di Oreste Mottola A metà gennaio fu l’ultima volta che scrivemmo sul Consorzio Paestum e già il nostro titolo … fu facile profeta: “Bonifica Paestum, i risultati elettorali non portano serenità”. Le carte bollate da portare nei tribunali più che le condotte forzate con l’acqua che va nei campi continuano a essere nelle teste di chi è chiamato a far funzionare la più importante agenzia di sviluppo del nostro comprensorio. Attacca un gruppo e si difende l’altro, il risultato non cambia. Chi ha pià polvere più spara… al Tar. E il Tribunale Amministrativo Regionale fa i disfa i vertici del Consorzo di Bonifica di Paestum. Mossa e contromossa, siamo al gioco degli scacchi. L’ultima: il Tar di Salerno ha accolto il ricorso presentato da Ettore Bellelli, Roberto D’Angelo e da Cecilia Baratta. Sono state cassate le elezioni svoltesi lo scorso 6 gennaio. In questa guerra nella quale le truppe sono acquartierate in eleganti e ovattati studi legali. Rispondono agli interessi degli agricoltori? Vox populi indica sempre nel controllo delle opere pubbliche da appaltare l’oggetto del contendere. Gli interessati, già li immaginiamo, reagiscono sdegnati. Le elezioni, si diceva. Queste erano state indette per la prima volta per il 29 novembre 2015, tuttavia, a causa di vizi procedurali che riguardavano taluni adempimenti, la Regione Campania nominò un commissario ad acta che le annullò. Gli amministratori in carica presentarono ricorso ai giudici amministrativi che in un primo momento concessero la sospensione sull’efficacia ma non accolsero comunque la richiesta di far svolgere le consultazioni. Queste, però, sono state ugualmente indette e si sono svolte il 6 gennaio sulla base dell’iter già utilizzato per le elezioni annullate a novembre. Motivo per cui sono state ora annullate dal Tar. SI RICOMINCIA DA CAPO CON LE OPERAZIONI ELETTORALI I giudici hanno ritenuto «inopportuno» il comportamento tenuto dal Consorzio riguardo «la fissazione di nuove elezioni sulla base solo di un provvedimento cautelare». Inoltre, dopo l’annullamento del commissario ad acta delle elezioni del 29 novembre dello scorso anno «il nuovo procedimento elettorale andava svolto con la presentazione ex novo delle liste dei candidati», dice la sentenza. A “firmare” l’ultima vittoria sono avvocati Francesco e Giuseppe Lanocita e Simona Corradino. Di tecnicismi e di gergo giuridico è infarcita l’ultima sentenza che fa notare «un’illegittima composizione dell’elenco dei votanti»; il Collegio stigmatizza «l’indizione delle elezioni, avvenuta, da parte del Consorzio, sulla base di un decreto presidenziale, emesso inaudita altera parte, senza che sullo stesso si fosse pronunziato il Collegio, sulla base di un provvedimento cautelare, che ancora attendeva di essere confermato nella sua sede collegiale, e che, soprattutto, si limitava a sospendere l’efficacia delle deliberazioni con cui, la Regione aveva nominato un commissario ad acta, al fine di disporre il rinvio delle elezioni del Consiglio dei delegati, e lo stesso Commissario aveva annullato, in via d’urgenza, la deliberazione del Consiglio dei delegati del Consorzio e, per l’effetto, differito le elezioni, indette per il 29 novembre 2015». In poche parole, chi governava l’ente, ha provveduto a cambiare l’elenco degli aventi diritto al voto, suddiviso in varie fasce che considerano sia le superfici possedute che gli importi pagati, e velocemente (senza dare la possibilità all’opposizione interna di organizzarsi) ha indetto le elezioni.Bonifica Paestum, i risultati elettorali non portano serenità. Come diceva il grande ciclista Bartali: “L’è tutto da rifare. L’è tutto sbagliato”. Ciò avrà conseguenze sulla gestione dell’Ente e autorizza la domanda maliziosa di “Giuanno”, il contadino di Spinazzo come di Cerrelli, che si chiede sul conto di chi arriveranno le costose parcelle degli avvocati dell’una o dell’altra parte in lotta che ogni volta se li scelgono pure tra il fior fiore dei più costosi civilisti.
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