28 Luglio 2024 – XVII Domenica del Tempo Ordinario
Uno dei miracoli compiuti da Gesù nel corso della sua vita terrena, l’unico raccontato da tutti e quattro gli evangelisti, molto noto, è sicuramente la moltiplicazione dei pani e dei pesci.
Leggendo il passo odierno di Giovanni ci troviamo anche oggi sulla riva del mare di Galilea, dietro una grande folla che segue Gesù. Uomini, donne, bambini sono stanchi e affamati, solo un ragazzino ha 5 pani e 2 pesci.
Gesù invita i suoi discepoli a dare loro stessi da mangiare alla folla, ad essere così strumenti di carità e di servizio e prendere parte attiva nell’opera di Dio. I pani sono pochi e i pesci ancora meno ma passando dalle mani di Gesù vengono distribuiti in abbondanza e sono sufficienti per sfamare 5000 persone.
Le 12 sporte (12 quante erano le tribù di Israele e quanti erano gli apostoli) piene che rimangono dopo che tutti hanno mangiato e l’entusiasmo della gente che vuole dichiarare Gesù Re sono la conclusione della scena descritta dall’evangelista in cui è mostrata la compassione di Gesù per la folla affamata, la sua risposta alle necessità del popolo (che non è solo di tipo materiale ma anche spirituale).
Anche noi, seduti sull’erba come la folla, siamo bisognosi di ricevere dalle mani del Signore il pane e il pesce, l’unico cibo, condiviso nella fraternità, che può veramente saziarci. Nello stesso tempo però siamo chiamati a offrire come il ragazzo del brano evangelico quel poco che abbiamo, a condividerlo per il bene di tutti.
Prendiamo a modello proprio quel ragazzo di cui non viene detto il nome che dona quel poco che ha, innescando la spirale della condivisione. Se riflettiamo abbondanza e condivisione prevalgono sempre sulla scarsità e sull’egoismo e la provvidenza divina trasforma il poco che siamo e che abbiamo, se messo a disposizione del Signore e donato cioè con amore, in abbondanza per tutti.
Gesù ci sollecita a guardarci infatti sempre intorno e valutare quali opportunità mettere in gioco. Sono poche o tante questo non importa, quel che conta è non sentirci mai incapaci.
Nessuno è così povero da non poter offrire e condividere niente!
Consegniamo nelle mani di Gesù ciò che abbiamo ricevuto in dono da Lui, che al di là dei beni materiali sono soprattutto i beni spirituali: le nostre capacità, le nostre attitudini, il nostro tempo, la nostra vita. Gesù ci chiede cose che a volte ci appaiono impossibili da fare e da portare avanti ma vuole che confidiamo in Lui. Lui farà poi una trasformazione meravigliosa, moltiplicherà le nostre risorse.
Più sappiamo condividere più arricchiremo gli altri senza per questo diventare noi più poveri. Donare poi senza aspettarsi nulla è vera gioia!
La matematica ci insegna che 5 e 2 sono ben poca cosa di fronte a 5000, ma se ribaltiamo il modo di ragionare strettamente logico, la matematica non ci serve. Un gesto in apparenza inutile, il poco che non solo basta ma avanza, diventano risorsa e ricchezza per tutti. Si rende così possibile un miracolo veramente grandioso!
Il miracolo della moltiplicazione o meglio della distribuzione che oggi don Luigi commenterà nell’omelia prelude al miracolo più grande del dono di Gesù stesso nell’Eucaristia. La successione dei gesti che Gesù compie è infatti la stessa che troviamo nell’ultima cena quando il pane diventa il segno del suo corpo donato per la salvezza del mondo.
Meditiamo con fede! Santa domenica in famiglia.