“Con il Green Pass per tutti i lavoratori ripartono l’economia e la società”
Rientro in presenza e smart working, tutte le tappe. Per gli Avvocati campani il Green pass lede i diritti e va abolito. Renato Brunetta: “..Dico sempre che questo decreto sull’estensione dell’obbligo del green pass per tutti i lavoratori, pubblici e privati, è la più grande manovra di politica economica del governo Draghi perché con questa manovra, con questo decreto potremo consolidare la crescita, consolidare il Pil, anche oltre il 6%…”
Qualcuno sostiene che il lasciapassare verde avrebbe avuto forse qualche effetto se fosse stato messo come precondizione per riaprire attività e servizi, mentre lo si è fatto percepire come una privazione per chi non ce l’ha. “Si tratta, ne è convinto Andrea Crisanti, microbiologo, accademico e divulgatore scientifico italiano, professore ordinario di microbiologia all’Università di Padova, di un incentivo per la vaccinazione. Non è uno strumento di sanità pubblica. È una bufala pazzesca dire che col Green pass creiamo ambienti sicuri, serve ad indurre le persone a vaccinarsi. Il Green pass è un incentivo, è la vaccinazione che aumenta la sicurezza non il green pass”. Intanto col nuovo provvedimento del governo il certificato verde diventerà uno strumento indispensabile per la vita durante la pandemia. Con il decreto-legge 21 settembre 2021, n. 127, il Governo ha esteso a tutto il personale delle pubbliche amministrazioni l’obbligo di possedere e di esibire, per l’accesso al luogo di lavoro, la certificazione verde COVID-19 (il cosiddetto green pass), escludendo da tale obbligo i soli soggetti esentati dalla campagna vaccinale per motivi sanitari. Fatto obbligo della certificazione verde Covid-19 ai lavoratori del settore pubblico, il Governo rafforza l’azione di contrasto alla circolazione del virus. Col prossimo rientro del pubblico impiego in salute, consentirà di incrementare l’efficienza delle pubbliche amministrazioni. E’ un passaggio necessario per venire incontro ai bisogni della cittadinanza e alle imprese, in particolar modo di quelle impegnate nelle attività connesse all’attuazione del PNRR. A breve le linee guida dei Ministri Brunetta-Speranza. “Condividiamo l’obiettivo del Governo di estendere per quanto possibile in maniera universalistica l’obbligo di green pass, per accelerare sulle vaccinazioni e arrivare ad ottobre più vicini alla soglia di sicurezza”, ha dichiarato il rappresentante dell’Unione delle Province d’Italia, Luca Menesini. “È una misura importante che può rivelarsi decisiva per riuscire a dare un nuovo impulso alla vaccinazione. Certo, occorre comunicare con la massima attenzione ai cittadini la necessità della misura, per non rischiare di creare nuove tensioni e chiarire che l’obbligo vale per i dipendenti pubblici, ma i cittadini potranno continuare ad accedere agli sportelli senza alcuna limitazione. Per quanto ci riguarda l’applicazione di questa misura comporta una riorganizzazione dell’accesso dei dipendenti pubblici nelle amministrazioni. Per questo chiediamo al Governo di definire insieme delle linee guida da condividere in Conferenza Unificata, per attuare al meglio la misura nelle Province, nei Comuni e negli altri enti locali”. In questo contesto, per fornire a tutte le pubbliche amministrazioni una cornice omogenea di condotte e di risorse strumentali attraverso le quali dare piena attuazione al rientro in presenza, i Ministri Brunetta e Speranza stanno appunto elaborando specifiche linee guida che saranno adottate dal Presidente del Consiglio dei Ministri ed emanate in tempo utile a consentire un ordinato rientro dei dipendenti pubblici. In tale documento saranno indicati gli strumenti tecnologici necessari alla implementazione delle piattaforme digitali per la verifica del green pass e saranno fornite indicazioni procedurali per la gestione del personale, soprattutto in fase di prima attuazione dell’obbligo. Il Dpcm per il ritorno in presenza è conseguenza di una favorevole condizione dovuta propria alla dotazione del green pass, ovvero al compiuto stato di vaccinazione. L’adozione del lavoro agile permane per i fragili fino a fine dicembre; successivamente, nella fase ordinaria, fuori dall’emergenza, gli stessi saranno facilitati, per attività svolgibili fuori sede, nella concessione dello smart working. Le premesse per superare l’utilizzo del lavoro agile quale strumento di contrasto al fenomeno epidemiologico ha consentito al Governo di stabilire – con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri adottato su proposta del Ministro per la pubblica amministrazione e firmato il 23 settembre – che, a decorrere dal 15 ottobre 2021, la modalità ordinaria di svolgimento della prestazione lavorativa nelle pubbliche amministrazioni, è soltanto quella svolta in presenza. Si torna, pertanto, al regime previgente all’epidemia pandemica, disciplinato dalla legge 22 maggio 2017, n. 81, recante “Misure per la tutela del lavoro autonomo non imprenditoriale e misure volte a favorire l’articolazione flessibile nei tempi e nei luoghi del lavoro subordinato” (la legge Madia), così come modificata dai successivi provvedimenti normativi. Il Decreto del Ministro della Pubblica amministrazione, unitamente alle necessarie Linee guida, accompagneranno il ritorno in ufficio; per evitare di concentrare l’accesso al luogo di lavoro nella stessa fascia oraria o di ingolfare i trasporti pubblici nelle ore di punta, sarà consentita una più ampia flessibilità degli orari di ingresso e di uscita. Il decreto stabilirà, inoltre, che nelle more della disciplina del lavoro agile da parte del Contratto collettivo nazionale, attualmente in fase di discussione tra Aran e organizzazioni sindacali, l’accesso a tale modalità di lavoro avverrà unicamente previa stipula dell’accordo individuale e subordinatamente all’esistenza delle seguenti condizioni: non deve in alcun modo pregiudicare o ridurre la fruizione dei servizi resi all’amministrazione a favore degli utenti; l’amministrazione deve disporre di una piattaforma digitale o di un cloud o, comunque. di strumenti tecnologici idonei a garantire la sicurezza delle comunicazioni tra lavoratore e amministrazione; deve aver previsto un piano di smaltimento degli arretrati e deve fornire al personale i devices necessari. Il PIAO, introdotto dal decreto legge n. 80/2021, Piano integrato della pubblica amministrazione, raccoglierà tutte le modalità attuative dei piani organizzativi del lavoro agile (POLA). Strumenti di semplificazione e di pianificazione delle attività e delle strategie da porre in essere in tutte le pubbliche amministrazioni, a partire dal 31 gennaio 2022. A breve il contratto collettivo dunque. Il quadro così definito sarà completato, a breve, dalla disciplina in materia di lavoro agile che Aran e sindacati stanno elaborando in sede di tavolo contrattuale. Trattazione in corso che ad ora riconosce discussi e approvati la definizione di lavoro agile; l’accesso; l’accordo individuale; relazioni sindacali; fasce di contattabilità e disconnessione; trattamento economico. Gli Avvocati, rileva Francesca Sabella, assumono posizione contrastante rispetto all’uso del certificato verde. Sono contro il Green pass, scrive nel Riformista, poiché lede i diritti e va abolito. «L’obbligo di green pass per accedere a molti ambiti della vita collettiva lede soprattutto i diritti del singolo e della collettività, ponendosi in contrasto con principi costituzionali fondanti l’impianto normativo nazionale letto anche alla luce delle norme sovranazionali recepite. Chiediamo, quindi, fermamente che il decreto venga immediatamente ritirato e che la materia venga disciplinata con criteri che garantiscano la libertà individuale nella scelta terapeutica senza sacrificio dei diritti fondamentali oggi illegittimamente compressi e compromessi». La richiesta è formulata dagli avvocati campani, del foro di Napoli e Napoli Nord; si associano il magistrato Luigi Bobbio ed Elisabetta Rampelli, presidente dell’Unione italiana forense. L’obbligo di esibire la certificazione verde, stabilito dal Consiglio dei ministri in «prosecuzione delle iniziative di carattere straordinario e urgente intraprese al fine di fronteggiare adeguatamente possibili situazioni di pregiudizio per la collettività», violerebbe non solo la libertà del singolo ma anche la legge. «Un sistema giuridico fondato sulla dignità del lavoro e dei lavoratori previsto dall’articolo 1 della Costituzione sull’adempimento dei doveri di solidarietà politica, previsti dall’articolo 2, sull’obbligo della Repubblica di rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale ritenuti limite alla libertà ed all’uguaglianza tra i cittadini previsto dall’articolo 3, sul riconoscimento al diritto al lavoro previsto dall’articolo 4, sulla riserva di legge per i trattamenti sanitari obbligatori, comunque limitati dal divieto di violazione del rispetto della persona umana prevista dall’articolo 32, non può non espellere come corpo estraneo un provvedimento che, nei fatti, si pone in antitesi coi principi fondamentali richiamati e che ha lo scopo dichiarato di obbligare i cittadini e, nello specifico, i lavoratori, a sottoporsi a un trattamento sanitario pena un danno economico o la perdita dello stipendio o del lavoro». Chiudiamo con le parole del Ministro per la Pubblica Amministrazione, Renato Brunetta, spese nel corso del ’30° Forum Lavoro/Fiscale’ dei consulenti del lavoro, rivolgendosi al vertice della categoria, Marina Calderone, e a tutti i consulenti: “Siamo reduci dal provvedimento di estensione del green pass a tutto il mondo del lavoro. Non vi nascondo che c’ho lavorato molto, mi sta particolarmente a cuore, e l’ho voluto fermamente, assieme naturalmente a tutto il governo e al presidente Draghi, perchè ho sempre visto nel mondo del lavoro, del capitale umano, il centro della società, della comunità, il fulcro di tutto. E se funziona il mercato e il mondo del lavoro, pubblico e privato, funziona la comunità, la società. Io ho voluto che questa ‘spinta dolce’, come l’ho chiamata, riguardasse il mondo del lavoro tutto, pubblico e privato, affinché diventi il catalizzatore della libertà, dell’economia, dello stare insieme. Lavorare insieme in sicurezza, riaprire il Paese, riaprire le nostre città, i nostri quartieri. Non bastano le fabbriche, non bastano i colletti blu, servono anche i colletti bianchi, i commercianti, gli artigiani, i liberi professionisti, gli studenti, i servizi. Tutto il mondo del lavoro nella sua complessità. Il mondo del lavoro può ricominciare a produrre ricchezze e servizi solo se c’è obbligo di sicurezza. Io dico sempre che questo decreto sull’estensione dell’obbligo del green pass per tutti i lavoratori, pubblici e privati, è la più grande manovra di politica economica del governo Draghi perché con questa manovra, con questo decreto potremo consolidare la crescita, consolidare il Pil, anche oltre il 6%. E quando c’è crescita il resto viene da solo, nella libertà, nella responsabilità”. Smart working, non buttare via l’esperienza del passato, ma ristrutturarla attraverso organizzazione, tecnologia, diritti, doveri e customer satisfaction. Sullo smart working nel pubblico e privato non buttiamo via l’esperienza che abbiamo fatto nei diciotto mesi di stato d’emergenza, ma strutturiamo quell’esperienza attraverso organizzazione, tecnologia, diritti, doveri e customer satisfaction soprattutto perché i primi a essere soddisfatti sono i vostri clienti che sono le imprese e i miei ‘clienti’ che sono i 60 milioni di italiani”.
Emilio La Greca Romano