosce subito …