Con le dimissioni di Franco Alfieri, giunte a seguito della decisione della Corte di Cassazione di rigettare in toto le richieste dei suoi avvocati difensori (Spostamento del processo a Vallo della Lucania e concessione della libertà agli imputati), è già partita la corsa per farsi trovare pronti ai “blocchi” di partenza per la campagna elettorale che darà il nuovo sindaco a Capaccio Paestum e che si terrà nella prossima primavera.
La lettera con la quale Alfieri preannuncia le sue dimissioni, ha aperto i “cancelli” che la compagine consiliare aveva tenuti serrati perché decisa a resistere all’assedio di quanti chiedevano la chiusura dell’esperienza amministrativa legata all’epoca dei sindaci venuti da “fuori”.
Infatti, il 20 febbraio 2025, i consiglieri in carica si dimettono per lasciare libero il campo. Questo fatto consentirà al prefetto di Salerno di nominare il commissario che rimarrà in carica fino alle elezioni che, presumibilmente, si terranno entro la prima metà di giungo 2025.
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I capannelli che, come da tradizione, si formano davanti ai bar di Capaccio Scalo, all’ingresso della area pedonale dell’area archeologica, a piazza Temponi a Capaccio Capoluogo, nei luoghi di aggregazione situati nei pressi delle chiese delle contrade storiche, nei luoghi di lavoro … saranno tante piccole agorà dove si confronteranno opinioni e si analizzeranno fatti in merito a quanto vissuto negli ultimi dieci anni di vita amministrativa di Capaccio Paestum.
Saranno tutte ipotesi gettate nelle discussioni che scaturiscono dai vissuti da ognuno di loro ma tutte vorrebbero rispondere ad un solo interrogativo: “cosa riserva il futuro a Capaccio Paestum”.
Non è dato sapere se saranno gli “sconfitti” (Enzo Sica, Italo Voza ed altri che erano candidati in pectore di sé stessi) delle ultime tre competizioni elettorali che hanno visto prevalere un “papa” straniero (Franco Palumbo e Franco Alfieri); oppure saranno altri i protagonisti della campagna elettorale che già si preannuncia incandescente …
C’è anche da aspettarsi che, molti o pochi, che fanno parte della “corrente” carsica dei “sostenitori” di Alfieri, che pure esiste, vogliano raccogliere il testimone e rivendicare quello che è stato fatto negli ultimi 5 anni: prendendo il “buono” e scartando gli “errori”.
Intanto, il 20 febbraio 2025, i consiglieri rimasti in carica e che si sono assunti la responsabilità di redigere e approvare il riequilibrio di bilancio dando un punto di riferimento certo a chiunque assumerà responsabilità di governo, si ritroveranno in comune per dimettersi.
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Dopo solo 8 mesi di permanenza in carica, Angelo Quaglia, Igor Ciliberti, Antonio Scariati, Pasquale Accarino, Angelo Merola, Giovanni Cirone, Ulderico Paolino, Gianmarco Scariati, Maria Rosa Giuliano, Luca Sabatella, Serena Landi, Annalisa Gallo, Adele Renna, Domenico Di Riso e Rossella Anna Tedesco, hanno dovutoabbandonare gli scranni e ripiegare i vessilli firmando le dimissioni davanti al notaio.
Questo gesto consentirà alla Città dei Templi di tornare al voto prima dell’estate del corrente anno, scongiurando un commissariamento lungo che avrebbe ipotecato il futuro della città.
Sarà il prefetto di Salerno, Francesco Esposito, a richiamare i cittadini alle urne.
In ogni caso, dopo lo “sciogliete le file” e superato lo spaesamento generalizzato in cui si dibatte la comunità capaccese – pestana, c’è da scommettere che, in parte o in toto, anche la compagine formata da assessori, consiglieri comunali e sostenitori di Alfieri tenteranno di organizzarsi per proseguire sulla strada tracciata da dall’ex sindaco: sono diverse le opere già finanziate da completare e altrettanti i progetti incardinati da candidare a finanziamenti dall’ormai ex sindaco.
Alfieri, in questa fase, osserverà a debita distanza quello che accade in città. Ad animare la vita politica ci penserà il composito mondo di “mezzo” composto da chi aspira ad avere un ruolo nel futuro amministrativo della città.
Ma con Alfieri “liberato” dalla custodia cautelare e “libero” di dialogare con tutti, potrebbe giocare il ruolo di “capitano non giocatore” di chi aspira a dare continuità al programma elettorale da lui stesso tracciato.
A questo punto, buona parte di quelli che hanno tributato al programma di Alfieri la percentuale di voti “bulgara” (87% di gradimento di chi si recò ai seggi a giugno del 2024) non possa, ancora una volta, essere determinante nella competizione elettorale.
Allo stesso tempo, nel campo opposto, solo l’emergere di una o più facce nuove disposte a mettersi in gioco e capaci di prospettare agli elettori una svolta “generazionale e generalizzata” potrà dare agli elettori un’alternativa credibile su cui volgere lo sguardo e mettere un “segno”.
Si tratterebbe di mettere una pietra sopra ai tanti “passati” che hanno, bene o male, amministrato il comune finora per iniziare una nuova “era” di doverosa e rinnovata concorrenza alla gestione del bene comune.
Le voglie di rivincita e di rivalsa di chi ha già tentato, e perso tre volte, perché non hanno saputo o voluto accordarsi al primo turno dovrebbero lasciare il passo alla necessità di alzare l’asticella e provare a fare meglio di chi ha fallito … prima e dopo di Alfieri e Palumbo.
Una cosa è certa … non ci sarà possibilità, questa volta, di vedere un “papa straniero” che vada a sedersi sulla poltrona di sindaco di Capaccio Paestum!