Costituito per la bonifica del bacino del fiume Alento, il Consorzio Velia nacque con l’obiettivo di progettare ed eseguire opere, così da favorire la produzione e la valorizzazione economico-agraria del territorio. Oggi, racchiude un comprensorio di 83mila ettari, comprendente i bacini dell’Alento, del Lambro, del Mingardo, della Fiumarella e del Mortelle. Con il tempo, «ha contribuito a mutare la struttura produttiva dell’area, tradizionalmente arretrata e inerte, facendole recuperare un ritardo storico nel suo sviluppo».
Tutto ha inizio nel 1928. L’Italia è sotto il Regime fascista. Il Cilento è nell’arretratezza culturale ed economica. La sua è una agricoltura di sussistenza, basata su grano, olive, vino, pascoli. Le zone interne sono impenetrabili e i terreni improduttivi. È distante persino dalle altre aree della Campania, dove la bonifica era già avvenuta prima della Seconda guerra mondiale. Mancando la bonifica, non si poteva garantire la sicurezza idraulica. Quindi, se pioveva più del dovuto la terra franava; torrenti e fiumi straripavano; durante il periodo invernale – per le piogge eccessive – la situazione peggiorava. Perciò, i contadini finivano per essere prostrati dalla miseria.
Così, nel salernitano, grossi proprietari terrieri – provenienti dalla piana dell’Alento – decidono di avviare le procedure per far nascere un consorzio di Bonifica. Strumento che avrebbe permesso di realizzare opere per difendere terreni e centri abitati dalle esondazioni del fiume Alento e dei suoi affluenti (Palistro, Fiumarella…) privi di arginature e di sistemazioni idrauliche. Lo scopo, dunque, era di dotarsi di un ente capace di mettere in sicurezza il territorio, salvaguardare e valorizzare l’ambiente e il paesaggio.
Importanti risvolti, però, si ebbero solo in seguito. Quando si capì che bisognava cambiare direzione e dotarlo di una struttura tecnica ed organizzativa adeguata. È il 1972, nel Consiglio dei Delegati del Consorzio viene eletto l’avv. Franco Chirico. Il quale, avendo già maturato esperienza presso il Consorzio Irriguo di Vallo della Lucania, da subito si adoperò per tirare fuori il Cilento dall’immobilismo. Il disegno strategico – affidandosi a professionisti di spiccata competenza – prevedeva la difesa del suolo, la riduzione del dissesto idrogeologico e di accumulo di acqua piovana in grandi serbatoi, mediante i fondi dell’Intervento Straordinario e poi quelli della Comunità Economica Europea.
Conscio delle sue virtù e dell’alto senso civico, che lo spinsero a prendere le redini di un territorio incline alla crescita, – confessa che la sua fu una scelta coraggiosa, ma maggior merito fu proprio quello di adoperarsi per la mancanza d’acqua: «L’aver dato al Cilento la possibilità di contare su un bene prezioso, come l’acqua per tutti gli usi, ha consentito non solo di migliorare la qualità della vita della popolazione, ma anche di creare le condizioni per lo sviluppo dell’agricoltura e dell’attività turistica». Oggi l’acqua è sempre disponibile, ma negli anni ’80-90 veniva concessa a turni. La sicurezza del territorio, pertanto, si acquisì attraverso la regolazione dei corsi d’acqua, la realizzazione della rete scolante e la costruzione della diga dell’Alento.
Il Consorzio Velia, oggi, opera in un’area che risulta molto ingrandita, comprendendo l’intero bacino dei fiumi Alento, Lambro, Mingardo e Fiumarella, per un totale di 81.712 ettari (distribuiti tra 37 Comuni, ricadenti nella provincia di Salerno). La costruzione di dighe, impianti di irrigazione, una fitta rete di condotte e vari interventi sulla viabilità hanno reso possibile la distribuzione dell’acqua e la produzione di energia elettrica. Quali sono le sue funzioni? Si occupa di progettare e realizzare: la rete idraulica di scolo delle acque; le opere di accumulo idrico e gli impianti di irrigazione; le opere di salvaguardia ambientale e paesaggistica; le opere di difesa del suolo. Altre azioni riguardano la realizzazione di un piano generale di Bonifica, volto alla conservazione e alla salvaguardia, in cooperazione con altre istituzioni ed enti presenti sul territorio.
L’Ente è dotato anche di consorziati, ovvero tutti i proprietari di immobili (terreni, fabbricati, negozi ecc.) ricadenti nel comprensorio. Beneficiano delle attività di bonifica, ma al contempo partecipano alla gestione dello stesso, sostenendo quelle spese non coperte da finanziamenti pubblici. Ogni consorziato può candidarsi alle cariche consortili, in occasione delle elezioni che si tengono ogni cinque anni.