Come conciliare il salvataggio dei posti di lavoro e la “vitale esigenza di esistere” rappresentata, con tranquilla determinazione, dal sindaco di Giungano, Passero; e l’illegittimità del provvedimento di sanatoria prospettato dall’Ass. reg. Lubritto?
Finora eravamo tutti convinti che il salvataggio della C.M. dipendesse esclusivamente dalla volontà politica del Consiglio Regionale e dalla capacità degli Amministratori dell’Ente di presentare un bilancio in pareggio per il presente e il futuro. Evidentemente questo non basta più, il problema è stato spostato più avanti: ora si chiede che la responsabilità di un salvataggio venga diluita tra tutti i Consiglieri regionali a causa di non precisati problemi legali.
La calata dei 300 e più idraulici forestali nella sede della C.M., in occasione della venuta dell’Ass. Lubritto, ha dato una svolta e un’accelerazione alla questione che da anni attanaglia l’ente di programmazione sovracomunale che ha sede a Roccadaspide.
Gli operai chiedono con forza la certezza del posto di lavoro con il passaggio ad un contratto a tempo indeterminato.
Il risanamento della C.M. e la situazione contrattuale sono due problemi ben distinti ma il dibattito li ha confusi e intrecciati causando un corto circuito dialettico che poco ha giovato alla chiarezza della discussione.
Sostanzialmente Lubritto ha assicurato i lavoratori sulla continuità del lavoro (la legge 11 con il piano di forestazione decennale garantisce i fondi, 1.800 miliardi, per mantenere in servizio i forestali). Garantisce inoltre la possibilità di elaborare progetti che, anche se non prevede il riconoscimento di qualifiche, consentirebbe quella visibilità sociale e quel recupero di credibilità nel territorio ampiamente rivendicato da Cembalo Edi, organizzatore dell’Assemblea. È allo studio la possibilità di impiegare gli operai per 280/300 giornate a parità di stipendio. Attualmente la Regione destina ai 4.800 forestali 120 miliardi l’anno e altri 30 ml li spende l’INPS che paga l’indennità di disoccupazione. La spesa globale per eliminare la precarietà del lavoro sarebbe di 179/185 ml. La regione dovrebbe reperirne circa 30. L’impegno dell’assessore, che ha insediato una commissione tecnica per verificare con precisione i costi dell’operazione, è di tenere informati i lavoratori. La presentazione di un emendamento in sede di assestamento di bilancio (la verifica delle previsioni per il ’98 del bilancio regionale) che destini eventuali avanzi (servono 12 ml) al salvataggio di quattro C.M. campane, che si trovano in difficoltà come la nostra.
L’unica certezza è che il gruppo dell’U.D.R. presenterà la proposta, la speranza e l’auspicio è quella che sia appoggiata o, meglio ancora, la sottoscrivano tutti i gruppi consiliari. Molti gli interventi che hanno animato il dibattito.
Il Presidente Feolaha rivendicato il merito di avere presentato un bilancio ’98 in pareggio, condizione indispensabile per ogni tentativo di salvataggio.
Il Consigliere di C.M., prof Troisi, ha ricordato che i Cilentani sanno parlare con gli occhi, e sapranno comportarsi di conseguenza nei confronti di chi promette e non mantiene.
Il sindaco di Vallo della Lucania, Sansone, ha chiesto un intervento che porti luce al grigiore di questo Cilento.
Il sindaco di Castel San Lorenzo, Mucciolo, ha proposto la via dell’emendamento all’assestamento di bilancio come la più breve e l’unica percorribile vista la ristrettezza dei tempi. Il Consigliere Provinciale, De Rosa, con uno sguardo al futuro, ha richiamato la necessità che il rigore dimostrato per pareggiare il bilancio corrente dovrà essere una costante anche per il futuro. Ha invitato la grande “madre” Parco a non essere matrigna rifiutando di accogliere i lavori in mobilità, la stessa richiesta l’ha fatta ai Comuni. Ha esortato a sfruttare al massimo l’opportunità offerta dal recuperato progetto per la Fondovalle Calore, che con le necessarie modifiche, può essere un volano per lo sviluppo della ValCalore e del Parco stesso.
Il consigliere Provinciale, Di Feo, ha proposto che la Maggioranza in Regione faccia una proposta di legge e con la forza dei numeri l’approvi, assumendosi l’onere e l’onere del salvataggio.
De Marco, della CGIL, dopo avere difeso il ruolo del sindacato, ha chiesto fatti concreti: i politici li giudichiamo dai risultati e non dai buoni propositi. Santese della CISL ha chiesto più concertazione.
Puca della UIL ha chiesto chiarimenti sullo storno di fondi per l’alluvione del ’91 fatti dalla C.M. per asfaltare strade.
Il Consigliere comunale di Piaggine, Marra, ha dichiarato la disponibilità del D.S. ad appoggiare gli sforzi l’attuale Giunta in C.M. per risolvere la crisi chiedendo un allargamento della Maggioranza che la sostiene.
Il Consigliere Comunale di Roccadaspide, Sabetta, ha ricordato che la Regione è l’unico Ente che può salvare la C.M, ma c’è bisogno di uno sforzo unitario da parte dell’Assemblea della C.M. (allargamento della maggioranza) per sperare in un successo dell’operazione di salvataggio.
Lubritto ha individuato informazione e cultura come elementi deficitari che non consentono sviluppo e confronto costruttivo (due ore di ritardo, e il cattivo esempio di fumare in un ambiente saturo non sono un bell’esempio di cultura del rispetto del prossimo).
In omaggio alla sua concretezza ha garantito che comunicherà entro 40 giorni chi ha presentato l’emendamento per il salvataggio delle C.M. e chi ha votato in suo favore o contro in Consiglio Regionale.
Bartolo Scandizzo.