La notizia dell’esclusione dai fondi PNRR del progetto per la realizzazione di una strada a scorrimento veloce tra Agropoli-Eboli, rappresenta l’ennesima occasione persa per il Cilento.
Già penalizzati dalla mancanza di un’autostrada, realizzata nel Vallo di Diano perchè all’epoca si sosteneva che il Cilento avesse la ferrovia, gli ultimi tre esecutivi, presieduti da Conte, Draghi e Meloni hanno sancito che la nuova linea ad Alta Velocità venga realizzata proprio in parallelo al corridoio autostradale, bypassando ancora una volta il Cilento.
Non si capisce il perchè di un atteggiamento così discriminatorio, per non dire offensivo, da parte della politica nazionale e regionale.
Probabilmente poco stimolata dai rappresentanti locali, più propensi a promuovere se stessi che le esigenze del territorio.
Spesso ci si bea in una vanagloria sterile e stantia, di eventi parolai ed inconcludenti, conditi da spot e da post sui social, che appaiono stridenti ed irritanti alla luce dei tanti scippi subiti da questo territorio.
Infatti negli anni recenti sono stati soppressi uffici giudiziari, ospedali, reparti ed una intera ASL, nella rassegnazione generale.
Oggigiorno le piante organiche sanitarie e giudiziarie sono carenti di medici e magistrati, poco propensi a venire a lavorare nel Cilento senza che qualcuno si domandi perchè…
Quasi come se i collegamenti viari non siano fondamentali per avere un minimo di attrattività per delle zone così decentrate dalle aree metropolitane.
Non è accettabile subire l’ennesimo dispetto, anche perchè di questo si tratta. Un esito forse da ricondurre alla guerra aperta tra Regione Campania e Governo o peggio, alla resistenza di una supposta lobby casearia, innamorata possessivamente dei transiti veicolari lungo la Statale 18, divenuta una vera via Crucis con le sembianze di un bazar.
Ci saranno poi le solite motivazioni tecniche e finanziarie per giustificare questo no, una verità ufficiale da consegnare agli elettori. Ma non servirà a convincere l’opinione pubblica rispetto agli ingenti finanziamenti, pari a circa 3 miliardi di euro, destinati alla realizzazione di un’opera discussa e discutibile, quale il primo lotto di 33 km della Linea ad AV da Battipaglia a Romagnano al Monte, concepita chiaramente con il fine di servire più la Basilicata che la Campania, sempre a danno del Cilento, abbandonando il percorso lineare e pianeggiante della Piana del Sele per salire di quota nelle impervie montagne appenniniche, gravide di frane e di faglie sismiche.
Diventa doveroso invocare una presa di posizione della Comunità dei Sindaci, del Parco Nazionale del Cilento, delle rappresentanze parlamentari, delle organizzazioni sindacali, degli ordini professionali ,delle associazioni di categoria, degli imprenditori, del mondo della cultura e dell’informazione. Un serio tavolo tecnico e politico dove ciascuno dovrà prendersi delle responsabilità sulle sorti future di quest’ea.
Mettendo da parte una certa partigianeria che non hai mai portato nulla di buono, così come l’antico vizio di cercare degli alibi per cambiare argomento senza affrontare e risolvere i veri problemi.
Le battaglie di territorio si vincono e si perdono insieme, senza distinzione tra partiti.
Non esistono strade e ferrovie di destra o di sinistra. Siamo tutti accomunati dallo stesso destino di vivere nello stesso posto, con il rischio evidente di restare al ”passo del ciuccio” per altri decenni ancora, pur contando un traffico veicolare di 13 mila unità giornaliere in entrata ed in uscita dal Cilento nel solo tratto da Agropoli a Capaccio e che in un anno diventano circa 5 milioni!
Non basteranno le promesse di migliorare la viabilità esistente, quale contentino per mantenere lo “status quo”.
Occorre una strada nuova per far uscire il Cilento dall’isolamento.
Chi la pensa diversamente è un nemico di questo territorio.